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Dal brand "antimafia" Corleone alle Diana di contrabbando, così ...

Dal brand antimafia Corleone alle Diana di contrabbando così
Le intercettazioni dell'inchiesta della Procura di Napoli che ha portato in carcere il neomelodico palermitano e la moglie Tina Rispoli con l'accusa di associazione camorristica. Avrebbero investito 35 mila euro in una fabbrica tabacco ad Acerra e con l'

Una fabbrica di sigarette di contrabbando ad Acerra, in provincia di Napoli, in cui avrebbero investito 35 mila euro, ma anche il marchio di abbigliamento "Corleone", pubblicizzato in radio ed anche sui più importanti quotidiani nazionali - che sarebbero arrivati a definirlo paradossalmente un "brand per l'antimafia" - sfruttando anche importanti testimonial come Lele Mora, il tutto in combutta con il boss di Secondigliano, Vincenzo Di Lauro. Sono questi alcuni degli affari che sarebbero stati portati avanti, sin dal 2017, dal cantante neomelodico palermitano Tony Colombo e dalla moglie Tina Rispoli e che adesso costano loro la gravissima accusa di associazione camorristica e che li hanno fatti finire in carcere stamattina nell'ambito di un più vasto blitz dei carabinieri di Napoli.

"In affari con i boss di Secondigliano": arrestati Tony Colombo e la moglie Il pentito: "Il boss voleva sfruttare la visibilità del cantante neomelodico"

Il clan, secondo la ricostruzione della Procura partenopea e come racconta in un interrogatorio del 2019 il pentito Salvatore Tamburrino "Vincenzo Di Lauro voleva anche fare una società con Tina Rispoli, eventualmente sfruttando la visibilità mediatica di Tony Colombo per sfruttare un marchio di abbigliamento a nome Corleone. Tina Rispoli tiene in mano i soldi del marito morto, Gaetano Marino. Non so se Tina abbia fatto investimenti nel traffico di contrabbando di sigarette di Vincenzo Di Lauro ma so che lo ha senz'altro fatto Raffaele Rispoli, suo fratello". E racconta pure, dopo aver riconosciuto la donna in foto: "Mi ricordo che nel 2012-2013, dopo la morte del marito, divenne proprietaria della piazza di spaccio del marito. So che Tony Colombo venne picchiato dai fratelli Rispoli dopo che la relazione con Tina divenne ufficiale, ma sempre per una ragione economica, perché a quel punto Tina iniziò a finanziare Tony Colombo e non più i fratelli e fu messa fuori dalla piazza di spaccio...".

"Colombo era pieno di debiti, lo finanziò Tina Rispoli"

Il collaboratore di giustizia aggiunge che "per quanto riguarda invece la carriera di Tony Colombo so che prima della relazione con Rispoli era pieno di debiti, poi è stato finanziato da lei" e anche che sarebbe stata la donna ad aprire la sala discografica di Secondigliano per il cantante, dove, secondo gli inquirenti, si sarebbero tenuti anche importanti summit. Il pentito precisa anche che la relazione tra il palermitano e Rispoli sarebbe stata decisamente poco apprezzata dai fratelli della donna: "I fratelli Rispoli accusavano Tony Colombo di mangiarsi i soldi della sorella (...) Vincenzo Rispoli bruciò personalmente l'auto di Tony Colombo per questi dissapori".

Il matrimonio, il concerto a piazza Plebiscito e i soldi del marito morto

Nell'ordinanza del gip di Napoli viene messo in evidenza come il cantante neomelodico palermitano e Tina Rispoli "decidevano di trasformare il loro matrimonio in un evento mediatico di grande risonanza, non solo per la pittoresca kermesse organizzata per la celebrazione del rito civile nel Maschio Angioino (il 28 marzo del 2019), quanto per l'organizzazione di un evento musicale in piazza del Plebiscito (il 25 marzo precedente). Rispoli, per la Procura, "risulta intestataria di notevoli asset immobiliari e finanziari sin dal periodo in cui il marito Gaetano Marino era a capo del clan omonimo e né lui né lei avevano altri redditi propri legittimi".

I 35 mila euro investiti nella fabbrica di sigarette di contrabbando

In questo contesto, Di Lauro "come sempre alla affannosa ricerca di denaro per finanziare le sue iniziative, si rivolge  - si legge ancora nell'ordinanza - ai facoltosi 'compari' che sono ben lieti di aiutarlo economicamente, pur di entrare nelle intraprese del boss". E uno degli affari realizzati insieme - con un investimento di 35 mila euro da parte della coppia - sarebbe quello della fabbrica di sigarette di contrabbando ad Acerra, dove sarebbero state prodotte migliaia di pacchi di "Regina rosse" e di "Diana", e sequestrata a dicembre del 2018.

