Sofya Gershevich: «Io, Noi siamo leggenda e le molestie che ho ...

Nonostante confessi di essere un po' arrugginita, l'italiano con cui si esprime Sofya Gershevich è solido. «In questo momento sto provando a migliorare il francese e l'inglese, quindi l'italiano l'ho un po' abbandonato, anche se spero di tornare presto nella mia casa di Roma per tenerlo vivo», racconta Sofya dall'altra parte dello schermo di Zoom. In questo momento è in Russia, più precisamente a Mosca, insieme a sua madre e a un cagnolino di nome Giulietta che tiene stretta in braccio mentre parla. «È il cane di mia madre, ha quasi due anni e purtroppo lo vedo pochissimo, solo quelle due volte all'anno che torno a casa», insiste Sofya Gershevich abbozzando un sorriso timido. Se il suo nome vi dice poco è perché in Italia sta ancora muovendo i primi passi anche è probabile che, dopo Noi siamo leggenda, la nuova serie co-prodotta da Rai Fiction e Fabula Pictures in collaborazione con Prime Video in arriva in chiaro su Rai2 dal 22 novembre, il suo nome sarà sulla bocca di tutti. Nella serie diretta da Carmine Elia Sofya, russa di nascita e adottata un po' dalla Francia e un po' dall'Italia, interpreta Greta, una ragazza indipendente che nasconde dentro di sé non solo una solitudine che la porta a spendersi troppo per gli altri, ma anche un superpotere che Gershevich definisce «il più figo di tutti».

Che potere ha Greta in Noi siamo leggenda?«Quello di riavvolgere il tempo. È un potere, però, che lei usa soprattutto per aiutare gli altri. Greta spesso si dimentica di sé stessa, è preoccupata di non ferire mai nessuno, e adoro il fatto che il suo super potere potrebbe aiutare chi la circonda».

Se lei potesse riavvolgere il tempo, dove vorrebbe fermarsi?«Alla Parigi prima della Prima Guerra Mondiale, quella dell'Impressionismo e del Post Impressionismo. Era il periodo in cui il mondo dell'arte stava vivendo la rivoluzione, bellissimo».

Dipendesse da lei, invece, quale super potere vorrebbe?«Il teletrasporto. Così potrei frequentare le mie case di Parigi e di Roma risparmiando soldi ed evitando di alimentare l'inquinamento».

A Roma vive da sola?«Da quando ho lasciato la mia casa a 18 anni vivo sempre da sola, anche se dei coinquilini non mi dispiacerebbero».

Che rapporto ha con la solitudine?«Con il tempo mi sono abituata: penso che se impari a stare da sola, il mondo ti si apre davanti agli occhi. Sono maturata tanto grazie a quei momenti perché solo stando da sola con i tuoi pensieri riesci a vedere chi sei, chi vorresti essere e chi sono i tuoi demoni».

Mai scontato in Italia il pregiudizio di venire dalla Russia in un momento molto delicato come questo?«Per fortuna no. Non ho un cognome o una faccia russa, e non parlo con l’accento russo: se non lo dico io, la gente neanche se ne accorge. Alla fine dei conti, siamo tutti abitanti dello stesso mondo, e non penso che sia opportuno dividere la realtà in bianco e nero. Non quando esistono le sfumature».

stylist - Samanta Pardini; hair&makeup - Stefania Visentin using @Cotril; look - Emporio ArmaniNicola De Rosa

A proposito di sfumature: che ragazza è Greta in Noi siamo leggenda?«Una ragazza molto matura per la sua età, molto riflessiva. Ha vissuto qualcosa di molto difficile nella sua vita che le ha dato un sacco di sensazioni con cui è costretta a convivere, senza contare il senso di colpa che la accompagna tutti i giorni. Il fatto di viaggiare sempre perché sua madre è un'ambasciatrice la fa sentire sola, ma apprezzo molto che ogni giorno scelga la strada che vorrebbe prendere».

Che adolescente era, invece, Sofya Gershevich?«Una ragazza che, a 14 anni, iniziava a frequentare i fotografi e il mondo dell'arte facendo spaventare un po' sua madre».

Da cosa era spaventata sua madre?«Quando avevo 17 anni mi hanno presa per un film: le riprese avrebbero dovuto essere a Odessa, e mia madre non si dava pace: “E se fosse un oligarca a organizzare le riprese per conoscerti?". Era aggressiva, ma la capisco perché la sua conoscenza dell'industria del cinema era influenzata da pettegolezzi. Nel mio caso, il film esisteva davvero ma la pratica dei “progetti finti” in Russia è molto comune. Con il senno di poi, credo di aver sottovalutato alcuni pericoli del mondo che mi ci circondava, ma fortunatamente tutto è sempre finito bene».

A quali pericoli si riferisce?«L'incontro con qualcuno di poco raccomandabile».

Le è capitato?«È successo che alcuni mi chiamassero ai provini solo per conoscermi. Un giorno, quando avevo 19 anni, mi hanno chiesto di fare un provino in costume da bagno. Mi è sembrato tutto ufficiale - conoscevo bene il regista, visto che è famoso in Russia e all'estero -, ma qualcosa non andava. A un certo punto si è offerto di farmi da spalla in una scena in cui avrei dovuto sedurre un altro personaggio mentre facevamo l’amore. Si è messo sul divano, mi ha fatto sedere sopra di lui e io ero congelata, incapace di muovermi».

Cosa è successo dopo?«Dopo il provino mi ha chiesto di cenare insieme e io, ancora non so perché, non gli ho detto di no, anche se mi sono “salvata” dicendogli che mia madre mi aspettava a casa verso le dieci. Al solito pensi che in alcune situazioni dovresti avere la forza e il coraggio per proteggerti ma purtroppo, quando si attiva la paura, ti blocchi e non riesci più a fare niente».