Mostra di Venezia, Liliana Cavani emoziona con L'ordine del tempo ...
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Tra la fine del mondo e l’invasione dei Granchi Blu, la grande regista italiana, premiata con il Leone alla carriera, trasporta sullo schermo l’omonimo libro del fisico Carlo Rovelli. Paura, nostalgia, stupore, incertezza e speranza in una pellicola presentata fuori concorso e interpretata da Angela Molina, Claudia Gerini, Valentina Cervi, Richard Sammel, Alessandro Gassmann, Edoardo Leo, Ksenia Rappoport, Francesca Inaudi e Fabrizio Rongione
Lo sapeva già Albert Einstein: "La divisione tra passato, presente e futuro è solo un'ostinata illusione”. Ma Liliana Cavani, premiata con il Leone alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia (SCOPRI LO SPECIALE) sceglie di oltrepassare il concetto espresso dal genio, autore della celeberrima formula E = mc2. Tratto dal libro di Carlo Rovelli, "L’ordine del tempo" è un delizioso e acuto lungometraggio che trasfigura sul grande schermo le parole del fisico italiano, ovvero: "L’ emozione del tempo è precisamente ciò che per noi è il tempo. Il tempo siamo noi". Presentato al Lido fuori concorso, il film è la cronaca di un'apocalisse annunciata. Un'opera che ci pone un interrogativo decisamente rilevante: se scoprissimo che il mondo sta per terminare, come sceglieremmo di trascorre le nostre ultime ore sul pianeta Terra?
Gli antichi greci avevano coniato ben quattro diversi termini per indicare il concetto di tempo: χρόνος (kronos), καιρός (kairos), αἰών (Aion) e ἐνιαυτός (Eniautos). Noi molto più prosaicamente non facciamo che ripetere a noi stessi e agli altri che non abbiamo mai abbastanza tempo. Partendo da questa considerazione, Liliana Cavani orchestra con grazia un’opera corale incentrata su un gruppo di amici che una sera d’estate, in vacanza in una villa al mare a Sabaudia per celebrare un genetliaco, scopre che il mondo sta per finire a causa di un asteroide, soprannominato Anaconda, che a breve colpirà il nostro pianeta. Tra rimorsi, rimpianti, desideri, speranze, segreti, silenzi e parole questo spicchio di umanità sperimenterà una sorta di Apocalisse da camera. E le ore che mancano alla fine dell’umanità scorreranno per tutti questi personaggi a un ritmo inusitato e imprevedibile, talvolta veloce, a tratti lentissimo.
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Il tempo si dilata e lo spazio si contrae, mentre Liliana Cavani si diverte a sparigliare l’ordine delle cose: nei buchi neri terminano tutti gli amori che muoiono, tuttavia, ancora una volta e per fortuna nostra, Omnia vincit amor, come scriveva Virgilio. Sicché la voce avvolgente di Leonard Cohen che intona Dance me to End of Love ci accompagna in questo girotondo in cui le coppie si accoppiano, scoppiano e poi si ricompongono. Non a caso l’altra canzone scelta per accompagnare le immagini del film è C’est la vie No 2, cantata dai Phosphorescent, talentuoso gruppo indie americano. Perché, pure se si tratta degli ultimi istanti, così va il mondo. E come chiosa Carlo Rovelli: “Fra certezza e totale incertezza vi è un prezioso spazio intermedio ed è in questo spazio che si svolgono la nostra vita e il nostro pensiero”.
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In questa Ronde, che sarebbe piaciuta a Max Ophüls, in questo vibrante gioco delle parti, Liliana Cavani dirige un manipolo di attori assolutamente azzeccato: dal medico Alessandro Gassmann all’avvocato Claudia Gerini, dal fisico teorico Edoardo Leo all’insegnante di storia Ksenia Rappaport, dall’economista Richard Sammel alla insegnate di scienze Valentina Cervi, dallo psicanalista Fabrizio Rongione alla ricercatrice Francesca Inaudi. Un cast che affronta intrepido questo "viaggio inquietante" (come lo ha definito la regista, ndr). Tra un bacio, un abbraccio, un ballo, una fetta di torta, un bicchiere di vino e una passeggiata a piedi nudi sulla spiaggia al solito tempus fugit, ma ci resta il desiderio perpetuo di fermare quell’attimo. Perché non esiste niente di più bello.
![VENICE, ITALY - AUGUST 30: Bianca Balti arrives at the Hotel Excelsior pier for the 80th Venice International Film Festival 2023 on August 30, 2023 in Venice, Italy. (Photo by Pascal Le Segretain/Getty Images)](/thumb/phpThumb.php?src=https%3A%2F%2Fstatic.sky.it%2Fimages%2Fskytg24%2Fit%2Fspettacolo%2Fcinema%2F2023%2F08%2F30%2Ffestival-venezia-ospiti%2Fvisore-arrivi-venezia-g.jpg.transform%2Fhero-mobile%2Fbad22fa2b79f7cff41a8caa6426955bba1d060ad%2Fimg.jpg&w=728&hash=734c5daa75daa1357c5be8f132c46247)
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Nata a Carpi il 12 gennaio 1933, la regista e sceneggiatrice inizia la sua carriera negli anni Sessanta con alcuni documentari e cortometraggi di stampo sociale e politico. Poi dedica due film e un film per la tv a Francesco d’Assisi, ma la lista dei suoi lavori che hanno segnato il cinema d’autore italiano è lunga: da “Il portiere di notte” ad “Al di là del bene e del male”, fino a “La pelle”, “I cannibali” e “Oltre la porta”
Compie 90 anni Liliana Cavani, regista e sceneggiatrice italiana nata a Carpi il 12 gennaio 1933. Laureata in lettere antiche e diplomata al Centro sperimentale di cinematografia di Roma, inizia la sua carriera realizzando documentari e cortometraggi di stampo sociale e politico per la Rai, fra cui La storia del Terzo Reich (1963-64), La casa in Italia (1964-65) e La donna nella Resistenza (1965)
FRANCESCO D’ASSISI - Nel 1966, Liliana Cavani dirige quello è il primo film per la televisione della Rai: Francesco d’Assisi. Proposto in due puntate, il 6 e l'8 maggio 1966 in prima serata dal primo canale, vede Lou Castel nei panni del santo. (Nella foto Liliana Cavani)
GALILEO - Due anni dopo dirige il film Galileo, presentato alla 29ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia del 1969, con Cyril Cusack e Georgi Kalojančev. Un lavoro incentrato sul conflitto di Galileo Galilei, spaccato dal conflitto fra scienza e religione