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COPPA ITALIA 16imi di Finale L'Empoli ha il coraggio che serve ...

COPPA ITALIA 16imi di Finale LEmpoli ha il coraggio che serve
TORINO (3-5-2) – 32 Milinkovic-Savic; 4 Walukiewicz (dal 1′ st 24 Sosa), 13 Maripan, 23 Coco (dal 42′ st 21 Dembele); 16 Pedersen, 61 Tameze (dal 15′ st 28 Ricci), 77 Linetty, 66 Gineitis (dal 1′ st 91 Zapata), 20 Lazaro; 7 Karamoh (dal 15′ st

TORINO (3-5-2) – 32 Milinkovic-Savic; 4 Walukiewicz (dal 1′ st 24 Sosa), 13 Maripan, 23 Coco (dal 42′ st 21 Dembele); 16 Pedersen, 61 Tameze (dal 15′ st 28 Ricci), 77 Linetty, 66 Gineitis (dal 1′ st 91 Zapata), 20 Lazaro; 7 Karamoh (dal 15′ st 92 Njie), 18 Adams. A disp. 17 Donnarumma, 1 Paleari; 80 Bianay Balcot, 72 Ciammaglichella, 8 Ilic, 5 Masina, 9 Sanabria, 21 Vojvoda. All. Paolo Zanoli

EMPOLI (3-4-2-1) – 12 Seghetti; 22 De Sciglio, 35 Marianucci, 31 Tosto; 7 Sambia (dal 30′ st 11 Gyasi), 32 Haas, 6 Henderson (dal 23′ st 5 Grassi), 13 Cacace; 90 Konate (dal 17′ st 17 Solbakken), 19 Ekong; 9 Pellegri (dal 23′ st 29 Colombo). A disp. 23 Vasquez, 98 Brancolini; 2 Goglichidze, 3 Pezzella, 8 Anjorin, 77 Popov, 99 Esposito. All. Roberto D’Aversa

Arbitro: Sig. Davide Ghersini di Genova (Margani-Miniutti – IV Uff.le Perri | VAR Baroni-Piccinini)

Marcatori: al 30′ 19 Ekong (E); al 29′ 18 Adams (T), al 45′ st 32 Haas (E).

Note: Angoli Torino 5 Empoli 4. Ammoniti: al 43′ 4 Walukiewicz (T); al 6′ st 23 Coco (T), al 20′ st 77 Linetty (T), al 38′ st 22 De Sciglio (E). Espulsi: nessuno. Recupero: 0′ pt – 5′ + 1′ st. Spettatori: 20mila.

L’Empoli ha il coraggio che serve. Un coraggio enorme, quello del club azzurro e del suo allenatore Roberto D’Aversa: sfidano l’attuale capolista della Serie A, ancora imbattuta in stagione, nel loro stadio e lo superano al termine di una partita tanto gagliarda quanto giocata con straordinaria capacità di gestione. Il coraggio di club e allenatore consiste nella mentalità di credere fortemente nei giovani e nelle proprie risorse.

Nel Torino che scende in campo dal primo minuto non ci sono i titolarissimi Zapata e l’ex canterano empolese Ricci, ma è comunque un undici di prim’ordine. L’Empoli invece schiera dal primo minuto tra i pali l’ex portiere della Primavera Seghetti, al centro della difesa piazza Marianucci, altro ragazzo cresciuto nel settore giovanile che fino a quattro mesi fa lottava per evitare la retrocessione in Serie D con il suo club dove era stato mandato in prestito, e a sinistra un altro baby figlio d’arte Tosto, con l’unico esperto di reparto De Sciglio, fischiato dai tifosi di casa per i suoi trascorsi in bianconero, che torna titolare dopo tantissimo tempo.

In mediana insieme ad Haas e Henderson spazio sulle fasce per Sambia e Cacace, a supporto del fresco ex di turno Pellegri, altri due giovanissimi come Ekong e Konate, quest’ultimo prelevato solo un mesetto fa dalla primavera del Cagliari.

Pronostici decisamente dalla parte granata, l’ottavo di finale scontato è quello dei piemontesi in casa della Fiorentina. Ma il calcio spesso ama stravolgere tutto, a quella palla rotonda, una volta a spicchi si diceva, piace flirtare con le sorprese, e quando decide di sentirsi apostrofare come “lo sport più bello del Mondo” serve su un piatto d’argento lo stravolgimento di turno. Et voilà. Il bocconcino prelibato serale, il piccolo troppo giovane e acerbo Empoli, va di traverso alla favorita del gran galà. Ci pensa un maligno colpo di testa di Ekong alla mezzora del primo tempo ad infilare il pallone sotto la traversa, con l’altro freschissimo ex in campo di sponda torinista (Walukiewicz, ndr) superato in tempismo dal numero diciannove dei toscani. L’azione che porta al gol del vantaggio non è per niente casuale, manovra progettata e studiata in allenamento, il cross di Haas poi è puro sincronismo svizzero.

