Joan Thiele e il ritorno dell'unibrow o monosopracciglio

La musica sofisticata di Joan Thiele, che negli anni l’ha tenuta un po’ lontana dalle logiche mainstream, è destinata a non passare inosservata in questa edizione del Festival di Sanremo, ma ad attrarre le attenzioni del pubblico è anche la sua estetica originale quanto ipnotica.

Tratto distintivo del volto della cantautrice, alla prima vota all’Ariston, è il monociglio appena accennato, un dettaglio che rende la sua immagine tutt’altro che banale e che potrebbe segnare il ritorno di questo stile in chiave contemporanea. Naturale ma sofisticata al tempo stesso.

Nell’universo beauty poche tendenze sono volubili come quelle che investono le sopracciglia. Un tempo le si spinzettava tutte per farle diventare il più sottili possibile, poi è stata la volta delle ali di gabbiano. E come dimenticare le decolorazioni furenti, seguite dalle soap brows, dal pelo più folto possibile e da quello spettinato. Una girandola di opzioni tra le quali ogni tanto prova a inserirsi l’unibrow, il monocoglio appunto, che deve la fama principalmente a Frida Kahlo, che ha fatto anche del proprio corpo un mezzo attraverso il quale creare e trasmettere arte.

La pittrice, infatti, che amava il make-up e dedicava molto tempo alla cura di sé, non si è mai omologata ai canoni di bellezza standard ma ha sempre rivendicato con orgoglio le sue sopracciglia tanto folte da congiungersi al centro, rivelatrici anche delle sue origini messicane.

Sempre presenti sul volto di Frida e nei numerosi autoritratti da lei realizzati, le piacevano al punto da intensificarne il colore con una matita color ebano di Revlon e incoraggiarne la crescita con un prodotto del brand Talika.

Dalla mostra «Frida Kahlo: making herself up». Frida Kahlo con blusa blu, 1939. Photograph Nickolas Muray © Nickolas Muray. Photo Archives