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I primi 40 anni di Cristiano Ronaldo: a un passo da quota 1000 gol

I primi 40 anni di Cristiano Ronaldo a un passo da quota 1000 gol
Un Campione che non smette di segnare e sognare

I miei primi quarant'anni, si potrebbe riassumere così, con il titolo del famoso libro anni Ottanta, la vicenda umana e sportiva di Cristiano Ronaldo, 40 anni il 5 febbraio 2025, un Campione che non smette di segnare e sognare.

Con la doppietta realizzata nel travolgente 4-0 dell'Al-Nassr sull'Al Wasl, in AFC Champions League, il portoghese di Funchal ha raggiunto quota 923 reti in carriera e mostrato ancora una volta il suo talento senza tempo.

Quota mille si avvicina, ma non la sente come un traguardo indispensabile, certo com'è del proprio valore: "Sono il miglior marcatore, il più completo. Il migliore della storia? Credo di sì, non ho mai visto nessuno più bravo di me" ha detto in una intervista alla tv spagnola 'La Sexta'.

Io e Messi come Prost e Senna

Come ci riesce a quest'età? "Mi sveglio ancora con la voglia di allenarmi e giocare. Forse un po' meno di prima, ma è la mia passione, mi piace quello che faccio".

E' stato un pioniere del calcio saudita. "Mi piacciono le grandi sfide", e poi "ho lasciato Madeira a 12 anni, ho visto paesi, culture... quindi non è stato difficile. Ho solo bisogno di avere accanto la mia famiglia, i miei figli e Georgina".

A chi guarda quel campionato dall'alto in basso risponde che "non sa di cosa parla. Quando ho deciso di trasferirmi non pensavo che la Lega sarebbe cresciuta così in fretta, ma sapevo che in uno o due anni sarebbe stata al top, come è ora", tanto da non avere nulla da invidiare alla MLS nordamericana, secondo CR7.

La rivalità con Messi é stata più che altro "una sana lotta, come tra Prost e Senna". "Abbiamo condiviso il palco dei premi per 15 anni e siamo sempre andati d'accordo - sottolinea -. Mi ha sempre trattato bene, ha difeso il suo club e la sua nazionale e io il mio. Ci siamo nutriti a vicenda".

Delle tante squadre per le quali ha giocato ricorda con affetto soprattutto il Real Madrid, "per me il club più grande del mondo". "Mi piaceva giocare al Camp Nou, mi fischiavano, mi divertiva di più segnare lì che al Bernabéu".

Delle attuali stelle del Real, pensa che le difficoltà di Mbappé siano dovute al fatto che "non sa giocare da centravanti, non è la sua posizione. Se fossi ancora al Real gli insegnerei a giocare da 9. Io non sono in area, appaio in area".

Il mancato Pallone d'Oro a Vinicius non l'ha sorpreso "perché non c'è credibilità", però lo ha deluso: "Lo meritava, ha vinto la Champions...". Bellingham "ha ancora molta strada da fare, mi ricorda Zidane. Ha 21 anni e tutto il futuro davanti a sé. Il ragazzo sarà una star".

Ad un domani senza pallone non pensa: "Potrei abbandonare l'agonismo oggi e non me ne pentirei. Ma sarebbe un peccato perché vado ancora molto bene. Mi direi 'accidenti, posso continuare a fare la differenza per un altro anno o due'. Ecco perché vivo molto nel presente e non riesco a pensare a lungo termine".

In oltre cinque lustri di professionismo CR7 ha incontrato tanti allenatori. "Ho imparato da tutti loro", non ultimo Ancelotti: "Carlo mi piace molto, è una persona spettacolare, un signore del calcio. Abbiamo vinto tanto insieme. La pressione al Real è enorme e lui ci è abituato".

Photo by Yasser Bakhsh/Getty Images)

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