Si va negli spogliatoi con l’Empoli avanti, sorpresa sì, ma il pronostico non cambia, Torino ancora favorito nonostante i toscani siano andati più spesso vicini allo 0-2 piuttosto che i padroni di casa all’eventuale 1-1. Dal tunnel sbucano fuori di nuovo i protagonisti: e nel Torino si vedono i muscoli di Zapata e la chioma bionda di Sosa. Sugli spalti, nonostante il tabelloni rimarchi il punteggio parziale, si intravedono sorrisi e certezze dietro a vessilli e sciarpe granata, che però con il trascorrere del tempo si fanno via via sempre meno convincenti.

In panchina il tecnico Zanoli inizia ad agitarsi, così all’ora di gioco dentro anche Samuele Ricci, ex di lusso, e Njie. Con l’ex Empoli in campo in effetti il Torino cambia faccia, si fa ora più intraprendente, Zapata davanti ruggisce su Marianucci che non si intimorisce, De Sciglio fronteggia d’esperienza Njie prendendosi anche un giallo, mentre il giovanissimo Tosto si “scorna” con Pedersen.

Anche l’Empoli cambia, dentro Solbakken per Konate, poi Grassi e Colombo per Henderson e Pellegri, forze fresche per contrastare l’intraprendenza dei padroni di casa decisi a rimontare lo svantaggio. Il Torino palleggia, l’Empoli si compatta, sembra una sfida a scacchi in cui nessuno dei due contendenti cede il passo. Il pari però arriva, ed è episodico. Grassi palleggia elegantemente in area e allontana via il pallone senza forza, Ricci la tiene in campo e la scodella di nuovo in area dove Marianucci sfiora allungando la traiettoria fino alla testa di Adams che da due passi beffa Seghetti.

L’1-1 sembra il preludio al “gran galà” del Torino, D’Aversa però manda in campo anche Gyasi e Viti per Sambia e Tosto portando altra freschezza e un po’ più di esperienza. Così i duelli in campo tornano di nuovo in equilibrio e la sensazione è che tutto si risolva ai calci di rigore, dato che i tempi supplementari sono stati aboliti.

Zanoli si prepara ai tiri dagli undici metri lanciando in campo Dembele per Coco, mentre i tifosi del Torino già pregustano la “lotteria” nell’area di rigore a pochi passi dal tifo caldo, immaginando magari di mettere pressione al giovane portiere dei toscani. Mancano due minuti al novantesimo, quando arriva l’ultimo cambio, ma l’Empoli è vivo e riporta i granata a soffrire con due angoli consecutivi dentro alla propria area di rigore. Dal secondo di questi ecco schizzare via dalla padella, come un pop-corn impazzito, il celeberrimo bocconcino prelibato serale dei granata: il piedino di Haas che si allunga infila il pallone all’angolino, l’1-2 è servito, proprio allo scoccare del novantesimo, ancora una volta con quella caratteristica puntualità svizzera.

“Cinque minuti di recupero da ora”, annuncia l’arbitro, quando il cronometro segna il minuto 91, e le emozioni non sono finite, perché ora il Torino deciso a rimettersi il piatto serale in cottura ci prova con particolare foga e veemenza. E ci riesce quasi con l’ennesimo corner su cui si avventa Maripan, la palla sembra destinata all’angolo ma schizza via grazie ad un prodigioso intervento con la mano sinistra di Seghetti, che un minuto dopo con un volo plastico su deviazione ancora di testa di Dembele tiene stretta tra i guantoni quella palla, che ancora una volta stasera ha deciso di farsi apostrofare come “il gioco più bello del Mondo”.

Vince l’Empoli 2-1, vince quella squadra e vince quel club che con coraggio continua a sfornare talenti e lanciare giovani. Sarà aria di derby negli Ottavi di Finale, il derby tra l’Empoli e la Fiorentina, si giocherà a Firenze quando sarà dicembre e nelle case si cominceranno ad intravedere gli alberi di Natale.

C’è tempo per quel derby di coppa, manca invece poco a quello di domenica tra le stesse due squadre e che metterà in palio punti importanti per il campionato: fischio d’inizio alle ore 18 allo stadio Carlo Castellani Computer Gross Arena.

Fonte: gabrieleguastella.it

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