“In coma ho capito che la morte non esiste, è un posto bellissimo
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“Camminavo su un prato verde e intorno c’erano tanti alberi bianchi e alti, come cipressi. Tanta luce. Ero sola. Stavo bene […] Ho capito allora che la morte non esiste“: Dora Moroni si racconta al Corriere della Sera a partire da quell’incidente che la notte del 13 luglio 1978 le cambiò per sempre la vita. Valletta inizialmente “muta” di Corrado a “Domenica In”, Moroni aveva 23 anni quando la macchina su cui viaggiava, guidata proprio dal conduttore, andò a schiantarsi contro il guard-rail dell’autostrada, ma lei non ricorda nulla: “Dormivo sul sedile posteriore. Non me ne sono nemmeno accorta. Fui sbalzata fuori”.
In coma per sei settimane e dopo 3 arresti cardiaci, alla fine si svegliò e provò rabbia nei confronti della madre: “Le sue preghiere, quasi ossessive, mi avevano riportato indietro. Ma io non volevo più tornare di qua. Svegliarmi fu un trauma”. Dora avrebbe preferito rimanere in quel “posto bellissimo” in cui ha capito che “la morte non esiste. Da allora non ne ho più paura, anzi, mi piacerebbe morire” perché “lì non c’è dolore, è l’inizio di una vita più serena”.
Nell’intervista rivela che Corrado “è venuto a trovarmi in ospedale una volta a settimana. Poi basta”. Da parte sua nessuna scusa o richiesta di perdono: “Non mi ha detto niente“. Tra i colleghi del mondo dello spettacolo, invece, qualcuno le è stato vicino, e Moroni fa i nomi: “Donatella Rettore, all’inizio. Mara Venier, fino a un certo punto. Barbara D’Urso, mi ha aiutata per tante cose”. Oggi che ha 70 anni dice di aver chiuso con l’amore da un pezzo: “Non è facile trovare un uomo che mi stia accanto con tutti i miei problemi di salute […] Cammino tutta storta per il dolore. Ci ho rinunciato. Ho mio figlio Alfredo, gli amici, i miei due gatti Alfred e Marti, mi bastano”, chiosa.