Australian Open Djokovic ritrovato: 3 set a Etcheverry nel suo 100 ...

Non esiste probabilmente nel circuito un giocatore che sia tifoso di Djokovic più di Tomás Martín Etcheverry, ventiquattrenne di La Plata, figlio di due avvocati popolari con la passione sportiva per la ginnastica e un cane che in famiglia han chiamato Roland-Garros. Etcheverry ha più volte dichiarato la sua sconfinata ammirazione per Djokovic e oggi se l’è trovato dall’altra parte della rete, dopo due turni in cui Novak ha lasciato un set ai suoi primi avversari mentre l’argentino, ha congedato da Melbourne due vecchi leoni del tennis mondiale come Andy Murray e Gael Monfils.

Due che non fanno tre, perché la smisurata carriera di Novak Djokovic è una marcia di trionfo sulla strada del mito e dei primati. Così, dopo due match complessi e un po' incerti con l'astro nascente di Prizmic e il rampante Popyrin, Novak Djokovic gioca un match rasente la perfezione con Etcheverry, che l'anno scorso ha pur disputato i quarti di finale del Roland Garros, ma sul veloce è reo di voler sfondare lo scambio senza piani B.

Senza le ambizioni irriverenti di Prizmic o gli slice e le discese a rete di Popyrin, Etcheverry ha dato il ritmo giusto e sistematico da fondo campo a un Djokovic che non aspettava altro per entrare a pieno regime, imbattuto da 30 partite all’Australian Open. E vinto il primo set nel sesto game, Nole si mette in conduzione strappando subito la battuta a Etcheverry nel secondo parziale, insidiando l’argentino in risposta e accelerazione. E in recupero lungolinea veloce sugli sventagli di Etcheverry, che pur son palle pesanti ma senza transizioni verso il net.

Registriamo comunque un terzo set combattivo e per merito di Etcheverry in resistenza da fondo e oltre le due ore di tennis ostile, ai vantaggi senza palle break fino au tie-break dominato per natura. Perché oggi i colpi sopra la spalla sono invece gli unici e incorreggibili punti deboli di un Djokovic “entrato in palla” nella sua Melbourne, ammesso che qualcosa fosse stato seriamente messo in discussione.

Nota stilistica: la letale accelerazione di rovescio lungolinea è tornata e con lei tutte le granitiche certezze di un campione senza fine: dopo averlo battuto due volte l’anno scorso a Roma e Bercy (in due set), Djokovic respinge ancora Etcheverry 6-3 6-3 7-6 (2) n 2 ore e 28 minuti sul campo della Rod Laver Arena. Senza concedere palle break prima degli ottavi di finale con Adrian Mannarino a segno contro il numero 16 Ben Shelton, che a ventun anni ha già in curriculum un quarto di finale a Melbourne e l’ultima semifinale dello US Open. Una sorpresa targata 7-6 (4) 1-6 6-7 (2) 6-3 6-4.

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