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La Serie A riparte da Fiorentina-Torino: due ‘nobili deluse’ che hanno fatto la storia

La Serie A riparte da Fiorentina-Torino: due ‘nobili deluse’ che hanno fatto la storia  Goal.com

Saranno Fiorentina e Torino ad aprire il campionato di Serie A. Considerate oggi ‘Nobili deluse’, hanno scritto grandi pagine del calcio italiano.

Dal 25 ottobre 1931 al 19 settembre 2020. Lo stadio sarà sempre lo stesso, anche se allora non era ancora stato del tutto completato ed aveva un altro nome, i colori ed i simboli anche. In mezzo ci sono ottantanove anni scanditi da successi, sconfitte, tragedie, fallimenti e risalite. Ottantanove anni nei quali l’Italia e il mondo sono cambiati, mentre Fiorentina e Torino hanno continuato a scrivere la loro storia, intrecciandola con quella di un Paese e con quella di tante persone che al viola ed al granata hanno legato le loro vite.

La Serie A 2020-2021, la 119ª edizione della massima serie del campionato italiano, il torneo che raccoglie l’eredità di uno dei più difficili e travagliati della storia del calcio nostrano, quello che nella mente di molti deve segnare l’inizio di una rinascita che vada ben oltre un campo da gioco ed un pallone, parte da proprio da Fiorentina e Torino, e la cosa ha a suo modo un qualcosa di simbolico.

Tanto i gigliati, quanto il Toro, nel corso dei decenni si sono guadagnati a pieno titolo un posto in quel gruppo che in ambito calcistico viene spesso definito delle ‘Grandi’. Si sono affrontati per la prima volta in Serie A appunto nell’ottobre del 1931, quando la Fiorentina era solo una giovane società alla sua sesta partita nel massimo campionato ed il Torino poteva già vantare in bacheca uno Scudetto.

Da allora le vicende di viola e granata sono andate avanti quasi in parallelo, toccando vette altissime figlie di imprese clamorose, ma anche quei punti bassi, sfociati anche in veri e propri fallimenti, che comunque non hanno scalfito il blasone dei due club. Al Franchi scenderanno in campo nove Scudetti ed undici Coppe Italia, ma dietro ai numeri c’è di più.

Se infatti è innegabile il fatto che Fiorentina e Torino non abbiano vinto quanto le superpotenze del calcio italiano, è vero che hanno vissuto cicli meravigliosi nei quali sono state loro a recitare il ruolo di protagoniste assolute.

Quando si parla dei granata la mente degli appassionati corre infatti veloce anche a quell’epopea lontana nel tempo, ma che è stata scritta da quella che non può non essere annoverata come una delle squadre più forti di ogni tempo: il Grande Torino.

Nel corso degli anni quaranta ha semplicemente dominato la scena vincendo cinque campionati consecutivi ed una Coppa Italia. Una collezione di successi incredibili, in un periodo nel quale il calcio si giocava prevalentemente in ambito nazionale, che sarebbe potuta essere ancor più ricca se solo quel ciclo non fosse stato costretto a fare i conti con la Seconda Guerra Mondiale e se non fosse stato chiuso, il 4 maggio 1949, da un’altra tragedia, quella di Superga, che ha spazzato via una squadra composta unicamente da fuoriclasse, negandola agli appassionati di questo mondo per consegnarla direttamente alla leggenda.

La Fiorentina ha avuto la possibilità di raccogliere in qualche modo l’eredità del ‘Grande Torino’, ma non ci è riuscita, a conferma del fatto che la sua è stata anche una storia spesso fatta di trionfi solo sfiorati. Dalla stagione 1955-1956, da quella cioè contraddistinta dalla conquista del primo Scudetto, e per le successive annate, quella viola è stata probabilmente la squadra italiana più forte in assoluto, ma dopo quel successo ha inanellato quattro secondi posti consecutivi che l’hanno sì aiutata a meritarsi un posto tra le ‘Grandi’ d’Italia, me che le hanno inevitabilmente negato la possibilità di entrare nel mito.

Fu quella una Fiorentina che andò anche ad un passo dal successo che avrebbe potuto per sempre cambiare il corso delle sue vicende. Il 30 maggio 1957 perse in finale a Madrid, contro il detentore Real, la finale della Coppa dei Campioni. Il 2-0 firmato da Di Stefano e Gento spezzò il sogno gigliato di salire sul tetto d’Europa, ma nessuno potrà mai togliere a quel gruppo di giocatori un primato assoluto: quello di essere stati i primi a portare una squadra italiana all’atto finale della massima competizione continentale per club.

La Fiorentina poi dovrà attendere la stagione 1968-69 per vincere il suo secondo e sin qui ultimo Scudetto (intanto però trionfando nella Coppa delle Coppe dell’edizione 1960-61 diventerà la prima squadra italiana a vincere una competizione UEFA), l’attesa del Torino invece dovrà prolungarsi fino al 1976 quando un gruppo straordinario guidato da Gigi Radice e che aveva in Graziani e Pulici i due letali fanalizzatori della maggior parte delle azioni offensive, riuscì a superare la Juventus per soli due punti, compiendo un qualcosa di memorabile.

Oggi Fiorentina e Torino sono lontane dai fasti di un tempo. In un calcio che è cambiato e che concede rare eccezioni in fatto di vittorie, non sono più da anni tra le squadre stabilmente in lotta per la conquista di titoli. Spesso in ambito sportivo si parla di ‘Nobili decadute’, a volte però con i giudizi di dovrebbere andare un po’ oltre. Se infatti è vero che i risultati ‘non mentono’, è altrettanto giusto ricordare che nulla può cancellare quanto fatto.

Viola e granata hanno contribuito in maniera importante a rendere grande il calcio italiano e l’hanno fatto attraverso i successi, ma anche schierando alcuni dei più grandi campioni che abbiano mai calcato dei campi da gioco. ‘Decadute’ forse no, ‘Deluse’ certamente sì, pensando a ciò che è stato e che oggi non è.

Fiorentina e Torino continueranno a scrivere la loro storia a braccetto, sperando magari di tornare a far rivivere ai propri sostentori, che tra l’altro sono legati da uno dei gemellaggi più sentiti in assoluto, quelle sensazioni che altre generazioni di tifosi, da questo punto di vista più fortunati, hanno vissuto.

Intanto il calcio italiano riparte da loro. Quello stesso calcio italiano che proprio come Fiorentina e Torino deve immaginare il suo futuro anche pensando al suo passato. C’è da mettere alle spalle un periodo che fino a pochi mesi fa nessuno avrebbe nemmeno osato immaginare ma, come ampiamente dimostrato da viola e granata, è anche superando le avversità che ci si guadagna il rispetto di tutti.

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