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Decreto sicurezza del governo Meloni: assegna un'arma “privata ...

Decreto sicurezza del governo Meloni assegna unarma privata
E introduce nuove norme contro le donne incinte accusate di reati e un nuovo reato di blocco stradale che mira a fermare gli ambientalisti

Il governo Meloni ha approvato un nuovo “decreto sicurezza” composto da tre decreti riguardanti il riordino della polizia locale, la “valorizzazione” del comparto sicurezza, nuove “tutele” delle forze di polizia, l’inasprimento di alcune pene e l’introduzione di tre nuovi reati: rivolta in carcere, blocco stradale e detenzione di materiale con finalità di terrorismo. Tra le nuove “tutele” per le forze dell’ordine, si trova anche il diritto a portare con sé un’arma diversa da quella di ordinanza, quando non si è in servizio e senza licenza o controlli.

  1. Le forze dell'ordine
  2. Nuovi reati
  3. Donne, truffe, minori ed ex stranieri
Le forze dell'ordine

Per questa ultima disposizione, come riporta il Corriere della Sera, le opposizioni hanno accusato il governo di voler portare l’Italia nel “Far West” e di aumentare “pene e armi solo per coprire l’incapacità nel rispondere alle emergenze economiche”. Mentre secondo l’esecutivo, la norma, “molto attesa dal comparto”, serve ad “avere fuori dal servizio un’arma più leggera, al posto di quella d’ordinanza, di solito molto più pesante”.

Tra le altre misure di “tutela” delle forze dell’ordine, il decreto sicurezza prevede un inasprimento della pena per chi commette reati come violenza, minaccia, resistenza e lesioni nei confronti degli agenti e un aumento di pena anche per chi “imbratta o deturpa” beni mobili e immobili “adibiti all’esercizio di funzioni pubbliche”. Al contrario, viene estesa la possibilità di esclusione dalla pena per gli agenti che facciano “uso di armi, della forza o altro mezzo di coercizione fisica” o “strumenti informatici”.

Nuovi reati

In tema di nuovi reati, invece, nell'ambito del decreto sicurezza varato dal Consiglio dei ministri è stato istituito quello di rivolta in carcere o nei centri per migranti, con nuove pene previste anche per chi istiga la rivolta all’esterno delle strutture. In più, il blocco stradale, tecnica di protesta non violenta usata spesso dagli ambientalisti, passa da illecito amministrativo a reato quando commesso da più persone, con una pena innalzata dai sei mesi ai due anni di carcere, ed esteso anche alle ferrovie. Diventa reato anche la “detenzione di materiale con finalità di terrorismo", che punisce chi si procura, detiene o diffonde materiale finalizzato a preparare atti di terrorismo.

Donne, truffe, minori ed ex stranieri

Previsti poi dal nuovo pacchetto di misure di sicurezza l’arresto “obbligatorio in flagranza” per chi truffa gli anziani, con pene aumentate da 2 a 6 anni, e sanzioni per chi impiega i minori per chiedere elemosina o li istiga a farlo. Mentre viene cancellato l’obbligo per i giudici di sospendere l’esecuzione della pena per le donne incinte, o con minori a carico fino ai tre anni, e introdotto il divieto di accesso alle stazioni per chi è stato denunciato per reati commessi in questi luoghi. Risulta evidente, per la specificità della norma, che queste misure siano dirette verso la categoria specifica delle donne dei popoli romaní.

Ulteriori inasprimenti delle pene riguardano le occupazioni abusive, con pene dai 2 ai 7 anni di carcere, e chi scrive sui muri, con pene fino a un anno di carcere e fino a 3 per condotta recidiva. Inoltre, il provvedimento estende da 3 a 10 anni il termine entro il quale poter revocare la cittadinanza concessa a persone straniere, in presenza di condanne definitive per alcuni reati.

Infine, vengono stanziati 1,5 miliardi di euro per i rinnovi contrattuali del personale in divisa, introdotti nuovi meccanismi di promozione, impiego e miglioramento dei trattamenti economici e previdenziali delle forze dell’ordine e il riordino delle funzioni della polizia locale. Prima di poter essere operative, tutte le misure elencate dovranno passare al vaglio del Parlamento, dove però i partiti di governo contano su una larga maggioranza.

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