Ventidue anni senza Fabrizio De Andrè, il ricordo di Vasco: “Noi, amici fragili…”
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Fabrizio De André
Sui social l’omaggio al cantautore genovese scomparso l’11 gennaio del 1999, dopo una lunga malattia
rosaria corona 11 Gennaio 2021
Genova - Il poeta, l’intellettuale, il principe libero ma, soprattutto, il cantautore che raccontava la vita partendo dal mondo degli “ultimi”. Colui che dava voce agli emarginati, agli esclusi, ai più deboli e ai ribelli che non si uniformavano alla massa. A chi andava in “direzione ostinata e contraria”. Lo faceva come meglio gli riusciva: con parole su note, senza mai lasciarsi deviare dal pregiudizio. L’11 gennaio del 1999 la musica italiana perdeva uno dei suoi più grandi protagonisti: Fabrizio De Andrè, morto a 58 anni dopo una lunga malattia.
E nel ventiduesimo anniversario della scomparsa, la sua memoria è ancora viva: tra i caruggi della sua Genova - che questa sera lo ricorderà con un concerto tributo in streaming dal museo e centro culturale di Viadelcampo29rosso - e tra i fan che puntuali gli rendono omaggio in Rete, sui social network, con alcune citazioni tratte dai suoi brani più famosi, patrimonio collettivo di intere generazioni: “Bocca di Rosa”, “Amico Fragile” , “Il Pescatore”, “Via del Campo”, “Amore che vieni amore che vai” fino ad arrivare a “Crêuza de mä”, capolavoro indiscusso che la scorsa estate ha fatto da colonna sonora all’inaugurazione del ponte Genova San Giorgio con una versione rivisitata in forma corale da 18 artisti.
Tra loro Vasco Rossi, unito a Faber da una profonda amicizia, da un affetto e una stima che passava anche attraverso i loro repertori musicali, così diversi ma, a tratti, così simili: «Anarchici, individualisti, noi, amici fragili, accomunati dalle nostre diversità. Duri nel cercare le libertà, contro il pregiudizio e i falsi moralismi...Quando Dori mi ha invitato al concerto per Fabrizio, ho accettato subito, istintivamente. Senza nemmeno chiedere di che cosa si trattasse. Mi basta sapere che io e Fabrizio abbiamo gli stessi valori. Che sotto le insegne dell'arte, della musica, si può parlare di disagio. Che la musica può essere messaggio. Senza volerlo. La musica può farti star bene, può commuovere o consolare... Può veramente unire e comunicare», scrive su Instagram il rocker di Zocca, a corredo di una vecchia foto (qui sotto) che lo ritrae insieme con De Andrè e Dori Ghezzi, tra i pochi a stargli vicino e a dargli sostegno, anche pubblicamente, durante uno dei suoi periodi più difficili, nel lontano 1984 quando trascorse alcuni giorni in carcere per detenzione di sostanze stupefacenti.
Fabrizio De André, con Vasco Rossi e Dori Ghezzi, nel 1984