Sci, a Cervinia salta anche la prima discesa libera femminile: troppo ...

Prosegue il calvario (ampiamente prevedibile) delle discese sulla Gran Becca, la pista che parte Zermatt, in Svizzera, e arriva poco sopra Cervinia, in Italia. Per ora l’effettuazione delle prime gare transnazionali della Coppa del Mondo di sci rimangono un pio desiderio.

Gli organizzatori hanno dovuto cancellare pure la prima prova femminile, prevista per sabato 18 novembre. La settimana scorsa erano saltati entrambi gli appuntamenti maschili, mentre nel 2022 (con le gare inserite nel calendario un po’ prima, tra fine ottobre e inizio novembre) il forfait era arrivato addirittura nella fase di verifica delle condizioni del tracciato, all’epoca con un innevamento scarso.

Tirando le somme, il bilancio è fallimentare: per ora è stato possibile effettuare solo una prova maschile e una femminile, sulle tre complessive per ciascuna categoria. Domenica 19 è previsto l’ultimo tentativo di disputare una gara: al cancelletto di partenza — se mai si aprirà — di nuovo le donne. Ma tutto è nelle mani del meteo, che per la giornata prevede coperture nuvolose: potrebbero non esserci precipitazioni, però potrebbero nascere problemi di visibilità.

La cancellazione della discesa di sabato è dipesa dal forte vento in quota (lo starting point principale è a oltre 3800 metri), che in prima battuta ha costretto a tenere fermi gli impianti di risalita. Ci sono stati poi rinvii della ricognizione delle atlete, indicando le 13.15 quale ora limite per la partenza della gara (prevista in prima istanza alle 11.45). Alle 9.45 la giuria ha effettuato l’ispezione, quasi subito è arrivata la notizia della cancellazione.

Questo ennesimo flop darà di sicuro la stura a nuove polemiche su una prova che è stata anche duramente osteggiata (con ricorsi, oltretutto vinti) da parte delle associazioni ambientaliste che hanno contestato interventi non consentiti nella zona del ghiacciaio del Teodulo. A questa battaglia si uniranno adesso le critiche di chi continua a far notare la complessità dello scenario: la Gran Becca è una pista aperta, prossima a un ghiacciaio, esposta al vento e alle bizze del meteo. Poi c’è il periodo, assolutamente poco adatto. Ma gli organizzatori hanno pensato a un appuntamento della Coppa del Mondo in pieno autunno per lanciare la stagione invernale.

Gli impianti per lo sci sono stati rifatti con esborsi importanti e c’è dunque l’esigenza di ammortizzare gli investimenti: ma in questo modo il rischio è quello di una contro-pubblicità. Anche se domenica si dovesse correre, sembra davvero suonata la campana per un progetto magari affascinante, ma costosissimo e di improbabile realizzazione. Ha detto, off the record, un personaggio autorevole: «Pensare di organizzare una gara qui è come pensare di fare correre sull’Everest».

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