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Calabria, le scuse di Conte: «Fatti passi falsi, mi assumo tutta la responsabilità»

Calabria le scuse di Conte Fatti passi falsi mi assumo tutta la responsabilità
«Le decisioni prese nel confronto con i ministri». Il premier soddisfatto per l’intesa con Emergency
Calabria, le scuse di Conte: «Fatti passi falsi, mi assumo tutta la responsabilità»Calabria, le scuse di Conte: «Fatti passi falsi, mi assumo tutta la responsabilità»

ROMA «Mi assumo tutta la responsabilità». Alle nove di sera, quando Giuseppe Conte risponde al telefono da Palazzo Chigi, tutto è già successo. Il clamoroso passo indietro di Eugenio Gaudio, la rissa che lacera la maggioranza e il bombardamento della destra per la catena di gaffe, siluramenti e arretramenti sul commissario della Sanità in Calabria. L’incipit del premier, che ammette i «passi falsi» e spera di trovare al più presto «la persona giusta», è netto: «Mi assumo tutta la responsabilità». Lo ripete una, due, cinque volte, perché è chiaro che ha urgenza di ricompattare la maggioranza: «Non si è aperta nessuna crepa per un motivo semplice. È stato un percorso condiviso con tutti i ministri coinvolti».

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Dello scontro tra Pd e 5 Stelle sul Mes e sugli altri dossier Conte non vuol parlare: «Tensioni fortissime? Non direi... C’è la giusta preoccupazione e il forte dispiacere per non avere ancora trovato la soluzione ottimale per la comunità calabrese». Il commissario «di elevata caratura professionale» ancora non si è trovato, ma Conte promette una «svolta immediata», che ha il nome e il cognome di Gino Strada. Il fondatore di Emergency non prenderà il posto di Gaudio come commissario: «Nei tanti colloqui di questi giorni non ha mai dichiarato di essere interessato a questo profilo e io non gliel’ho mai proposto, ritenendo non fosse interessato a trasferirsi in Calabria per ripianare la voragine dei conti».

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Ma da oggi Strada sarà lì per dare una mano sul fronte dell’emergenza: «Il fatto nuovo è che dando seguito al confronto in Protezione civile con Boccia e Borrelli abbiamo siglato una convenzione in virtù della quale, come da me auspicato, Emergency già da domani (oggi, ndr) sarà operativa per l’emergenza in Calabria con ospedali da campo e collaborerà a realizzare Covid hotel». Per placare le tensioni fortissime che il caso Calabria ha portato a galla il premier si addossa il peso della figuraccia che ha fatto perdere la faccia al governo: «Mi assumo tutta la responsabilità. Non solo del fatto che la designazione di Gaudio non sia andata a buon fine, ma anche delle precedenti designazioni».

Di Cotticelli, che a sua insaputa doveva redigere il piano per il rientro della voragine finanziaria e che, ammette Conte, «si è scoperto essere in difficoltà in quel ruolo e anzi mi dispiace che si sia scoperto così tardi». Anche le scuse arrivano tardi, con il timoniere che, nella burrasca, fatica a guidare la caravella giallorossa. «E mi dispiace — continua Conte — anche per il fatto di non avere risolto per la sanità calabrese con la seconda designazione, quella di Zuccatelli». L’uomo scelto da Roberto Speranza è stato costretto alle dimissioni per la gaffe delle mascherine che «non servono a un c...», e anche qui Conte ammette lo scivolone: «Gestisco tanti dossier, non ho la possibilità di effettuare controlli nel dettaglio, ma è evidente che le responsabilità non possono che ricadere prioritariamente su di me, se coinvolgono il governo». I rapporti con il ministro della Salute sono ai minimi termini? «Assolutamente no. Il processo decisionale si è sviluppato nel pieno confronto con tutti i ministri direttamente coinvolti». Come a dire che non ha scelto da solo. E poiché Speranza avrebbe voluto tenersi Zuccatelli, Conte conferma che la persona è di «assoluta competenza». Ma poi è spuntato quel video imbarazzante, con quelle «dichiarazioni inappropriate che hanno aperto una ferita con la comunità calabrese». Ferita che il premier avrebbe voluto sanare con «l’alto profilo» di Gaudio («Mi ha colpito, non sapevo fosse calabrese»), poi però è venuto fuori che la moglie non vuole trasferirsi a Catanzaro. È solo questo, il motivo del passo indietro? O hanno pesato i sospetti sul concorso alla Sapienza al quale Conte voleva partecipare con Gaudio rettore? «Io posso allontanare i sospetti, ma è difficile allontanare le stupidaggini. Mai avuto rapporti col rettore Gaudio da candidato».

E c’entra qualcosa Arcuri, altro calabrese? «No, Gaudio è un nome che lievita da solo. Non fantastichiamo». Non sarà stato invece per l’inchiesta sui concorsi truccati o per le proteste veementi dei 5 Stelle? «Per quanto riguarda i problemi familiari — si limita a rispondere Conte — il rettore me li ha riferiti in maniera trasparente, confidando di poterli superare».

17 novembre 2020 (modifica il 17 novembre 2020 | 23:48)

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