Il look di Joan Thiele a Sanremo è ispirato al mondo artistico e ...
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Joan Thiele sale sul palcoscenico del Teatro Ariston e lascia tutti a bocca aperta. La sua voce, sì, è una melodia dolce che fa così: "E ti giuro non ho più bisogno di fingere / Questa mia vita è il mio viaggio ed io / Traccio da sola le scelte che faccio". Mentre il motivo del brano dal titolo Eco entra (già) nella testa per non andarsene più, lei esibisce un'estetica che ha fatto sua, lavorando a quattro mani con lo stylist Riccardo Maria Chiacchio. Art Director e stylist, appunto, la sua visione creativa viene (anche) da un curriculum che ha iniziato a costruire giovanissimo Oltremanica: “Sono nato a Napoli", ci racconta. "Oggi vivo fra le città di Milano e di Londra. Mi sono laureato in Fashion Design alla University of Creative Arts di Londra. Ho studiato anche alla Central Saint Martins, dedicandomi proprio all’analisi sugli abiti, alla struttura dei vestiti". Con la cantante in gara alla settantacinquesima edizione del Festival di Sanremo ha costruito una narrazione d’immagine che gli appartiene e che, in qualche modo, si specchia con ciò che la performer voleva dire di sé al grande pubblico.
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Riccardo Maria Chiacchio, stylist
"Io ho un approccio molto cinematografico nel mio lavoro e anche autobiografico", continua lo stylist. "Nel senso che utilizzo la moda per raccontare delle storie che possono essere mie o che possono appartenere alle persone a cui tengo. Per farlo, mi nutro delle memorie e le trasformo in immagini che trascrivono un diario che si evolve insieme a me". Ma l'approccio cambia di celeb in celeb. Riccardo Maria Chiacchio e Joan Thiele sono riusciti a mettere d'accordo due pezzetti di vita differenti, i loro. "Ho usato i miei occhi per leggere la sua storia", aggiunge il creativo. "Mi sento di aver interpretato i suoi desideri, di aver risposto alla sua domanda: Come vorrei essere a Sanremo? Ormai collaboro con Joan dallo scorso settembre, ho lavorato anche al suo album, al nuovo video e a quelli che vedremo uscire nei prossimi mesi. Ed è stato molto bello, perché lei è una persona con tante storie da raccontare. Ci siamo trovati molto". Il nuovo disco è, poi, un lavoro cinematografico che si sposa perfettamente con la visione estetica di Riccardo Maria Chiacchio sia dal punto di vista del suono sia dal punto di vista dei contenuti.
Durante la prima serata sanremese, Joan Thiele indossa i miti dell'infanzia: "abbiamo attinto molto dall'estetica dei cartoni animati". Ci ricordiamo tutti Sailor Moon? Sul palcoscenico, sotto i riflettori, c'è un gioco di energie ispirate al mondo magico ed energico dei graphic novel che ci hanno cresciuti. "Partendo da questa forma d'arte, abbiamo scelto di indossare il marchio Chanel, una decisione forte, una challenge che abbiamo amato fin dal primo momento". Et voilà: una donna, la sua voce, il suo bagaglio artistico entrano nelle case degli italiani (e in mondovisione) completamente vestiti di bianco, portando al di là dello schermo una grazia che strizza l'occhio agli anni Ottanta e che non si sottrae alla visione di un brand come Chanel (con delle regole scritte dal 1909). Il bianco è solo l'inizio. "Per tutte e quattro le serate abbiamo scelto abiti su toni black and white. Del resto, dall’inizio della nostra collaborazione, abbiamo deciso che avremmo lavorato con palette neutre”. Così Joan Thiele sembra una supereroina nata dalla matita di un disegnatore.
All’Ariston la cantante non sale sul palco da sola: con lei, c’è la sua chitarra. “La sua chitarra elettrica è come un’estensione del suo corpo. Lei stessa l’ha disegnata. Ne useremo tre diverse nei colori del marmo e della lana. Quindi abbiamo anche adattato gli strumenti al suo look”. E gli accessori? “Joan indossa alta gioielleria e prêt-à-porter Chanel. Solo una serata, effettivamente, lei si esibisce con gioielli in grande, perché per tutto il Festival abbiamo giocato con altre linee: silhouette, movimento, lunghezze. Tutti gli accessori, comunque, servono a illuminarla. Infine, una chicca. “Ho fatto una ricerca molto specifica”, conclude lo stylist. “Ho studiato e cercato gli accessori di archivio della Maison. Nei daily, e cioè nelle interviste fuori dall’Ariston, Joan indossa le borse più iconiche dell’era Chanel. Ne svelo già tre: la bag a forma di cinepresa, quella a forma di cassetta e quella a forma di missile”. Bellissime. Che dire.
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