Napoli di Garcia ancora in cerca di identità. E quel gesto di ...
Questo gesto, al momento della sostituzione, un gesto che non ha bisogno di essere interpretato, fotografa perfettamente il momento di difficoltà dei campioni d’Italia. Che poi a rendersi portavoce del sentimento di insoddisfazione diffuso sia Kvaratskhelia, uno dei giocatori più rappresentativi, aumenta la preoccupazione per un avvio di campionato nettamente al di sotto delle attese. Le attenuanti per Garcia non sono poche, a cominciare dalla pesante eredità raccolta e dalla scarsa condizione dei calciatori che hanno fatto la differenza nella passata stagione, ma il pareggio a Genova, sofferto e in rimonta, ha ulteriormente messo in luce le difficoltà emerse contro la Lazio, prima della sosta.
Che non sarebbe stato facile sostituire Kim Min-jae e tradurre sul campo i nuovi concetti tattici, era facilmente prevedibile; per questo motivo a Garcia dovrà essere concesso ancora del tempo per far valere la bontà del suo lavoro, ma i sinistri scricchioli arrivati dal campo non possono rimanere inascoltati. La centralità di Lobotka, la necessità che Osimhen venga assistito in modo diverso e l’esigenza di ritrovare il miglior Anguissa i primi passi da compiere. Discorso a parte per Kvaratskhelia, perché al di là delle prestazione ancora nettamente al di sotto dei suoi standard, a far riflettere dovrebbe essere il suo gesto. Inusuale, inaspettato e preoccupante per uno come lui. Un’altra cosa da mettere a posto.