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'Strappare lungo i bordi', ecco la serie di Zerocalcare

Strappare lungo i bordi ecco la serie di Zerocalcare
Sei episodi di quindici minuti circa, costellati di flashback e aneddoti che spaziano dall'infanzia del disegnatore ai giorni nostri. "Io credo che il…

Sarah, Secco, l'armadillo. E poi i social, la mamma, le donne e gli stereotipi tipici italiani, vedi l'approccio 'piagnone' maschile. Ma senza tralasciare mai il contesto sociale-politico, con episodi cruciali della storia italiana recente come il G8 di Genova o le stragi mafiose del '92. C'è tutto questo ( e molto altro) in Strappare lungo i bordi, la prima serie animata di Zerocalcare (che l'ha anche scritta e diretta): sei episodi (da circa 15 minuti ciascuno) che debuttano sulla piattaforma il 17 novembre (e nei 190 Paesi in cui il servizio è attivo), prodotti da Movimenti production in collaborazione con Bao publishing.

"Qualche anno fa mi era venuta voglia di provare a raccontare una storia non a fumetti ma a cartoni perché è un linguaggio più diretto, più accessibile", aveva spiegato il fumettista, all'anagrafe Michele Rech, presentando la serie alla16esima edizione della Festa del cinema di Roma. "E poi perché - aveva aggiunto - io sono un maniaco del controllo, tendo a mettere attorno alle vignette i testi delle canzoni per suggerire al lettore di immaginare quel contesto o quell'atmosfera grazie alla canzone. Immagino che uno su un milione abbia ascoltato quelle canzoni. Con la serie glielo posso imporre. Con la serie puoi controllare l'esperienza di come lo spettatore riceve un determinato prodotto".

Zerocalcare, 'Strappare lungo i bordi' è la sua prima serie

Per Zerocalcare, nome d'arte di Michele Rech, dopo il fumetto è arrivato il momento di fare il grande salto nella tv seriale: disponibile dal 17 novembre, 'Strappare lungo i bordi' è la serie Netflix, piattaforma presente in 190 paesi, presentata in anteprima alla stampa alla Festa del Cinema di Roma che vede protagonisti alcuni dei classici personaggi da lui inventati sulla carta, tra i quali l'immancabile l’Armadillo, con la voce di Valerio Mastandrea

I sei episodi sono costellati di flashback e aneddoti che spaziano dalla sua infanzia ai giorni nostri. Zerocalcare percorre un viaggio in treno con Sarah e Secco, gli amici di sempre, verso qualcosa di molto difficile da fare. Tutto, dai ricordi sugli anni della scuola alle lamentazioni esistenziali nei confronti della propria incompiutezza, è narrato con la voce di Zerocalcare, che doppia tutti i personaggi, tranne l'Armadillo, che ha la voce di Valerio Mastandrea. "Lui incarna la figura dell'armadillo nella mia vita - aveva spiegato il disegnatore - La mia coscienza non potevo farla io, ma nel momento in cui ho sentito la sua voce ho pensato subito fosse perfetto".

È con questo stratagemma che ogni capitolo della storia sembra costruire un tassello di un mondo fatto di pochissime certezze e di amicizie incrollabili. E quando nel finale tutti i pezzi saranno al loro posto, il mosaico che avranno costruito sarà una sorpresa per lo spettatore, ma anche per il protagonista.

La serie cartoon di Zerocalcare, alla Festa e poi su Netflix Il primo episodio è incentrato sull'educazione sentimentale di Zerocalcare cresciuto con le scritte sui muri 'amare le femmine è da fr*ci'. Oppure le tecniche per non incappare in una persona che 's'accolla' (in romanesco vuol dire una o uno che fa molta pressione verso un altro individuo). La prima cotta l'ha avuta per Alice: quando si vedono il silenzio si tocca con mano, ma quando si scrivono su msn (il servizio di messaggistica istantanea degli anni 2000) è come se tutti i sentimenti dentro di loro 'esplodessero' in lunghissime conversazioni.

Il secondo episodio, invece, è focalizzato sulla scuola, terreno fertile delle aspettative, delle insicurezze o sicurezze. Qui Zero è diviso tra l'essere un maschio adulto che, secondo la società, deve essere esperto di macchine e calcio all'essere 'cocco di mamma'. Ma il pezzo forte della seconda puntata è la discussione tra lui e Sarah sulla differenza dei bagni pubblici per donne e uomini.

"La serie Netflix mi spaventava. Il mio senso di appartenenza tribale è per i centri sociali e la scena punk. Avevo paura - ha raccontato Zerocalcare - di incontrare l'incompatibilità ma ho trovato un equilibrio. Questo progetto mi aiuta a prendere le misure, a capire cosa sono in grado di fare e cosa no. Non volevo avventurarmi - ha continuato - in territori troppo sconosciuti, il modello infatti è quello del film La profezia dell'armadillo".

Strappare lungo i bordi è una serie molto romana ma che, allo stesso tempo, riesce ad essere universale: "Mi sono sempre chiesto quali fossero i miei lettori. Io credo che - ha spiegato Michele Rech - il comune denominatore del mio pubblico sia quello di essere un po' 'impicciati', ovvero inadeguati e insicuri a prescindere dalla classe sociale o dalla provenienza geografica".

"Con Netflix ho avuto un incontro virtuoso, lontano dalla censura", ha aggiunto ancora Zerocalcare. "Ho avuto libertà assoluta, qui c'è una parolaccia ogni tre parole ma non uso insulti sessisti, omofobi e razzisti a meno che non siano cose che metto in bocca a personaggi cattivi".

Nella serie ha un ruolo importante anche la musica. "La colonna sonora e la sigla sono firmate da Giancane. Poi da 'boomer' ci ho inserito roba punk, i Band of horses, Billy Idol, Tiziano Ferro, Manu Chao. Un cantautore italiano ci ha 'pisciato', volevo una cosa melensa da viaggio in auto con i genitori e al suo posto abbiamo trovato Ron, con Non abbiam bisogno di parole".

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