Processo alla minigonna: la moda raccontata da Oriana Fallaci
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Oriana Fallaci non sarà riuscita ad intervistare Marilyn Monroe, ma i suoi corrispettivi «divi della moda» sì, eccome. Uno ad uno, da Coco Chanel a Christian Dior, da Yves Saint Laurent a Mary Quant, muovendo le sue dita schiette, indagatrici, implacabili tra una sigaretta e i tasti della macchina da scrivere, senza di certo prostrarsi all’incanto che i loro nomi stavano lasciando per via. Un volume che si intitola Processo alla minigonna, edito da Rizzoli e introdotto da Maria Grazia Chiuri, oggi riscopre questa parentesi, forse meno conosciuta, nella mitica carriera di una giornalista, scrittrice, reporter di guerra che ha fatto della disobbedienza più radicale (nel bene e nel male) il suo inconfondibile marchio di fabbrica.
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Processo alla minigonna
Oriana Fallaci
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Circa vent’anni prima che i suoi spietati tête-à-tête con Henry Kissinger, Indira Gandhi e Gheddafi diventano leggenda con la pubblicazione della raccolta Intervista con la Storia (1974), Oriana Fallaci si ritrova, poco più che ventenne, a dover intervistare la crème de la crème del jet set internazionale compresi gli stilisti del secolo. Parliamo di uno spicchio di vita, quello a cavallo degli anni ’50 e ‘60, riscoperto anche sul piccolo schermo grazie alla nuova miniserie Miss Fallaci diretta da Luca Ribuoli, Giacomo Martelli e Alessandra Gonnella, con Miriam Leone nei panni della giovane giornalista. In onda da ieri, 18 febbraio, su Rai 1 in concomitanza con l’uscita del libro.
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Miss Fallaci (2025).
Nonostante il dichiarato disinteresse verso le tematiche di «cinema e costume», Fallaci ne intuisce il potenziale politico per radiografare i passaggi di potere sulla scacchiera del mondo, per parlare di emancipazione, per confrontare il punto di vista dei couturier con quello dei loro clienti indebitati fino al collo pur di acquistare un capo. Riesce ad incontrare la famigerata Mademoiselle Coco nella sua suite all’hotel Ritz e ne scrive un tenero ritratto biografico descrivendola come «una cosa minuscola: così minuscola che l’avreste sollevata col mignolo», sottolineando il dettaglio di quella «celebre collana di perle che vale quattrocento milioni di franchi» posata con negligenza sulla camicetta. Ma non solo, mentre chiacchiera con Mary Quant capta subito la portata rivoluzionaria della sua invenzione, la minigonna, malgrado la poco velata antipatia nei suoi confronti: «Per colpa sua ogni mese bisogna accorciare i vestiti di un centimetro almeno: di questo passo a Natale mostreremo l’orlo delle mutande».
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Mary Quant, 1965.
Keystone/Getty Images