Bodies su Netflix è l'esempio di quando l'high-concept non funziona
In Bodies il magnete con cui attirare lo spettatore dovrebbe coincidere con la risoluzione del rompicapo dei quattro cadaveri attraverso una miriade di svolte narrative. All'inizio è senz'altro così. La direzione presa dal finale e relative risposte conducono tuttavia a un esito deludente e scontato, specialmente, come accennato più sopra, per chi bazzica i racconti sui viaggi nel tempo. Nel suo obiettivo auspicabilmente primario, ovvero offrire una storia imprevedibile e avvincente che tenga lo spettatore incollato in modalità binge-watching per la durata di otto episodi, Bodies tendenzialmente fallisce prima di raggiungere la metà della sua narrazione. Almeno parzialmente, per i motivi di cui sopra. Il fatto che lo sceneggiatore Paul Tomalin prenda la storia – e se stesso - tanto sul serio e dispensi ogni puntata senza un briciolo di ironia, è vagamente imbarazzante, e lo è ancor di più considerando che tale auto-consapevolezza non provenga da qualcuno che ha firmato un capolavoro.
Tomalin è l’autore della puntata più traumatizzante e tragica del già cupissimo spinoff di Doctor Who Torchwood, Continuano a uccidere Suzie, nonché del poco riuscito The Frankenstein Chronicles. Da questi si evince una certa propensione a adottare registri poco appetibili per chi predilige toni più lievi, o per lo meno stemperati da sprazzi di sollievo comico. Non è un difetto, di per sé, ci teniamo a sottolinearlo, ma in Bodies un po' di autoironia non guasterebbe. Tomalin ha anche collaborato con Paul Abbott alla stesura di No Offence, meraviglioso poliziesco al femminile, e questo è evidente quando ci si sofferma sui personaggi dei quattro detective protagonisti. Se lo show si attesta comunque come una serie che vale la pena di essere vista, è per le figure in particolare di Hasan, Whiteman, Hillighead e Maplewood. Sono tutti, per un verso o per l’altro, uomini e donne appartenenti a una minoranza – gay, disabili, ebrei, musulmani – in quel di Londra, sono tutti personaggi ben delineati, coinvolgenti e realistici per i quali si prova immediatamente empatia.