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Bresh ci introduce nella sua Tana del Granchio a Sanremo 2025

Bresh ci introduce nella sua Tana del Granchio a Sanremo 2025
Con una canzone che parla di tempo, legami e malinconia, Bresh debutta al Festival di Sanremo citando i grandi cantautori della scuola genovese

Sul palco dell'Ariston Bresh porterà le sue occhiaie distintive e sexy, ma soprattutto una collanina-amuleto con il segno zodiacale del Cancro, un omaggio alla sua canzone in gara al Festival di Sanremo 2025. Andrea Brasi, in arte Bresh, è uno storico membro della scena rap ligure (la cosiddetta “Drilliguria”, di cui fa parte anche Tedua), pronto a debuttare tra i Big del Festival con il suo cantautorato sui generis, come vi avevamo già raccontato.

Dopo aver incantato il pubblico del Festival, lo scorso anno, al fianco di Emma Marrone con un emozionante medley dedicato a Tiziano Ferro, Bresh ci introduce ora in un mondo intimo e misterioso, quello della sua Tana del Granchio, con cui è protagonista quest'anno. Ma che cos'è, esattamente, la Tana del Granchio? Scopriamolo insieme, analizzando il testo della sua canzone.

Una tana misteriosa e segreta, circondata dal mare

Per Bresh, nato a Lavagna e cresciuto a Bogliasco, il mare non è solo un elemento paesaggistico, ma una metafora che abbraccia l’intero significato del suo percorso artistico e personale. Ne La Tana del Granchio, il mare rappresenta la complessità della vita: un luogo di riflessione, attrazione e, al tempo stesso, un orizzonte sconfinato che invita al cambiamento. È una metafora della dualità tra il bisogno di restare ancorati alle proprie radici e la spinta verso l’ignoto. Il mare, con la sua imprevedibilità e il suo fascino magnetico, incarna questa tensione tra sicurezza e avventura. Nella tana del granchio si percepisce il rifugio e la paura di uscire, di affrontare quelle onde che possono portare lontano o inghiottire.

Nella tana del granchio c’è una canzoneHo posato i miei vestiti al soleTi ho vista piangere dietro alle mie paroleMa non sapevo cos’altro dire di teOra che siamo soli mi puoi pure parlareGuardati intorno non c’è nessuno

In questo passaggio, l'immagine dei vestiti stesi al sole aggiunge un tocco di poesia al racconto, legandosi alla semplicità di un giorno al mare, dove le cose più ordinarie diventano cariche di significato. I vestiti al sole rappresentano ciò che resta, ciò che sopravvive ai giorni che passano: simboli di un’umanità esposta alle intemperie della vita ma sempre pronta a ritornare pulita, asciutta, nuova. Per Bresh, l'ispirazione proviene proprio dalla sua terra, la Liguria, con un’intensità poetica che va oltre la geografia quando fa riferimento alla potenza delle parole. Del resto, anche Montale era ligure.

La malinconia del tempo che scorre

Bresh affronta il tema del tempo che scorre con delicatezza e concretezza, intrecciando immagini del quotidiano con metafore profonde. Il passaggio del tempo non viene raccontato attraverso grandi eventi o svolte epocali, ma attraverso i dettagli apparentemente banali della vita di tutti i giorni, quelli che segnano il nostro vivere senza clamore, ma con un'intensità silenziosa.

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