Lucio Corsi: “Grato a Verdone, un vero bluesman. Sanremo? Una ...
"L'attualità in musica non mi interessa e oggi ce n'è tanta. Voglio canzoni che mi portino altrove, che mi facciano immaginare di essere qualcun altro". E’ la visione della musica secondo Lucio Corsi, un viaggio lontano dal presente e dalla realtà immediata per il cantautore il cui nome ricorre tra i Big in gara al prossimo Festival di Sanremo. Di Corsi si parla anche per la partecipazione – nel ruolo di se stesso - alla serie (disponibile su Paramount+) Vita da Carlo, seconda stagione, in cui s’immagina proprio che Carlo Verdone venga ingaggiato come direttore artistico del festival. Corsi è tornato di recente con il nuovo singolo Tu sei il mattino, accompagnato da un videoclip che vede la partecipazione straordinaria dello stesso Verdone.
Il brano, racconta Corsi in un’intervista all’agenzia Adnkronos, "è una canzone d'amore, ma non perché parla di una prima volta, quanto perché parla del tempo che passa e che ci trascina in una sola direzione, come la corrente di un fiume". Mescola esperienze personali e immaginazione: "C'è una parte autobiografica e una no. È un'infanzia a tratti mia, a tratti reinventata con storie di altre persone che ho intorno. Mi piace reinventarmi il passato nella musica, oltre che immaginarmi un futuro diverso". E se la canzone fosse una dedica? "La dedicherei alla passione in generale, che mi è stata data dal fatto di essere nato in provincia, nella noia. Pace e noia sono molto simili: il confine è sottile. È fondamentale quella noia che ho vissuto da ragazzino, perché mi ha portato a inventarmi un altro mondo possibile".
Nel ritornello, la mattina assume un'accezione positiva, ma Corsi confessa di averla odiata da giovane: "Da giovani si odia la mattina, meno la vedi e meglio è. Anch'io l'ho sempre odiata. Ma col tempo ho iniziato ad apprezzarne alcuni lati. Ed è preoccupante, perché è come avere un piede nella fossa - dice, dall’alto dei suoi 31 anni – la mattina è come il minestrone, i broccoli, gli spinaci: si apprezza crescendo". Il videoclip del brano ribalta il romanticismo della canzone. Il protagonista non è un sentimento, ma un'entità surreale: un raffreddore inarrestabile che travolge e sconvolge i personaggi in una storia ambientata in un ascensore. "Il videoclip l'ho scritto insieme a Tommaso Ottomano, con cui ho scritto anche la canzone. Questo brano è così romantico e sognante che abbiamo deciso di non assecondarlo ma, in qualche modo, di distruggerlo. Tanto la canzone andrà con le sue gambe, farà i suoi giri. Il video doveva essere un'altra cosa, un'altra forma di espressione per raccontare quella storia in una chiave diversa".
Collaborare con Verdone, anche nella terza stagione di Vita da Carlo, è stata un'esperienza formativa per il cantautore toscano: "Era la prima volta che mi trovavo davanti alla telecamera, e avere lui accanto, con i suoi consigli, è stato un insegnamento. Carlo è un vero bluesman, non solo perché è un intenditore di musica ma per come approccia la vita. Ha quella malinconia intrinseca che è alla base del blues". Sanremo, riflette Corsi, è una sfida per ogni artista: "Ci sono tanti musicisti che amo che ci sono andati e ci sono passati nella maniera più giusta possibile. Penso a Rino Gaetano, Vasco Rossi, Lucio Dalla... Poi ce ne sono altri che amo ugualmente e che non ci sono mai stati. Perciò è una battaglia interiore per ogni musicista. Mettersi davanti a tanti occhi è una cosa difficile. Serve il momento esatto, la crescita e l'esperienza giusta alle spalle".
Quanto al panorama musicale attuale, Corsi si dice ottimista: "Penso che ci sia spazio per cose fatte in un certo modo, nel modo che piace a me, che mi dà gusto. Le cose che amo in musica, spesso, sono del passato. La musica di Dalla, Paolo Conte o Ivan Graziani, per esempio, è ancora attuale". Nel cantautorato italiano, il giovane artista si rifà, dunque, a modelli senza tempo: "Amo quelle cose lì. Artisti che facevano musica che poteva essere registrata nel 2080 e uscire nel 1960, o viceversa. Musica che non si lega mai a un momento storico preciso. Quando una canzone si appiglia all'attualità, mi fa schifo. Io cerco altro nelle canzoni, qualcosa che non conosco. So già cosa c'è intorno a me, lo vedo ogni giorno. Quando mi metto qualcosa nelle orecchie, voglio andare da altre parti, voglio canzoni che mi facciano credere di essere qualcun altro". Il nuovo disco, al quale sta lavorando, “uscirà nel 2025. Non vedo l'ora di tornare a suonare dal vivo: è la cosa che più mi dà gusto".