Riforma del catasto, il governo rischia di cadere sulla Delega fiscale: cosa succede

Il governo torna a sbattere sul catasto, ma questa volta l’ostacolo sembra insuperabile. Tramite la sottosegretaria all’Economia Maria Cecilia Guerra, il premier Mario Draghi fa sapere che senza l’approvazione della riforma sugli immobili “si ritiene conclusa l’esperienza di governo”. Il punto di non ritorno scaturisce dalla frattura provocata in maggioranza dal centrodestra durante l’esame della Delega fiscale, a distanza delle prime avvisaglie di diversi mesi fa, ma adesso le due controparti nell’esecutivo non sembrano intenzionate a fare un passo indietro.

Riforma del catasto, maggioranza in crisi sulla Delega fiscale: il nodo

Nel documento destinato a rivoluzionare il Fisco italiano attraverso modifiche sostanziali a imposte dirette e indirette, ridisegnando Irpef e Irap, è contenuta anche la revisione dei criteri di mappatura degli immobili del Paese (qui avevamo parlato della riforma degli scaglioni Irpef).

Il centrodestra vorrebbe stralciare l’articolo 6 della delega fiscale, cancellando dunque la norma che prevede un nuovo modello di rilevazioni catastale degli edifici del Paese, ritenuta indispensabile dal presidente del Consiglio Mario Draghi nel prosieguo del programma di riforme, centrale nell’agenda dell’esecutivo anche per la realizzazione del Pnrr e l’ottenimento dei rispettivi fondi dall’Ue (qui avevamo spiegato cosa prevede la riforma del catasto).

L’articolo in discussione prevede un nuovo sistema di mappatura degli immobili con nuovi strumenti per Comuni e Agenzia delle Entrate: i dati raccolti dovranno essere disponibili dal primo gennaio 2026, ma in un comma si sottolinea che la riforma senza alcun impatto fiscale, non verranno utilizzate cioè per determinare la base imponibile dei tributi (qui avevamo tracciato le ipotesi su chi potrebbe rimetterci con le nuove categorie catastali).

Un nodo sul quale si è consumato lo scontro interno alla maggioranza, che ha tenuto il provvedimento fermo in commissione Finanze alla Camera da mesi e che potrebbe portare adesso alla crisi di governo.

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La Lega sul catasto continua a tenere il punto, ma di fronte all’ultimatum sulla tenuta dell’esecutivo, protesta ritenendo “gravissimo” le condizioni categoriche del premier Draghi (qui avevamo parlato della sfida di Salvini a Draghi sul catasto).

“Minacciare la crisi di governo è da irresponsabili: il Parlamento ha tutto il diritto a discutere. Mentre c’è il conflitto in Ucraina e il costo dell’energia alle stelle, non ci sembra il momento di ricorrere alle maniere forti”, hanno dichiarato i leghisti Massimo Bitonci, Giulio Centemero e Alberto Gusmeroli, ricalcando la linea del segretario Matteo Salvini.

“Peraltro lo stesso governo e diversi gruppi hanno riconosciuto l’inutilità di un intervento solo statistico per scovare immobili-fantasma. Il ricatto conferma il dubbio che ci siano altre logiche dietro, come tassare la casa”, ha aggiunto gli esponenti del Carroccio.

Secondo quanto si apprende nel corso dell’ufficio di presidenza, il voto sugli emendamenti alla delega fiscale in commissione Finanze alla Camera è stato rinviato, grazie alla proposta di mediazione di Forza Italia, che ha chiesto un po’ di tempo in più, “24 ore invece di 5 minuti”, per provare a trovare una soluzione sul catasto.

Il voto, secondo quanto viene riferito, è stato rinviato a domani dietro impegni di Fi a presentare entro questa sera una proposta non più soppressiva dell’articolo 6.