"Mi serve subito un capannone..."

E' proprio Colombo a novembre di quello stesso anno a cercare spasmodicamente un capannone: "Mi serve un capannone di mille metri quadrati da prenderlo subito, anche in periferia, anzi è meglio... Anche domani stesso, possono vedere i miei cognati anche domani pomeriggio, io glielo dico e loro subito vengono", chiedeva a un suo contatto. Contestualmente, il 22 novembre del 2018, il fratello di Tina Rispoli, Raffaele, inviava al cantante la foto di una confezione di un pacchetto di Regina: "Oh Tony abbiamo finito tutto noi, stiamo nelle mani loro". Colombo chiedeva altre foto e il cognato: "No Tony sono riuscito a prendere solo questo perché stavo al buio, adesso ti raccomando non farle vedere ancora a nessuno".

Il sequestro e la disperazione: "Abbiamo perso tutto"

A dimostrare gli interessi del neomelodico nella fabbrica sono i messaggi scambiati con la moglie subito dopo il sequestro: "Hai saputo? Hanno preso il capannone di Raffaele, con tutti i macchinari" e lei: "Mio Dio, cioè la fabbrica? Sei sicuro che è quello?" e lui: "Com'è possibile? Nessuno sapeva niente, c'è qualcosa di strano... La cosa strana è che qua parlano che già stavano lavorando questi, hanno sequestrato queste (sigarette, ndr) qua già fatte". E a un'altra persona scriveva: "Abbiamo perso tutto, grave" e l'interlocutore chiedeva: "C'entravi anche tu?" e Colombo: "E certo"

"Ora stanno bene perché il cantante gli ha pulito tutti i soldi"

Per i carabinieri, già nel 2017, "i coniugi Colombo sono parte integrante di un'operazione finalizzata al riciclaggio del denaro del clan Di Lauro". Un dato che viene fuori chiaramente da un'intercettazione in cui una donna imparentata con il camorrista afferma: "Poi dicono che loro adesso stanno bene, perché il cantante gli ha pulito tutti i soldi... Il marchio che hanno... i magazzini che hanno aperto all'estero, tiene un mestiere che ha potuto pulizzare il marchio che tengono".

Il brand "Corleone", Lele Mora e i negozi a Secondigliano

E uno dei meccanismi per "pulire" il denaro ricavato da attività illecite sarebbe stato il marchio di abbigliamento "Corleone". Nel 2016 Vincenzo Di Lauro inaugura un negozio a Secondigliano, "Different 360", e contestualmente - afferma la Procura - "lavora in sinergia con Colombo per la creazione di un brand per cui si intende sfruttare a livello pubblicitario l'immagine del cantante neomelodico". Non mancano nell'ordinanza alcuni post pubblicati su Facebook in cui i capi di abbigliamento vengono sponsorizzati da personaggi famosi, come accade con Lele Mora. Un importante quotidiano nazionale, peraltro, nel 2017 definiva il marchio Corleone (registrato formalmente da Tony Colombo) come "un brand per l'antimafia" probabilmente anche in seguito alla pubblicità pagata dal neomelodico su quelle stesse pagine.

"Sto preparando uno spot ci prendiamo tutto il popolino"

Colombo si sarebbe tenuto sempre in contatto con il boss Di Lauro, inviandogli foto di capi di abbigliamento e pubblicitarie: "Sto preparando uno spot per la radio in promo per un anno tutti i giorni, prendiamo tutto il popolino, quelli che spendono - diceva il cantante palermitano - li distruggiamo tutti e vinciamo, questo progetto porterà tanto". Ad un certo punto invia anche uno spot, con in sottofondo - immancabilmente - la colonna sonora del film "Il padrino" e poi una voce che dice: "Corleone brand, l'innovazione della moda, Corleone Brand il nuovo marchio del lusso, fascino, eleganza, solo per i numeri uno. Corleone non è solo abbigliamento ma uno stile di vita. Corleone brand, l'innovazione della moda'" e aggiunge: "Per la radio, vedi se ti piace".

Il prestito dei boss e l'ascesa del neomelodico

Gli investigatori sostengono che "dopo l'assassinio del marito per mano degli Abete Abbinante, Tina Rispoli gli è succeduta 'per rappresentazione' nell'eredità del marito ed emerge anche la carriera del cantante neomelodico Tony Colombo, inizialmente fidelizzato al clan con un mutuo così oneroso da non poter essere restituito e quindi legato sempre più da un vincolo anche personale alla Rispoli, trasformatosi in una relazione nel 2015 seguita da un fidanzamento e matrimonio nel 2019. A tale parabola corrisponde anche un legame sempre più stretto tra Colombo e il clan Di Lauro".

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