Fiorentina-Inter risultato 3-0: il recupero è un disastro per i ...
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di Alessandro Bocci, inviato a Firenze
Recupero amaro: l'Inter di Inzaghi prende tre gol (uno di Ranieri e poi la doppietta di Kean), il Napoli resta tre punti avanti a parità di partite. Palladino vede la Champions: è al quarto posto con la Lazio. Inzaghi:«Non è il momento di guardare la classifica»
La seconda sconfitta dell’Inter in campionato, dopo il derby dell’andata, la prima in trasferta, è uno schiaffo in faccia a Simone Inzaghi e alla sua scombiccherata creatura. La Fiorentina, ridotta all’osso dagli infortuni e per una sera dal mercato, senza un cambio vero in panchina, mette in mostra tutto quello che manca ai nerazzurri: cuore, anima, furore. E organizzazione. I viola, quarti insieme alla Lazio, sono perfetti: si chiudono e ripartono, intensi e feroci. Nel primo tempo Kean e Dodo sprecano il vantaggio, ma nella ripresa i ragazzi di Palladino sono implacabili: Ranieri rompe l’equilibrio e Moise manda al tappetto i campioni d’Italia con una doppietta che lo proietta a 15 gol, solo uno in meno di Retegui nella classifica dei cannonieri.
Inzaghi è avvilito e arrabbiato: «È mancato tutto. La Fiorentina ci ha creduto più. Noi abbiamo fatto male. C’erano stati dei segnali già nel primo tempo e invece nel secondo abbiamo fatto peggio. Non è il momento di guardare la classifica né di fare tabelle. Bisogna analizzare questo passo falso, capire perché abbiamo fallito e cercare di ripartire subito».
Il recupero è maledetto
L’Inter assiste allo spettacolo. Una squadra fantasma. Senza idee, senza grinta, senza nerbo. Inconsistente. La peggiore degli ultimi due anni. Prova a fare la partita giocando piano, senza mai accelerare e senza trovare sbocchi. Le stelle nerazzurre stanno a guardare. Calhanoglu, alla seconda consecutiva dopo l’infortunio, è l’ombra di se stesso, ma niente funziona. E, oltre ai viola, a fare festa è Antonio Conte. Il Napoli adesso è primo per davvero. Non ci sono più asterischi in classifica. I recuperi sono maledetti per l’Inter. Tre anni fa ha perso lo scudetto a Bologna, adesso si trova in una situazione delicata.
L’Inter fa sciopero proprio nel momento in cui ha l’occasione di sprintare, contro i resti di una squadra che ha gli uomini contati nella partita interrotta il primo dicembre per il malore a Bove. Edoardo, con coraggio, è il primo a sbucare dal tunnel, teso e emozionato, si siede in panchina accanto a Palladino. I nerazzurri non sono quelli di due mesi fa. Sbattono contro il muro viola, si allungano, non vincono un contrasto, non cambiano mai ritmo. Stanchi e sgonfi nel momento cruciale della stagione. Ora devono rincorrere il Napoli, aspettando il faccia a faccia del 2 marzo al Maradona. I segnali di difficoltà si erano colti anche nel derby in cui i ragazzi di Inzaghi avevano tenuto palla nel primo tempo senza graffiare. Ma nella ripresa si erano svegliati. A Firenze invece sprofondano. Simone cambia solo tre giocatori rispetto al derby, limitando il turnover, ma è tutta la squadra a essere imbambolata.
Si ricomincia dal minuto diciassette e la Fiorentina è ai minimi termini: prima della partita Palladino perde anche Gudmundsson per una sindrome influenzale e manda in campo dieci degli undici giocatori di movimento che ha a disposizione. In panchina ci sono gli acciaccati Cataldi e Colpani, che entrano nel finale, tre primavera e il difensore Moreno. Occasione migliore per i nerazzurri non potrebbe esserci. E invece l’Inter la spreca in malo modo, segnando in fuorigioco con Carlos Augusto e buttando via un’occasione alla fine con Arnautovic quando però i viola sono ormai volati via. Troppo poco. Lunedì si replica a San Siro.
6 febbraio 2025 ( modifica il 6 febbraio 2025 | 23:22)
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