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Indi Gregory, vicino lo stop ai supporti vitali. Il dramma di papà Dean ...

Indi Gregory vicino lo stop ai supporti vitali Il dramma di papà Dean
L’ultima pronuncia del giudice ha negato anche la possibilità di gestire il fine vita a casa, in quanto ritenuto non nel miglior interesse della bambina. La famiglia farà appello 

Roma, 9 novembre 2023 – Papà Dean spezza il silenzio dopo una notte lunga e drammatica. Forse le ultime ore che tengono la figlia, la piccola di 8 mesi Indi Gregory, attaccata alla vita. Lo stop dei trattamenti vitali potrebbe concretizzarsi oggi alle 14 (15 ora italiana) al Queen's Medical Center di Nottingham dove si trova ricoverata. “Sono solo concentrato sul salvare la vita di mia figlia e fare ciò che è nel migliore interesse di Indi", ha detto.

I genitori della neonata inglese affetta da una rara malattia del Dna mitocondriale, per la quale è stata disposta l'interruzione dei supporti vitali, non si arrendono. "Lei merita una possibilità", ha spiegato Gregory alla Bbc, dopo l'ultima pronuncia del giudice che ha negato ieri anche la possibilità di gestire il fine vita a casa, in quanto ritenuto non nel miglior interesse della bambina e "quasi impossibile" da realizzare al domicilio senza rischi di complicazioni. La famiglia farà appello, come spiegato dal Christian Legal Centre, che li sostiene. Ma il tempo è poco. Ma il papà obietta: "Ha un Paese che si offre di pagare per tutto: dobbiamo solo portarla lì, così non costerà nulla all'ospedale o al governo".

La famiglia Gregory aveva fatto richiesta di trasferimento della piccola in Italia, dove l’ospedale pediatrico vaticano Bambino Gesù si è reso disponibile ad assisterla. Dopo che l’Alta corte britannica ha respinto l’istanza, il governo italiano ha concesso con un Cdm convocato d’urgenza la cittadinanza alla bambina, con la convinzione che questo possa aiutare i Gregory nella loro battaglia legale.

Intanto i medici, riporta la Bbc, hanno detto al giudice che Indi era attualmente "chiaramente angosciata, agitata e dolorante" e che, pur potendo l'estubazione avvenire ovunque in teoria, le sue cure successive dovrebbero essere "gestite da professionisti qualificati con risorse a disposizione per affrontare le complicazioni e ridurre al minimo il disagio". La motivazione è dunque questa. "Tutti pensano: 'perché non la lasciano andare?'. Non hanno nulla da perdere", riflette Dean Gregory che si è detto sicuro del fatto che se Indi avesse avuto il permesso di viaggiare in Italia, avrebbe potuto essere salvata.

Keith Girling, direttore medico del Nottingham University Hospitals (Nuh) Nhs Trust ha dichiarato di essere consapevole del fatto che "è un momento incredibilmente difficile per Indi e la sua famiglia, e i nostri pensieri sono con loro oggi. A seguito della decisione dell'Alta Corte, la nostra priorità - ha assicurato - rimarrà quella di fornire alla bambina cure specialistiche adeguate alle sue condizioni e in linea con le indicazioni della corte, sostenendo la sua famiglia in ogni modo possibile".

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