Attacca con pugnale e martello i passanti: un morto, tassista evita ...
Urlava "Allah Akbar" mentre la polizia cercava di immobilizzarlo usando per due volte le pistole a impulsi elettrici: è finita così in Avenue du Parc de Passy, a pochi passi dalla Tour Eiffel, la fuga di Armand Rajabpour-Miyandoab, un francese di 26 anni di origine iraniana, che poco prima delle 22 di sabato 2 dicembre ha aggredito alcuni passanti e ucciso un turista tedesco-filippino. L'attentatore era schedato come soggetto a rischio per islamismo radicale, e avrebbe detto alle forze dell'ordine che non sopportava "che gli arabi fossero uccisi nel mondo" e voleva morire da martire.
L'uomo era noto alla giustizia anche per soffrire di disturbi psichiatrici.
L'attentato a Parigi sotto la Tour EiffelL'aggressione ai passanti è iniziata sull'iconico ponte Bir-Hakeim: una chiamata ai servizi di emergenza ha fatto scattare l'allarme intorno alle 21:15. All'arrivo gli agenti di polizia trovano un uomo morto con ferite da coltello alla schiena e alla spalla. Era stato accoltellato mentre passeggiava con la moglie sul Quai de Grenelle, con vista sulla Tour Eiffel. Secondo quanto si è appreso l'intervento di un tassista aveva messo in fuga l'aggressore, che tuttavia avrebbe continuato la sua follia omicida. La serata, fredda ma con il cielo stellato, favoriva la presenza di migliaia di persone sulle rive della Senna fra la Tour Eiffel sulla rive gauche e il Trocadero sulla rive droite.
Poco lontano, tra Avenue du President e Avenue Kennedy, i servizi di sicurezza trovano un secondo uomo in terra: era stato preso a martellate alla testa mentre stava camminando con la moglie e il figlio. L'aggressore gli sarebbe arrivato alle spalle.
L'attentatore è stato inseguito a lungo dalla polizia. La fuga del 26enne termina in Avenue du Parc de Passy dove un agente di polizia utilizza due volte il taser per immobilizzarlo. Secondo quanto ricostruito dal ministro dell'interno francese Darmanin, l'aggressore era stato condannato nel 2016 a quattro anni di carcere con l'accusa di aver tentato di organizzare un attentato. Era stato rilasciato nel 2020.
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