Clostebol, cos'è la sostanza rilevata nel sangue di Sinner
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Un fulmine a ciel sereno, anzi serenissimo. Poche ore dopo il trionfo a Cincinnati, per Jannik Sinner è arrivata una sentenza che ne ha riconosciuto la positività – seppur in quantitativi infinitesimali – a uno steroide anabolizzante. La sostanza trovata in un controllo durante Indian Wells è il Clostebol, da tempo nella lista nera della Wada, l'organismo mondiale che combatte il doping nello sport. Nell’elenco delle sostanze proibite, c’è anche questo anabolizzante. Il Clostebol Metabolita si trova anche in pomate (come Trofodermin) o spray utilizzati per far cicatrizzare più in fretta le ferite.
Clostebol: gli altri sportivi positivi
Proprio per cicatrizzare una ferita lo usò l’atleta paralimpica Martina Caironi, tre ori tra i Giochi di Londra e quelli di Rio: aveva usato una crema cicatrizzante per un’ulcera a uno dei monconi dell’arto amputato. Fino allo scorso anno, in Italia 38 atleti erano stati trovati positivi a questo steroide anabolizzante. Nel calcio invece era risultato positivo, nell’estate del 2022, l’argentino dell’Atalanta Luis Palomino: come per Sinner e Caironi nel suo sangue era stato rintracciato il Clostebol, anche se alla fine, dopo 4 mesi, fu assolto. Discorso diverso per il calciatore Fabio Lucioni nel 2017 (all'epoca al Benevento): lui venne squalificato per un anno. Non sempre si può parlare di uso in buona fede. La prima volta in cui è stata rilevata la sostanza, fu nel sangue degli atleti della Germania Est. Più recentemente, si ricorda il caso del cestista dell'Olimpia Milano Riccardo Moraschini, lo scorso ottobre. In mezzo la giocatrice di beach volley italiana Orsi Toth, alla vigilia delle Olimpiadi di Rio 2016. Tra i ciclisti Mattia Luboz e Raimondas Rumsas. E anche un nuotatore: il brasiliano Gabriel Santos. Curiosità: per la Wada, circa la metà dei casi di positività al Clostebol si verificano in Italia, visto che il nosytro è uno degli ultimi Paesi in cui questa sostanza si trova facilmente in commercio.