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Morto Enzo Moscato, il teatro napoletano piange il genio della ...

Morto Enzo Moscato il teatro napoletano piange il genio della
Si è spento oggi dopo una lunga malattia Enzo Moscato, 75 anni, classe 1948. L'autore, regista e attore era considerato il massimo esponente della Nuova Drammaturgia Napoletana,...

Si è spento oggi dopo una lunga malattia Enzo Moscato, 75 anni, classe 1948. L'autore, regista e attore era considerato il massimo esponente della Nuova Drammaturgia Napoletana, quella nata post Eduardo De Filippo e che al suo interno contò altre magnifiche stelle come Annibale Ruccello.

Autore prolificissimo, Moscato dagli anni Ottanta in poi ha raccontato i disagi sociali di un intero popolo, spesso ambientando i suoi drammi in quei Quartieri Spagnoli che tanto amava e che non ha mai lasciato. La sua vingua era vivida, musicale; i suoi personaggi ambigui, contraddittori, ma pieni di vita. Con un teatro scritto e interpretato in forme coraggiosamente inconsuete, una lingua arcaica e modernissima, un plurilinguismo tutto suo che lo hanno imposto all'attenzione della critica e del pubblico non solo italiani, Moscato è considerato l'interprete di un nuovo teatro di poesia, che riconosce i suoi ascendenti nei grandi autori e compositori napoletani ed internazionali, come Artaud, Genet, i poeti maledetti di fine '800 e Pasolini.

APPROFONDIMENTI

Dopo aver frequentato il liceo classico Genovesi, Moscato si laureò in Filosofia alla Federico II con una tesi sui rapporti tra i movimenti politici di liberazione sessuale e la psicoanalisi. Nel 1980 iniziò l’attività in teatro con un notevole successo di pubblico e di critica. Scannasurice, Signurì signurì, Piece noire, Rasoi, Ragazze sole con qualche esperienza, Embargos, Luparella, Ritornanti, Toledo Suite: tantissimi i capolavori scritti, messi in scena e interpretati in quarant'anni di carriera. 

Moscato ha anche ricoperto incarichi di direzione artistica per il Teatro Mercadante - Stabile di Napoli negli anni 2003-2006, per il Festival Internazionale di Teatro - Benevento Città Spettacolo negli anni 2007-2009; dal 1990 è il direttore artistico della "compagnia teatrale Enzo Moscato".

Ha partecipato anche a diversi film, a partire da «Morte di un matematico napoletano» di Mario Martone.

Notevoli le prove con Pappi Corsicato, Raul Ruiz, Antonietta De Lillo, Massimo Andrei, Pasquale Marrazzo. Le sue opere, da «Scannasurice» a « Napoli 43» sono pubblicate da Ubulibri, Guida e Pironti. Ha quindi tenuto corsi per il conseguimento del Master in scrittura teatrale presso l'Università Suor Orsola Benincasa, ha condotto corsi e laboratori di drammaturgia e scrittura teatrale presso l'Università degli Studi di Salerno a Fisciano vicino Salerno, presso il Centro Studi di Napoli sul teatro meridionale, napoletano ed europeo, e altre istituzioni.

Numerosi i riconoscimenti ricevuti come Premio Riccione/Ater per il Teatro 1985, Premio Idi 1988, Premio Ubu per il Teatro 1988 e 1994, Premio della Critica 1991, Premio I° Oscar della Radio Italiana 1992, Premio Internazionale di Radiofonia del Festival di Ostankino (Russia) 1994, Premio 'Viviani' Benevento Città Spettacolo 2002, Premio 'Annibale Ruccello' Positano 2003, Premio Benevento Città Spettacolo 2009, Premio Napoli Cultura 2013, Premio Ubu alla Carriera 2018, Premio Concetta Barra 2020.

«Come drammaturgo, mi sono sempre lasciato andare a contrazioni (monologhi) e dilatazioni (testi con più personaggi); ma più vado avanti, più sento il teatro come azione collettiva» aveva raccontanto in una delle sue ultime apparizioni pubbliche. «La libidine violenta è soltanto quella che da 40 anni mi spinge a scrivere teatro e a stare su un palcoscenico. Il senso lo lascio al pubblico. Il senso è il non senso. D'altra parte, chi mi conosce lo sa, io faccio ciò che devo. Le storie mi nascono dentro, mi catturano e mi costringono a scriverle. E, poi, non amo il teatro rassicurante e referenziale; e rifiuto lo spettatore passivo, che non si impegna in alcuno sforzo per tentare di delucidare quel senso o che è incapace di abbandonarsi alla sua mancanza. Ma, mi domando, che cosa è stato fatto finora per formare un pubblico evoluto, per educarlo ai nuovi linguaggi, a un teatro d'inquietudine e non di consolazione?».

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