Cristiano Malgioglio: «Mia madre mi diede i soldi per andare dal macellaio e io tornai con il disco di Rita...
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La voce italiana, insieme a Gabriele Corsi e Carolina Di Domenico, dell’Eurovision Song Contest si racconta: «Torino? Bellissima ma vorrei più movida»
Malgioglio, come si trova a Torino? «Bene, è una città bellissima. La gente è molto elegante, mi piace molto. L’unico problema è che i ristoranti alle dieci di sera chiudono».
Non è riuscito a cenare… «Manderò un messaggio al sindaco (Lo Russo, ndr), che ho conosciuto ed è stato molto carino: in una città così, tra le più belle del mondo, i ristoranti dovrebbero essere aperti fino a mezzanotte. Ecco, vorrei un po’ più movida».
Cristiano Malgioglio è la voce italiana, insieme a Gabriele Corsi e Carolina Di Domenico, dell’Eurovision Song Contest. «Ringrazio il direttore Stefano Coletta — dice — che mi ha scelto per il secondo anno».
Lei per chi tifa? «Qualcuno mi ha rimproverato perché do giudizi sui cantanti in gara».
Non se ne curi. «Il mio cuore batte per Sam Ryder (il concorrente inglese, ndr). Mi piacerebbe invitarlo a cena e cucinare per lui la parmigiana di melanzane».
E l’Italia? «Non sarà facile un bis dopo la vittoria dei Maneskin. Se Blanco e Mahmood vincono sfilerò in reggiseno e perizoma».
Non ci crede molto. Ma con Blanco e Mahmood non andrebbe neanche in vacanza? «Mahmood abita vicino casa mia, per cui… Blanco è molto gioioso, mi trascinerebbe in discoteca tutte le sere, perciò grazie».
Restiamo a Torino. Che legame ha con questa città? «Qui alla Rai di via Verdi ho fatto il mio primo provino. Mi hanno bocciato».
E perché? «Hanno detto che non ero adatto per la televisione. Certo, io ero molto particolare, una specie di Maria Schneider. Non appena mi hanno visto, i finti moralisti si sono spaventati. Ma io non mi sono mai arreso».
Nella sua carriera ha incrociato molti torinesi: Piero Chiambretti, Massimo Giletti, Simona Ventura... «A Simona devo molto, anche nei miei momenti più difficili mi ha spalancato il cuore. Massimo mi ha portato a Rai Uno. E Chiambretti mi ha cambiato la vita, è stato veramente magico, gli voglio troppo bene: ha fatto di me la soubrette che ho sempre sognato di essere».
Voleva essere Carmen Miranda? «Da bambino non ero certo il tipico ragazzino che giocava a pallone. Un giorno mio padre mi portò un disco da Madrid e c’era questa donna con un casco di banane in testa. Da allora sono impazzito...».
Altra artista torinese con cui ha lavorato: Rita Pavone. «Adorooo! Per lei ho scritto e anche cantato nel 1991 in un disco, “Amiche”, con Milva e Iva Zanicchi. E feci pure una follia da piccolo».
Racconti. «Eravamo in Sicilia, a Ramacca. Un giorno mia madre mi diede i soldi per andare dal macellaio e io tornai a casa con un album di Rita Pavone, “Sul cucuzzolo”, anziché con la carne. Mia madre mi fece nero…».
C’è chi dice che l’Eurovision potrebbe restare a Torino anche il prossimo anno. «Be’, sarebbe bello».
Le piacerebbe salire sul palco come presentatore? «Peccato per il mio inglese tremendo. Non mi è bastato aver vissuto da bambino in Australia, dovrei andare in Inghilterra per studiarlo alla perfezione. Anche se sopra il palco sarei il top».
E intanto che farà? «A breve uscirà un mio disco, “Malo”, contro la violenza sulle donne. E poi un singolo per l’estate, di cui posso solo rivelare che sarà molto spiritoso».
Buon lavoro, allora. «Grazie. Ah, una cosa…».
Dica? «L’età… per favore, non la scriva».
Ma è su Wikipedia. «Ma quella è sbagliata. Mi hanno dato dieci anni in più mettendo la data di nascita di mio zio Giuseppe, che si chiama come me. E poi tanto io sono un’eterna ragazzina».
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12 maggio 2022 (modifica il 12 maggio 2022 | 16:14)
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