Temi caldi chiudere

Morto Cesare Romiti, manager duro e quasi brutale (ma vero fino in fondo)

Morto Cesare Romiti manager duro e quasi brutale ma vero fino in fondo
Al timone di Fiat durante l’autunno caldo 1980, era la figura di riferimento di Mediobanca nell’industria italiana. Incarnava l’eccezione italiana

Servizioaveva 97 anni

Al timone di Fiat durante l’autunno caldo 1980, era la figura di riferimento di Mediobanca nell’industria italiana. Incarnava l’eccezione italiana

di Paolo Bricco

Addio a Cesare Romiti
Al timone di Fiat durante l’autunno caldo 1980, era la figura di riferimento di Mediobanca nell’industria italiana. Incarnava l’eccezione italiana

18 agosto 2020

6' di lettura

È morto Cesare Romiti. Aveva compiuto 97 anni il 24 giugno. Romiti è stato uno degli archetipi della storia italiana. Per il percorso professionale, che ha avuto il suo cuore nella Fiat, la principale Impresa-Stato che l’Italia abbia avuto nel Novecento. E per il suo essersi trasformato – nella rappresentazione della vita pubblica del nostro Paese – in una personalità paradigmatica grazie alla caratura, all’intensità e alla forza del suo potere.

L’uomo dell’eccezione italiana

Romiti si è trovato – mille volte – ai crocevia di un Paese in cui appunto il potere non è mai univoco, ma esiste in dimensioni mutevoli e molteplici ed è sempre all’intersezione fra differenti dimensioni, ai confini fra tanti mondi: l’industria e la finanza, la politica e l’editoria, la geopolitica e i circoli internazionali riservati. In questo, lui ha rappresentato la norma italiana. Ma Romiti ha costituito anche l’eccezione italiana. In un Paese in cui il potere spesso si trasmette e non si conquista e le carriere sovente si ereditano e non si costruiscono, è infatti partito da condizioni molto umili. È di Roma. È il secondo di tre fratelli. È figlio di un impiegato delle Poste che muore all’improvviso a 47 anni lasciando la famiglia in condizioni finanziarie non semplici. Si diploma in ragioneria e si laurea in economia, nell’università della sua città, studiando la sera e lavorando di giorno.

L’apprendistato in Bombrini Parodi Delfino

Il primo passaggio fondamentale è nel 1947, quando all’età di 24 anni viene assunto al Gruppo Bombrini Parodi Delfino. L’azienda di Colleferro, nella campagna laziale, ha due caratteristiche. La prima è la specializzazione in produzioni militari. La seconda è connessa alla prima: per la sua natura strategica, è sotto l’ala protettrice e sotto l'occhio vigile dei servizi e delle strutture di sicurezza occidentali, non solo italiane, ma soprattutto americane. La miscela di specializzazione industriale avanzata e di cifra politica atlantica rende questa impresa una fucina della classe dirigente industriale e finanziaria, formata oltre che alle logiche della fabbrica e del mercato anche al senso della diplomazia e degli equilibri, visibili e invisibili. Romiti, a Colleferro, diventa direttore finanziario e lavora a fianco di Mario Schimberni: il futuro presidente della Montedison è responsabile dell’amministrazione e del controllo di gestione. Dopo la fusione con la Snia Viscosa, nel 1968, Romiti diventa direttore generale e inizia a costruire il rapporto di fiducia personale con Cuccia, che segnerà la sua ascesa definitiva.

Addio a Cesare Romiti, protagonista della storia dell'industria italiana
Addio a Cesare Romiti, protagonista della storia dell'industria italiana

Photogallery14 foto

Visualizza
La fiducia di Cuccia, Alitalia e poi la Fiat

Nel 1970 è prima direttore generale e poi amministratore delegato dell’Alitalia, confermandosi uno dei manager di Stato più determinati e influenti. Nel 1973 è all’Italstat. Nel 1974, nel pieno della crisi petrolifera che sta dissestando i conti della Fiat, su richiesta di Gianni Agnelli Cuccia lo segnala come direttore centrale di finanza, amministrazione e controllo del gruppo. La sua posizione è quella di uomo dei conti. Nel 1976 diventa amministratore delegato, insieme a Umberto Agnelli – anche vicepresidente e poi in politica con la Dc – e a Carlo De Benedetti, che ha una posizione di preminenza, ma che lascia l’incarico dopo cento giorni.

Quell’autunno caldo del 1980

Da allora, l’ascesa di Romiti dentro alla Fiat e dentro l’economia e la società italiane è formidabile. Un passaggio importante avviene nel 1980. Gradualmente ma con determinazione espelle la violenza e annichilisce l’anarchia dentro alle fabbriche. La sinistra radicale ha, in alcuni casi, subito una metastasi nella lotta politica armata, in tutta Italia e, anche, a Torino. Il sindacato ha quasi perduto il controllo di se stesso. Nessuno riesce a ristabilire l’ordine negli impianti. L'azienda è fuori mercato. Il 5 settembre 1980 la Fiat mette in cassintegrazione per 18 mesi 24mila dipendenti (quasi tutti operai). L’11 settembre – dopo una settimana di trattative con i sindacati, dure al limite del parossismo – la Fiat annuncia 14.469 licenziamenti. A questa decisione – in una Fiat in cui ha in mano ogni leva strategica, gestionale e «disciplinare» Romiti – corrispondono lo sciopero e i picchettaggi ai cancelli. Il 26 settembre Enrico Berlinguer è a Torino e esprime ai lavoratori l'appoggio del Partito Comunista.

Simili scatti
Archivio notizie
  • Spezia Salernitana
    Spezia Salernitana
    Spezia-Salernitana 1-1, autorete di Caldara e gol su pallonetto di ...
    2 Apr 2023
    2
  • Mary Lou Retton
    Mary Lou Retton
    L'ex campionessa olimpionica Mary Lou Retton gravissima in ...
    12 Ott 2023
    4
  • 1 gennaio 2020
    1 gennaio 2020
    Rivoluzione bollo auto dal 1° gennaio 2020
    1 Gen 2020
    1
  • Fabio Nova
    Fabio Nova
    ISABELLA RICCI E FABIO MANTOVANI A UOMINI E DONNE 'CI SPOSIAMO'/ Poi lite con Armando
    16 Maggio 2022
    5
  • The Bear
    The Bear
    The Bear 4 dovrà spiegarci parecchie cose
    15 Ago 2024
    7
  • Gifted
    Gifted
    Gifted, Il dono del talento: stasera su Rai 1 il film con Chris Evans
    10 Gen 2024
    4
Scatti più popolari di questa settimana