Blanco a San Siro è stato Sturm und drang
Tempesta e assalto, impeto e passione. Nella sua notte magica a San Siro con l'Innamorato Tour Blanco è stato sturm und drang. Uno show diviso in quattro atti, in cui la suddivisione in capitoli è in realtà molto più intricata, tanto è il crescendo di emozione. Il palco sembra quasi farsi tempio, una cattedrale con due navate e un spazio centrale dove va in scena lo spettacolo, uno show in cui non si capisce quale parte sia scritta su un copione e quale, ad esempio la pioggia battente, vi sfugga. Tutto sembra racchiuso in un cerchio perfetto, per una notte sola. Sullo schermo proiettano stralci in bianco e nero del concerto, tutt'intorno è un tripudio di stelle e lucciole digitali: schermi del cellulare che ondeggiano, poi saltano, poi si riposano, poi ancora guizzano. E Blanco, attore principale di questa commedia ben scritta, non lesina amici e successi da proporre al suo pubblico. Anzi, per dirla con lui, “la mia famiglia, ancora di più stasera che mia madre non è potuta esserci”. Gli ospiti si alternano ed è tutto un urlo, uno stupore, una conferma che, sì, “è venuto anche lui al concerto!”. Sfilano, tra gli altri, Madame, Marracash, Lazza, Mahmood, Mace ed è tutto un tripudio di vita. La giovinezza di Blanco fluisce veloce e contagia il mare umano che, di rimando, gli restituisce altrettanta grinta. C'è chi era qui dal mattino per aggiudicarsi i posti sottopalco, chi sul palco - invitato da Blanco - c'è salito davvero per godere lo spettacolo “dalla mia prospettiva, guardate quanto è pazzesco da quassù”.
Un mare umano, un mare di brividiIl pubblico è, come sempre, ma contagiato dallo Sturm und drang di chi sta sul palco, forse anche di più, un mare umano che assorbe onde sonore e rimanda riflessi di entusiasmo mai domo. Blu celeste, Mi fai impazzire, Brividi, La canzone nostra, Lacrime di piombo, L'isola delle rose, Belladonna, Nemesi, Notti in bianco, Nostalgia, Fotocopia, Finché non mi seppelliscono e tutte le altre. Finché non ascolti la seguente, pensi che, sì, questo sarà in definitiva il pezzo che più ti ha emozionato, che nel cuore da notte invierai a qualcuno di speciale o che terrai per te pensando a qualcuno di speciale. Poi, però, di sottecchi, ne arriva un altro che ti fa fare lo stesso pensiero e allora ogni possibilità si ribalta. Sembra di stare su un ottovolante a San Siro: la rabbia, la gioia, la delusione, l'amore, la nostalgia, il rimpianto. Ogni riflesso della scibile emotivo sembra in qualche modo non essere esente dall'avere un occhio di bue puntato addosso. Tra atmosfere più rock, pop, in acustico, e sempre in compagnia del fedele Michelangelo, Blanco, anima tormentata e viso angelico, queste ali le mette davvero. Pure quando vola a distruggere la scritta Tu mi fai impazzire sul palco sembra planare, con leggerezza, su oggetti e concetti. Anima, cuore e sudore, fino ai fuochi d'artificio in chiusura.