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Enrico Borghi molla il PD e va con Renzi: "Schlein figlia della cancel ...

Enrico Borghi molla il PD e va con Renzi Schlein figlia della cancel
Prima Beppe Fioroni, poi Andrea Marcucci, oggi è il turno di Enrico Borghi. Il Partito Democratico perde pezzi nella sua...

Prima Beppe Fioroni, poi Andrea Marcucci, oggi è il turno di Enrico Borghi. Il Partito Democratico perde pezzi nella sua ala più centrista e moderata e fa i conti con l’uscita del senatore e componente proprio in quota Dem del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica.

Già membro di Base Riformista, la corrente degli “ex renziani”, quindi “lettiano di ferro”, Borghi annuncia in una intervista a Repubblica la sua uscita dal partito e il passaggio in Itala Viva, il movimento guidato da Matteo Renzi. Si tratta del primo esponente Dem a traslocare in IV: Fiorioni, ex ministro e storico esponente del mondo cattolico democratico all’interno dei Dem, è attualmente “senza partito”, mentre Marcucci dopo non esser stato eletto alle scorse elezioni del 25 settembre aveva in più occasioni critica la nuova linea del partito sotto la segreteria di Elly Schlein, aderendo quindi ai ai Liberali Democratici Europei con l’obiettivo di contribuire alla nascita di una federazione centrista-riformista.

Come Fioroni e Marcucci, anche Enrico Borghi motiva il suo addio al Partito Democratico con la svolta impressa ai Dem dal nuovo corso di Elly Schlein. Un PD che secondo Borghi “è diventato la casa di una sinistra massimalista figlia della cancel culture americana che non fa sintesi e non dialoga”.

Le prime scelte di Schlein da numero uno del Nazareno per l’ex senatore Dem “rappresentano una mutazione genetica: da partito riformista a un partito massimalista di sinistra”, mentre per Borghi in Italia al momento c’è “un elettorato moderato che ha bisogno di una casa” e il suo compito, assieme ad Italia Viva, è quello di “impedire che vada in porto il progetto di Giorgia Meloni di lanciare una opa sui moderati italiani”.

Borghi che sottolinea come dalla segreteria abbia “non ha ricevuto risposte” su alcuni temi che ha posto, dalla sicurezza e difesa al ruolo dei cattolici, “di una necessità di una sintesi tra culture”. Al contrario, aggiunge Borghi, “ho sentito parole chiare su un altro versante, e cioè sull’utero in affitto: la segretaria del Pd si è detta favorevole contando, bontà sua, di parlarne con il partito che guida. In questo passaggio ci sono gli elementi della mutazione”

Mutazione che deriverebbe da “poteri esterni”, spiega Borghi, che poi precisa quali sarebbero: non complotti da svelare ma “una cultura che arriva dagli Stati Uniti, una spinta fortissima a parlare di diritti sganciata dai doveri”. Se, ricorda l’ormai ex senatore Dem, “Aldo Moro parlava di diritti sposati con i doveri”, Schlein invece “sostiene la narrazione di una politica anticapitalista e pauperista, ma ricordo che il sistema in cui viviamo, quello occidentale, è l’unico che mette insieme democrazia, politica sociale e diritti”. Il tutto mentre Schlein, è l’accusa di Borghi, “non parla più di imprese, di professioni e di partite Iva”.

Ma, precisa ancora in neo senatore renziano, “la mia è una scelta individuale e non ho parlato con nessuno. Non provoco scissioni e non faccio proselitismo”. E nonostante la rottura tra Renzi e Calenda sul progetto del Terzo Polo, dice che “c’è bisogno di rappresentanza politica e non più di personalismi. Se non si organizza uno spazio politico arriveremo a una Meloni che si prenderà un pezzo di mondo riflessivo e cattolico”. E Renzi, secondo Borghi, può contribuire “insieme ad altre figure contribuire alla nascita di un nuovo soggetto”.

Quanto al suo ruolo di componente del Copasir su indicazione del Partito Democratico, Borghi non ha alcuna intenzione di fare passi indietro: “Se fossi stato presidente del Copasir mi sarei dimesso, ma permanendo nella mia condizione di parlamentare di opposizione rispetto la prassi parlamentare e anche il ruolo per il quale sono stato indicato”.

L’ingresso di Borghi in IV è ovviamente accolto con favore da Renzi, che nella sua enews in riferimento all’intervista con cui il senatore ufficializza l’addio ai Dem la definisce “molto bella e merita di essere letta nella sua interezza, è infatti una intervista che parla di politica, che spiega il senso di una scelta partendo dalla politica, che rappresenta un inno alla politica”. Con l’ingresso di Borghi in Italia Viva, i renziani sono ad un passo dalla possibilità di creare un gruppo parlamentare autonomo al Senato, staccandosi così dai colleghi di Azione, che a quel punto sarebbero costretti a passare nel gruppo Misto.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia

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