Giubileo 2025. Jovanotti: “Ogni viaggio è un pellegrinaggio”
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“Restaurare, catalogare e digitalizzare il fondo di periodici appartenenti al diplomatico ed erudito biellese Cesare Poma (1862-1932), e di presentarne la vita e l’opera mediante una mostra che a partire da quel fondo librario e allargandosi a molti altri conservati nella Biblioteca Vaticana, ha tratto una serie di racconti di viaggio, letterari e concreti, diplomatici e culturali, giornalistici e politici”. E’ questo l’obiettivo della mostra “En route”, realizzata dalla Biblioteca apostolica vaticana in occasione del Giubileo 2025, e visitabile durante tutto l’anno giubilare. “Questi racconti – ha spiegato mons. Angelo Vincenzo Zani, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa, durante la presentazione dell’iniziativa in sala stampa vaticana – sono poi affidati a tre creativi di fama internazionale, profondamente ancorati nella cultura di questo nostro secolo”. Si tratta, in particolare, del cantante Jovanotti, della direttrice artistica delle collezioni donna Dior, Maria Grazia Chiuri, e di Kristjana S. Williams, illustratrice e graphic artist. La mostra è collocata nelle sale della Biblioteca adibite a questo scopo: la Kerkorian Exibition Hall, la Sala Barberini e gli ambienti adiacenti. I visitatori, per questa occasione, potranno ammirare anche i luoghi storici della Biblioteca vaticana, in particolare il Salone Sistino. “Trovare un punto di incontro tra un’istituzione secolare e il tempo in cui viviamo”, lo spirito dell’iniziativa nelle parole di uno dei curatori, don Giacomo Cardinali. La mostra sarà aperta al pubblico dal 15 febbraio al 20 dicembre 2025, secondo modalità e calendario consultabili sul sito: https://enrouteproject.com/. Perno dell’intera esposizione è il recente ritrovamento di un fondo proveniente dall’eredità del diplomatico ed erudito Cesare Poma (1862-1932). Si tratta della collezione Poma.Periodici, una straordinaria raccolta di circa 1.200 giornali, provenienti dalle località e stampati nelle lingue più remote dei cinque continenti. Da questo fondo emergono, oltre alla vicenda biografica e culturale del diplomatico, anche quella di un bizzarro periodico, intitolato appunto “En route!”, che due giornalisti francesi, Lucien Leroy e Henri Papillaud, pubblicarono durante il loro viaggio intorno al mondo tra 1895 e 1897, per finanziare la loro impresa e raccontare i luoghi visitati. A fianco di queste avventure, tutte maschili, sono state poste le storie di alcune donne che, in piena età vittoriana, vincendo gli stereotipi culturali del tempo, partirono sole alla volta del loro particolare giro del mondo: giornalistico, politico, culturale, archeologico o propagandistico.
Ritorno e partenza. “Per me questo è un ritorno alle mie radici, ma anche una nuova partenza. Come si dice, tutte le strade portano a Roma, e quindi anche tutte le strade partono da Roma”. Così il cantante Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, ha spiegato il suo contributo alla mostra. “Le parole chiave del progetto — viaggio, mappe, esplorazioni, pellegrinaggio, Giubileo, Vaticano — mi hanno colpito profondamente”, ha raccontato ai giornalisti: “Il Vaticano è casa per me: mio padre ha lavorato qui per 55 anni, sono nato a Porta Cavalleggeri, ho vissuto questi luoghi da bambino”. “Quando mi hanno raccontato del progetto, ero in convalescenza dopo un viaggio piuttosto drammatico”, ha proseguito: “Potevo viaggiare solo con la fantasia, quindi ho accolto questa proposta con entusiasmo. Ho cercato di portare il mio contributo alla mostra attraverso un’installazione personale. Ho esposto la mia bicicletta da viaggio, con cui ho girato il mondo, una chitarra decorata da un’artista argentina, una palla da discoteca trasformata in mappamondo e i miei disegni come diario di bordo. Il mio intento non è stato autocelebrativo, ma quello di fare da cavallo di Troia: portare qualcuno che non sarebbe mai entrato in Vaticano a scoprire questo luogo straordinario”. “Il viaggio è esplorazione, scoperta dell’altro, ogni viaggio è un pellegrinaggio”, ha concluso il cantante: “Oggi siamo minacciati dall’illusione dell’opportunità: gli algoritmi ci ripropongono ciò che già conosciamo, mentre il senso del viaggio è l’opposto, è scoprire quello che non siamo e quello che potremmo essere”. Ad una domanda personale sul suo rapporto con la fede, Jovanotti ha risposto: “Preferirei fare uno spogliarello che spogliare l’anima. Rimango nella nuvola di una fede molto debole, molto altalenante, continuamente alla ricerca di segni, di conferme che arrivano e poi sfuggono. E’ un viaggio anche quello”.
La moda è storia. “Studiando la storia della moda si può capire il mondo, la forma dei corpi, l’evoluzione dei pensieri”. Ne è convinta Maria Grazia Chiuri, direttrice artistica delle collezioni donna Dior, che ha spiegato come “la moda è spesso considerata qualcosa di frivolo, mentre è molto più seria di come possa apparire”. All’interno della mostra Maria Grazia Chiuri, in collaborazione con Karishma Swali e gli artigiani della Chanakya School of Craft, tramite una installazione propone una riflessione che, a partire dalle vicende di sei viaggiatrici di fine ‘800, si sviluppa intorno al rapporto tra moda e viaggio, sul potere dell’abito di liberare il corpo, renderlo idoneo al movimento, e un giro del mondo tra carte e cartamodelli. “La moda è in se stessa è un viaggio”, ha spiegato Chiuri: “i suoi momenti costituiscono delle mappe, la prima delle quali è il cartamodello. Tessere è stata la prima attività umana, il telaio è stato il primo computer dell’umanità”. Nella sala espositiva curata dalla direttrice creativa di Dior, campeggia la scritta “Femininity, the trap”, tratta da un articolo scritto nel 1947 da Simone de Beauvoir per Vogue America. Un forte richiamo all’attualità, così come il mix delle canzoni di Jovanotti più significativamente legate al tema del viaggio che accolgono il visitatore all’inizio del percorso espositivo.
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