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Benetton, i quattro rami a patti per guidare l’impero. Nuove strategie

Benetton i quattro rami a patti per guidare limpero Nuove strategie
Gli accordi interni, i diritti di prelazione e i soldi di Autostrade da investire

I fratelli fondatori dell’impero Benetton (archivio)
I fratelli fondatori dell’impero Benetton (archivio)

L’esperienza in 21 Invest da mettere a disposizione della nuova holding, la posizione defilata nel passato, la riproposizione dello spirito innovativo delle origini in chiave aggiornata con i tempi. I tre minuti e 36 secondi di video sui social, primo atto da presidente designato di Edizione, la cassaforte di famiglia che contiene asset per 11 miliardi di euro in società con 67 mila dipendenti, racconta molto del modo con cui Alessandro Benetton intende vivere il suo ruolo: senza mezze misure, perché quello è l’unico modo per uscire, dopo quattro anni, dal cono d’ombra che la tragedia del Ponte Morandi ha gettato sul nome Benetton («so bene che in questo periodo a tanti non piace») e per ridargli lo smalto dei tempi d’oro. Ma getta anche qualche flash sul perché a questa nomina si sia giunti, dopo oltre tre anni travagliati innescati dal crollo di Genova e dalla morte di Gilberto Benetton. E la scelta di rimettere il cognome Benetton al vertice di Edizione, trasformata da srl a spa, mostra la voglia dei quattro rami familiari di Ponzano di volerci mettere la faccia, di piantare la bandiera su un progetto di rilancio comune, dopo le incertezze sulla direzione da prendere degli ultimi anni. La voglia di rivincita, di uscire dall’angolo e di ridare un ruolo e una direzione di marcia a una delle holding d’investimento più importanti d’Italia.

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L’armistizio

Un progetto frutto se non dell’unità, almeno di un armistizio convinto intorno al nome di Alessandro. Frutto finale, sostiene un’interpretazione, anche dell’antefatto di un idem sentire di Luciano Benetton e della nipote Sabrina, figlia di Gilberto, trovatisi sulla stessa linea di voler uscire con decisione da Autostrade per l’Italia, anche a costo di forzare la mano ai fondi d’investimento alleati di Atlantia. E che si traduce ora nella scommessa di affidare le decisioni strategiche della holding al cda che vede la presenza dei quattro rappresentanti della seconda generazione, affiancati da cinque consiglieri indipendenti; anch’essa un voltar pagina rispetto al passato che aveva visto molto passare per lo storico amministratore delegato Gianni Mion e la squadra dei suoi manager. In più il nuovo statuto, tra impegni a rimanere minimo per cinque anni e diritti di prelazione in caso di volontà di uscita, fissa il principio che la cassaforte della famiglia mantiene il suo ruolo di attore strategico solo se resta una, evitando di accarezzare le tentazioni di divisione. E d’altra parte, imboccata l’uscita da Autostrade e decisa la via di una Edizione holding pura di partecipazioni, che conferma come strategici gli investimenti in Atlantia, Autogrill e Benetton group, ma che dovrà scegliere anche dove investire in maniera smart gli 8 miliardi che arriveranno dall’uscita da Aspi, l’unica scelta possibile, con davanti il cognome Benetton, per dare una guida ad Edizione era quella di Alessandro. Che con il fondo di private equity 21 Invest ha alle spalle trent’anni di esperienza su come scegliere le imprese su cui scommettere e in cui mettere i soldi. E se la conferma del ruolo in Atlantia, dove il peso di Edizione è destinato a crescere anche per il programma di acquisto di azioni proprie deciso dalla società e dove Treviso ha messo come amministratore delegato un manager come Carlo Bertazzo, potrà far leva sul ruolo internazionale di Abertis, ben di più dovrà concentrarsi, come stabilito dal nuovo piano industriale, sui nuovi investimenti: dalle torri di trasmissioni di Cellnex (nel suo video Alessandro ha citato le infrastrutture digitali prima dei trasporti) ai vertiporti, dalla mobilità urbana smart così come ad un uso piu smart dell’enorme mole di dati di cui dispone Telepass.

I due piani

Insomma, Edizione e Atlantia che si rimettono a caccia di investimenti innovativi è un modo aggiornato di riscoprire lo spirito delle origini, quello di una Edizione «che nel passato ha saputo innovare ed essere all’avanguardia in tantissimi campi, diventando un punto di riferimento italiano nel mondo», come ha rivendicato il neo-presidente nel suo video. E significa per Alessandro compiere al piano superiore della holding un lavoro non distante nello spirito da quello che il padre, Luciano, si è già assunto con il ritorno al piano inferiore di Benetton group, dopo gli anni dai colori sbiaditi delle gestioni dei manager. E che dopo il 2020 nero della pandemia, secondo alcune interpretazioni, potrà contare sull’esito di un 2021 più incoraggiante con una situazione finanziaria più favorevole e una gestione in linea con il piano industriale asseverato da Ey, che prevede il ritorno al break even nel 2023.

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15 gennaio 2022 (modifica il 15 gennaio 2022 | 11:35)

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