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Chi è Guido Longo, il nuovo commissario alla sanità in Calabria

Chi è Guido Longo il nuovo commissario alla sanità in Calabria
Dopo Cotticelli, Zuccatelli e Gaudio, il governo ha scelto il prefetto: l’annuncio è stato dato dal premier Giuseppe Conte su Twitter.

La Calabria ha finalmente il suo nuovo commissario, 20 giorni dopo le dimissioni di Saverio Cotticelli. In tre settimane la Regione è stata suo malgrado protagonista di un vero e proprio caos, risolto oggi dal Consiglio dei ministri che ha comunicato la nomina di Guido Longo. Annuncio arrivato anche via Twitter, direttamente dall’account del premier Giuseppe Conte: “Il nuovo commissario per la sanità calabrese è il prefetto Guido Longo – recita il tweet-. Un uomo delle istituzioni, che ha già operato in Calabria, sempre a difesa della legalità”.

Guido Longo: chi è il nuovo commissario alla sanità in Calabria

Guido Longo ha 68 anni ed è nato a Catania. Si è laureato in Giurisprudenza all’Università di Catania ed è abilitato all’esercizio della professione forense. Vincitore di concorso, nel 1978 ha avviato la carriera di Funzionario di Pubblica Sicurezza. Nel 1979 gli è stato attribuito il premio ‘Luigi Calabresi’ per essere stato il migliore allievo della Scuola Superiore di Polizia.

Sempre nello stesso anno è stato assegnato alla Questura di Reggio Calabria con l’incarico di dirigere una Sezione della locale Squadra Mobile. Successivamente, sempre della locale Squadra Mobile, ha ricoperto l’incarico di Dirigente della Sezione omicidi, coordinando importantissime operazioni di rilievo internazionale.

Dopodiché è stato trasferito a Palermo nel periodo delle stragi del ’92, prima alla Squadra Mobile come dirigente delle sezioni narcotici e omicidi e poi come vice capocentro della Dia. Quindi i trasferimenti a Napoli, Roma (promosso al servizio centrale), Caserta (dopo la strage di Castelvolturno), quindi nuovamente a Reggio e Palermo.

A lui si devono, in Campania, i risultati di importanti operazioni antimafia, tra cui la cattura dei superlatitanti dei Casalesi Antonio Iovine, Michele Zagaria e del capo assoluto del clan Francesco Schiavone detto “Sandokan”. È stato prefetto di Vibo Valentia dal marzo 2017 al 30 maggio 2018, quando si è congedato per sopraggiunti limiti di età. Dal 28 luglio scorso guida la terna commissariale del Comune di Partinico, in Sicilia.

Caos sanità in Calabria, le tappe della vicenda: da Cotticelli a Narciso Mostarda

Il caos per la sanità calabrese è iniziato il 7 novembre, con le dimissioni del commissario Saverio Cotticelli, ex generale costretto a un passo indietro dopo l’intervista a Titolo V, in cui ammetteva candidamente di non sapere a chi toccasse attuare il piano per fronteggiare la pandemia.

Dopo di lui è toccato a Giuseppe Zuccatelli, finito al centro delle polemiche per le sue gravi frasi sul Coronavirus, nello specifico relative alla convinzione dell’inutilità delle mascherine.

Quindi il terzo commissario, Eugenio Gaudio: scelto ad hoc dal governo Conte, ha deciso di rifiutare l’incarico per motivi personali e familiari, nella fattispecie la posizione della moglie, poco incline al trasferimento a Catanzaro.

Oltre a questo, potrebbe aver pesato sull’ex rettore dell’Università La Sapienza di Roma l’essere iscritto nel registro degli indagati nella maxi-inchiesta di Catania sui presunti concorsi truccati all’università (i suoi legali hanno già chiesto l’archiviazione per il loro assistito, che il 25 settembre scorso è stato interrogato. La Procura non ha ancora assunto però ad oggi un provvedimento formale).

Infine, Gino Strada. Al fondatore di Emergency sarebbe stato proposto prima un ruolo da co-protagonista nella gestione Gaudio, che Strada avrebbe rifiutato. Negli ultimi giorni, comunque, Emergency ha stretto un accordo di collaborazione con la Protezione civile per contribuire concretamente a rispondere all’emergenza sanitaria in Calabria.

Il nuovo commissario della sanità in Calabria avrebbe potuto essere Narciso Mostarda. Dopo le rinunce, da Cotticelli a Gaudio, passando per Zuccatelli, il premier Giuseppe Conte e il ministro della Salute Roberto Speranza sembravano aver optato per il medico laziale che dirige la Asl Roma 6. Poi qualcosa è andato storto.

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