Elezioni in Turchia, seggi aperti e 64 milioni di cittadini al voto
Nel Paese si vota dalle 8 alle 17 (ora locale) per eleggere il presidente e i membri del Parlamento, scelti attraverso un sistema proporzionale. Il capo di Stato in carica Recep Tayyip Erdogan corre contro Kemal Kilicdaroglu, che guida un'alleanza composta da vari partiti di opposizione e negli ultimi sondaggi è risultato in testa, e Sinan Ogan leader di una coalizione di partiti minori
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Seggi aperti dalle 8 (le 7 in Italia) alle 17 (le 16 in Italia) in Turchia per le elezioni parlamentari e presidenziali. Compreso il numero dei residenti all'estero, gli aventi diritto sono in tutto oltre 64,1 milioni di persone e possono votare tutti i cittadini turchi che abbiano compiuto almeno 18 anni. Il capo di Stato in carica Recep Tayyip Erdogan è tra i candidati alla presidenza e gli altri due sono Kemal Kilicdaroglu, che guida un'alleanza composta da vari partiti di opposizione, e Sinan Ogan che guida un'alleanza di partiti minori. Muharrem Ince, un altro dei candidati, si è ritirato dalla corsa nei giorni scorsi. Hanno già votato sia Erdogan che Kilicdaroglu. Il presidente uscente si è presentato in un seggio nel quartiere di Uskudar, sulla sponda anatolica di Istanbul. Erdogan ha auspicato un "buon futuro" per il Paese e la sua democrazia e ha definito "importante" che tutti gli elettori "votino senza preoccupazioni fino alle 17 per mostrare la forza della democrazia turca". Il suo principale avversario ha invece votato ad Ankara. "A tutti noi è mancata la democrazia. Ci è mancato stare insieme, ci è mancato abbracciarci. Vedrete, la primavera tornerà in questo Paese se Dio vorrà e durerà per sempre", ha detto Kilicdaroglu.
I membri dell'assemblea parlamentare, composta da 600 deputati, sono scelti attraverso un sistema proporzionale in cui gli aventi diritto votano per un partito, non per un candidato, e per entrare in parlamento una formazione politica deve superare la soglia del 7% delle preferenze o fare parte di un'alleanza che la supera. A queste elezioni sarà possibile scegliere tra 36 partiti diversi. Per diventare presidente, un candidato deve invece superare la soglia del 50% dei consensi altrimenti ci sarà un secondo turno, eventualmente in programma il 28 maggio. Secondo dati diffusi dal ministero dell'Interno, i cittadini siriani che si sono trasferiti in Turchia in seguito all'inizio del conflitto civile in Siria nel 2011 e, dopo avere ottenuto la cittadinanza, hanno diritto di votare sono poco meno di 131mila persone. Le operazioni di voto per i cittadini turchi residenti all'estero si sono concluse il 9 maggio nei Paesi dove risiedono e, su 3 milioni e 416mila aventi diritto, hanno votato 1 milione e 691mila persone in 74 diversi Stati e altri 125mila hanno potuto esprimere le proprie preferenze presso i valichi di frontiera portando il numero totale dei votanti a circa 1 milione e 817mila persone che corrisponde al 53,18% degli aventi diritto, un'affluenza record per i residenti all'estero che alle ultime consultazioni del 2018 si era fermata al 50,9% degli aventi diritto. Il voto ai valichi di frontiera sarà possibile anche nella giornata di oggi.
Queste elezioni potrebbero segnare la fine di un'era in Turchia: a 72 ore dall’apertura dei seggi Recep Tayyip Erdogan era stato superato dall'opposizione. Almeno secondo la fotografia scattata dagli ultimi sondaggi che per settimane avevano registrato un testa a testa con il principale sfidante Kemal Kilicdaroglu, e che hanno mostrato il candidato dei principali partiti di opposizione in netto vantaggio nei dati raccolti da due dei più noti istituti demoscopici del Paese. Secondo Metropoll, Erdogan può contare sul 46,9% delle preferenze contro il 49,1% di Kilicdaroglu. Mentre nei dati raccolti da Konda tra il 6 e il 7 maggio, su un campione di 3.480 persone, l'attuale presidente turco è fermo al 43,7% e lo sfidante al 49,3% delle preferenze, un soffio sotto la soglia del 50% necessaria per vincere al primo turno delle presidenziali.
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Il voto del 14 maggio può essere decisivo per il futuro della Turchia: il candidato del partito kemalista è infatti in vantaggio nei sondaggi e può surclassare l’attuale presidente, dominus della politica nazionale negli ultimi vent’anni. Musulmano alevita, più vicino all’Occidente che a Mosca e noto per il gesto del cuore, ecco chi è il personaggio che è stato paragonato a Gandhi
Il "Gandhi turco" ha una grande possibilità: quella di spodestare il Sultano. Le elezioni parlamentari e presidenziali del 14 maggio in Turchia possono segnare un pezzo di storia importante dell’ultimo ventennio del Paese: Recep Tayyip Erdogan è per la prima volta sfavorito e rischia di perdere il posto a favore di Kemal Kılıçdaroğlu, leader del partito laico e di centro sinistra Chp, fondato dal padre della Turchia moderna, Mustafa Kemal Ataturk (in foto, il candidato che va a rendere omaggio alla tomba di Ataturk)
IL PERSONAGGIO – Ma chi è Kılıçdaroğlu? Il politico turco, 74 anni, è un uomo che già da tempo occupa la scena politica nazionale, sebbene sia a capo del Chp soltanto dal 2010. Un periodo di guida piuttosto lungo, ben 13 anni, che però si ricorda soprattutto per l’ultimo periodo: il suo soprannome, “Gandhi turco”, deriva dalla famosa “Marcia per la Giustizia" del 2017 (in foto), 450 km a piedi da Ankara a Istanbul per denunciare la condanna per spionaggio di un parlamentare Chp e conclusasi con una grande adunata in città
L’ETNIA – Un peso non indifferente lo ha anche la provenienza del capo dell’opposizione a Erdogan: Kılıçdaroğlu è infatti cresciuto in una famiglia musulmana alevita, una minoranza che osserva riti e regole diverse rispetto a quelli dell'Islam tradizionale e che è spesso vittima di discriminazioni e massacri. Per questo uno dei momenti topici è stato il racconto da parte del candidato della propria provenienza: se dovesse essere eletto, Kılıçdaroğlu ha promesso di mettere fine alle discriminazioni e ai "contenziosi confessionali"