Commemorazione dei defunti, dalle lapidi col Qr Code alle esequie online: così il ricordo viaggia in Rete
![Commemorazione dei defunti dalle lapidi col Qr Code alle esequie online così il ricordo viaggia in Rete](/thumb/phpThumb.php?src=%2Fuploads%2Fnews%2F39%2F3965%2F8%2F3965894-commemorazione-dei-defunti-dalle-lapidi-col-qr-code-alle-esequie-online-cos-i.jpg&w=706&hash=7d5bbd4713de3fbdc859ba6febd44eb6)
Cimiteri virtuali, siti web dove ricordare i cari estinti, esequie in rete, tombe col Qr Code, blog commemorativi, social dedicati alla morte. La digitalizzazione della vita digitalizza anche la morte. E il mondo dei più si trasferisce in internet. Infatti, si calcola che entro qualche decennio in rete ci saranno più morti che vivi. Anche perché se noi siamo mortali, il nostro profilo social invece è immortale.
Gli effetti del CovidGià prima della pandemia le visite ai cimiteri nei giorni di Ognissanti e del 2 novembre, tradizionalmente dedicati al culto dei trapassati, erano in netto calo per mancanza di tempo. Poi è arrivato il Covid che ha impedito di celebrare i funerali, smaterializzando progressivamente usi e costumi funebri. Aprendo la via al cordoglio in remoto, una specie di lutto in Dad. Di fatto, la mutazione antropologica prodotta dal web, che ha cambiato le coordinate della nostra vita si riflette anche nel nostro rapporto con la morte. Così la realtà virtuale viene in soccorso di un’umanità che ha i minuti contati, ma non vuole rinunciare a mantenere un legame con le persone care che non ci sono più. E la tecnologia traduce in nuovi riti il bisogno umano di ricordare e onorare i cari estinti, per rendere sostenibile un dolore insostenibile.
![La "lapide parlante" reclamizzata sul sito della Monuments.com di Bellevue negli Stati Uniti](/thumb/phpThumb.php?src=https%3A%2F%2Fwww.repstatic.it%2Fcontent%2Fnazionale%2Fimg%2F2022%2F11%2F01%2F114440740-925a5af0-9f94-4808-93ee-868163ed4538.jpg&w=728&hash=8ad89ec1710cabb09e339a631fae15f3)
In questi anni si sono moltiplicati i siti che consentono di mantenere vivo il rapporto di vicinanza e di ricordanza con i nostri cari che non ci sono più. Così quel legame che Ugo Foscolo nei Sepolcri chiama “corrispondenza d’amorosi sensi” adesso diventa connessione permanente. Immateriale, ma non per questo meno intenso. Ci sono piattaforme dove è possibile postare fiori dedicandoli alla persona che vogliamo ricordare, oppure piantare alberi jpg appendendo ai rami dei pensieri affettuosi. Si possono perfino noleggiare barche digitali per spargere le ceneri in un mare a cristalli liquidi. O creare Gif pieni di commozione. O caricare su TikTok il ricordo della vita insieme.
Le mappe online dei camposantiMa ci sono websociety che hanno messo online la pianta di molti cimiteri di paesi ad alto tasso di emigrazione, per consentire a cittadini e comunità separate dall’oceano di visitare le tombe dei parenti che dormono a migliaia di chilometri di distanza. Inviando fiori grazie ad una rete di fiorai consorziati. O attivando lampade votive da remoto. Pochi euro per accendere un lumino ad Atlantic City e farlo brillare in tempo reale ad Avellino. Mentre i vecchi registri di condoglianza vengono sostituiti da hashtag dove è possibile caricare contenuti, immagini, foto e video sulla vita di chi non è più fra noi.
https://bari.repubblica.it/cronaca/2022/10/31/news/taranto_al_cimitero_unapp_per_trovare_i_defunti_allingresso_i_cartelli_con_il_qr_code-372376338/?ref=RHVS-BG-I270680376-P11-S3-T1
Il robot del caro estintoNei casi più estremi i social ci offrono la possibilità di interagire, perfino di chattare con il defunto, grazie ai griefbot, letteralmente i robot del lutto. Raccolgono dal web ogni traccia lasciata in vita dalla persona e poi ne creano un clone che ha la stessa voce e la stessa risata. L’effetto destabilizzante consiste nell’illusione di un dialogo postumo, di una vita che sopravvive alla morte. Con uno spaesante cortocircuito fra presenza e assenza, tra la scomparsa dell’individuo in carne e ossa, e la sua sopravvivenza tecnologica. Tra l’altra vita e la second life.
E le pietre della memoriaNon meno spiazzanti sono le lapidi interattive, conosciute anche come living headstones, le pietre parlanti. Basta inquadrare con lo smartphone il QR Code che è sulla tomba per ascoltare, spesso dalla voce della persona scomparsa, ricostruita grazie a un algoritmo, aneddoti, discorsi e particolari della sua vita. Cioè il tessuto vivente del ricordo, struggente e straziante, che ci lega a chi è scomparso. E spesso quel legame affettivo diventa un link interattivo. Che ci spezza il cuore. Come accade, sempre più frequentemente, quando Facebook o Instagram ci ricordano che è il compleanno di chi non può più festeggiarlo. Insomma, l’Aldilà irrompe nel mondo del web, che a sua volta lo contagia con la sua viralità incorporea e tendenzialmente immortale. Il risultato è una community di milioni di anime che dialoga con noi. Come da una commovente Spoon River digitale.