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Luca Carboni e il tumore al polmone: “Lo choc e la voglia di ripartire ...

Luca Carboni e il tumore al polmone Lo choc e la voglia di ripartire
Il cantante si racconta: “Così ho scoperto la malattia: un po’ di tosse che non passa. La paura di morire, la fede e la scelta di allontanarmi dai social”

Bologna, 8 settembre 2024 – “Mi sono messo da parte, ho staccato ogni contatto con i social e mi sono concentrato su quello che mi stava succedendo”. Inizia così l’intervista al Corriere della Sera di Luca Carboni con cui il cantautore bolognese racconto del tumore al polmone che gli è stato diagnosticato nel 2022.

Luca Carboni e il tumore al polmone: "Lo choc e la rinascita"

Due anni senza i riflettori per affrontare quindi quel male, il tumore, di cui oggi riesce a parlare. "Un po’ di tosse che non passa –racconta Luca Carboni – la decisione di fare una lastra”.

Poi lo choc. “Sono rimasto senza parole, quella malattia sta nella nostra vita, ma pensi che a te non toccherà mai. Improvvisamente tutto è cambiato”.

Da qui racconta sempre al Corriere, la decisione di fermare l’album e il singolo ‘Il pallone’ “a cui – dice ancora – tengo moltissimo” e il tour. “Dalla scelta dei brani sono passato alla scelta delle terapie per sopravvivere. Il tumore era grande, difficile da operare”.

A seguirlo lo staff di oncologia del Sant’ Orsola (guidato dal professore Andrea Ardizzoni) e il via alla chemioterapia. Poi ad agosto l’intervento per asportarlo.

"Per fortuna non c’erano metastasi e dopo l’intervento abbiamo continuato con l’immunoterapia – dice ancora l’artista bolognese –. Dopo due anni posso dire di essere tecnicamente guarito anche se, con questo tipo di malattia, questa parola ha un significato fragile”.

"In questi anni ho pregato per me, ma anche per chi condivideva il mio stesso percorso. Io vengo da una famiglia cattolica che mi ha educato a tenere sempre aperta la finestra sul divino. Poi, per un certo periodo, ho chiuso quella finestra che poi si era di nuovo spalancata da adulto, ben prima della malattia. Questa esperienza ha rafforzato la mia convinzione spirituale”.

L’artista bolognese, autore (e specifica “non ci è alcuna profezia”) di “Ci vuole un fisico bestiale” racconta di questi due lunghi anni, ha camminato tanto spiega, sul nostro Appennino. La natura lo ha aiutato così come la pittura “che è sempre stata la mia altra passione”.

Tanto che il suo rientro avverrà a novembre a Bologna proprio con una mostra, curata da Luca Beatrice e prodotta da Elastica che coinciderà con i quarant’anni, da suo primo disco.

"Ora ho voglia di riaprire la porta della mia vita – conclude Carboni –, di ritrovare le persone. Dopo la mostra rimetterò mano alle canzoni che stavo registrando quando mi hanno scoperto il tumore, ne aggiungerò altre e poi forse farò un tour. L’ultimo è stato nel 2019, ho bisogno di ritrovare ciò che insieme ai paesaggi, più mi ha dato la forza di contrastare la malattia: l’incontro con gli altri”.

“Mi piacerebbe che la prima data del prossimo tour fosse Bologna – dice ancora – , la mia città”.

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