L'opposizione turca ha vinto le elezioni a Istanbul e Ankara Il Post
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Domenica in Turchia si sono tenute le elezioni amministrative: 58 milioni di persone sono state chiamate a rinnovare i sindaci di oltre quattromila città, decine di migliaia di consigli comunali e provinciali, più altre cariche minori. Il presidente Recep Tayyip Erdogan sperava che i candidati da lui sostenuti nelle principali città del paese – la capitale Ankara, ma soprattutto Istanbul, per via della sua enorme importanza economica e sociale – vincessero. Invece il partito popolare repubblicano (CHP), la principale forza d’opposizione del paese, è stato riconfermato al governo di entrambe le città.
Ad Ankara Mansur Yavas ha dichiarato vittoria dopo sole tre ore dalla chiusura delle urne: secondo i risultati disponibili con il 70 per cento dei voti scrutinati, ha ottenuto il 59 per cento delle preferenze contro il 33 per cento di Turgut Altinok, del partito conservatore AK, lo stesso di Erdogan. Il CHP, il più grande partito di opposizione a Erdogan, è considerato oggi un partito tendenzialmente di centrosinistra, con qualche elemento nazionalista ereditato dal fondatore della Turchia moderna, Kemal Atatürk.
A Istanbul gli scrutini non sono ancora conclusi, ma il candidato del CHP Ekrem Imamoglu, già sindaco della città e principale leader dell’opposizione a livello nazionale, ha un vantaggio impossibile da colmare per Murat Kurum, ex ministro del governo Erdogan candidato con il partito del presidente. Secondo i risultati preliminari, infatti, Imamoglu avrebbe più del 50 per cento dei voti, mentre Kurum si sarebbe fermato al 40 per cento. Imamoglu si è detto «molto contento» dei risultati.
La vittoria di Imamoglu è considerata particolarmente rilevante perché Erdogan stesso si era dato l’obiettivo elettorale di “riprendere le città” che erano state vinte dall’opposizione delle amministrative del 2019, a partire da Istanbul, dove il presidente è nato e dove ha avviato la sua carriera politica. Inoltre Erdogan sperava che i risultati di domenica gli confermassero «di non avere più avversari temibili» – come spiegato prima delle elezioni da Soner Cagaptay, uno dei principali esperti internazionali di Turchia – e di potersi quindi concentrare sulla riforma costituzionale che gli permetterebbe di candidarsi per un ulteriore mandato dopo la fine di quello attuale nel 2028, cosa che al momento non potrebbe fare.
Secondo l’agenzia Anadolu, la principale agenzia di stampa di stato turca, l’affluenza alle urne è stata del 76 per cento. I risultati preliminari dicono che il CHP avrebbe ottenuto la maggioranza dei voti in 36 delle 81 province in cui si tenevano le elezioni, e che sarebbe in vantaggio a Izmir e Bursa, altre due grandi città turche.
Una sostenitrice del CHP festeggia a Istanbul (AP Photo/Khalil Hamra)