Calabria tre commissario: caffè gramellini
L’ennesimo commissario alla Sanità calabrese ha rinunciato all’incarico perché la moglie non intende trasferirsi a Catanzaro. Che cosa sarà successo? Ipotesi uno: il governo chiama l’ex rettore della Sapienza, Eugenio Gaudio, e gli offre la poltroncina avvelenata. Lui accetta, poi però si spaventa e si tira indietro, dando la colpa alla moglie. Ipotesi due: accetta, ma si guarda bene dal dirlo in casa. «Caro, che voleva Conte al telefono?». «Niente, tesoro, solo propormi una laurea ad honorem per Casalino». La signora Gaudio accende il televisore, scopre che il marito è stato nominato a sua insaputa e, piccata, mette il veto. Ipotesi tre: il veto della moglie è una scusa per nascondere l’imbarazzo del governo alla scoperta che Gaudio risulta indagato a Catania in un’inchiesta sui concorsi universitari. Eppure non si tratta di un’informazione top secret recapitata a Speranza in piena notte da James Bond, bensì di una notizia facilmente reperibile su qualsiasi motore di ricerca. Capisco che il governo, per non farsi condizionare dalle trappole del pensiero, abbia adottato la linea delle nomine impulsive. Ma se prima di procedere si fosse ritagliato un minuto per andare su Google, avrebbe magicamente scoperto che il designato Zuccatelli aveva in uggia le mascherine e che il suo gaudioso successore era sotto inchiesta.
Di impulso in impulso, prosegue la sfida tra Calabria e Perù. Là sono al terzo presidente nominato in una settimana, ma per il momento siamo ancora in vantaggio noi.
18 novembre 2020, 07:09 - modifica il 18 novembre 2020 | 07:10
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