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Cassani replica a Feltri: «Fino a che punto può arrivare la cattiveria ...

Cassani replica a Feltri Fino a che punto può arrivare la cattiveria
Cassani replica a Feltri: «Fino a che punto può arrivare la cattiveria umana? Penso ai familiari di Michele Scarponi e Davide Rebellin»
Davide Cassani amareggiato profondamente dalle parole di Feltri
Tempo di lettura: 2 minuti

Le gravissime parole di Vittorio Feltri sui ciclisti hanno scatenato una vera e propria bufera mediatica, accendendo un dibattito che ha travalicato i confini del mondo del ciclismo per coinvolgere l’opinione pubblica in modo ampio e trasversale. Feltri, noto per il suo linguaggio spesso provocatorio, ha trovato questa volta un terreno particolarmente delicato su cui far ricadere la sua vis polemica, generando reazioni di forte indignazione non solo tra chi da sempre si oppone alle sue posizioni, ma anche tra molti che, in passato, lo avevano sostenuto e ammirato per la sua schiettezza.

In occasione di un intervento in cui discuteva lo sviluppo urbanistico del capoluogo lombardo, il direttore editoriale de Il Giornale ha colto l’opportunità per scagliarsi contro una delle categorie più vulnerabili del traffico cittadino: i ciclisti. Con un’affermazione che non ha tardato a suscitare sdegno, Feltri ha dichiarato: “I ciclisti mi piacciono solo quando vengono investiti”. Un’espressione che, per la sua crudezza, ha lasciato molti impietriti e ha immediatamente alimentato il dibattito, facendo il giro dei social media e delle testate giornalistiche.

Non si è trattato di una semplice battuta o di una provocazione isolata, ma di parole che hanno toccato un nervo scoperto nella società contemporanea, dove la convivenza tra automobilisti e ciclisti è spesso caratterizzata da tensioni e incidenti, a volte mortali. La percezione di vulnerabilità che accompagna chi sceglie la bicicletta come mezzo di trasporto ha reso questa affermazione particolarmente grave, tanto più se pronunciata da una figura pubblica influente. A questo si aggiunge il fatto che le strade italiane sono purtroppo teatro di numerosi incidenti che coinvolgono i ciclisti, rendendo le parole di Feltri ancora più dure da accettare.

Le reazioni non si sono fatte attendere: critiche veementi sono arrivate da più parti, con commenti sprezzanti che hanno messo in luce la pericolosità di affermazioni che, anche solo indirettamente, possono incitare alla violenza. Tra le voci più autorevoli a prendere posizione si è levata quella di Davide Cassani, ex commissario tecnico della nazionale di ciclismo, che sulla sua pagina Facebook ha espresso il proprio sdegno, ricordando come la realtà del ciclismo sia drammaticamente segnata da tragedie umane. Cassani ha scritto: “In questo mondo ci sono persone come Riccardo Ceroni, signore di Modigliana che, nella tragedia di un’alluvione, dove ha perso tutto, ci commuove parlando di amore e amicizia. Poi ci sono persone come Vittorio Feltri che trova piacere nel vedere ciclisti investiti. La bontà e la cattiveria, l’amore e la crudeltà. E penso ai familiari di Michele Scarponi, Davide Rebellin e quelle migliaia di persone che hanno perso un proprio caro sulle strade. E mi viene tanta tristezza solo pensare fino a che punto può arrivare la cattiveria umana”.

Le parole di Cassani, intrise di dolore e amarezza, riflettono il sentimento diffuso di rabbia e tristezza che ha attraversato il mondo del ciclismo e non solo, riportando alla memoria le troppe vittime di incidenti stradali. 

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