Il giornalista italiano Marco Violi che per qualche ora è stato l ...
diMartina Pennisi
Marco Violi, responsabile di due siti sul calcio, è stato spacciato per l'attentatore dell'ex presidente degli Stati Uniti e candidato alla Casa Bianca nei panni di «Mark Violets»
«Mi sono svegliato alle due di notte e la cosa era già deflagrata: il telefono era bombardato di notifiche. È assurdo, assurdo. Lunedì sporgerò denuncia, non mi sono più riaddormentato per raccogliere materiale da mandare al mio avvocato». Marco Violi, giornalista italiano iscritto all'albo dei pubblicisti, risponde al Corriere dalla sua casa di Roma. Ha da poco smentito su Instagram di essere l'uomo che ha sparato all'ex presidente degli Stati Uniti e candidato alla Casa Bianca Donald Trump: «Non avevo la minima idea di quello che fosse successo. Le notizie che circolano sul mio conto sono totalmente prive di fondamento».
Ma chi lo aveva additato, e perché? La storia racconta abbastanza bene come funziona un certo sottobosco di Internet e social media e ha scatenato curiosità e ricerche anche fuori dai nostri confini confermate da Google Trends, lo strumento di Google che monitora i quesiti sul motore di ricerca. La chiave «Mark Violets» ha registrato un picco nella notte italiana fra sabato e domenica, quando hanno iniziato ad arrivare le prime notizie sull'attentato a Trump. Il nome del vero attentatore - Thomas Matthew Crooks - è stato confermato dall'Fbi solo domenica mattina.
Nella notte, mentre siti Internet dei giornali e televisioni mostravano le prime immagini del volto insanguinato dell'ex presidente Usa, una serie di profili molto seguiti su X ha pubblicato una foto di Violi, scrivendo che il dipartimento della polizia di Butler - il comune della Pennsylvania in cui Trump stava tenendo il suo comizio prima di essere colpito - aveva identificato lo sparatore come «Mark Violets, un membro dell'Antifa». Nel post di Wall Street Silver, account da 1,3 milioni di follower, non più disponibile ma immortalato dalla testata online Open, il riferimento a un video pubblicato su Youtube in cui Violets avrebbe affermato che «la giustizia sta arrivando».
Gli elementi per rimbalzare da un account all'altro ci sono tutti, a partire dalla spunta oro e dalla foto quadrata di Wall Street Silver, che su X caratterizzano gli account verificati dalla piattaforma e concedono autorevolezza a quanto condiviso. Ed è quello che accade, come ricostruito anche dall'esperto di reputazione online e fondatore di The Fool Matteo Flora, che ha individuato nel profilo @Moussolinho l'ideatore della fake news: la storia di Mark Violets l'attentatore e la teoria che sia collegato al movimento di estrema sinistra Antifa diventano strumenti di propaganda di siti, canali Telegram e Youtube e profili da decine di migliaia di follower in lingua inglese e spagnola, come si vede negli screenshot raccolti da Flora e Open. Nella lista di chi ha ripreso la (non) notizia non ci sono (per fortuna) siti di giornali importanti o tv e media mainstream.
Violi racconta di essere vittima da anni di @Moussolinho e della community del Twitter Calcio, un gruppo di italiani e italiane molto attivo su X che parla solo di pallone e correlati. «Mi hanno preso di mira nel 2018 perché ero molto critico sulla presidenza Pallotta (della Roma, ndr). La cosa si è fatta molto pesante e sono venuti anche sotto casa mia. La Procura non ha ancora fatto niente». Non è la prima volta che, in questa faida, qualcuno tenta di far passare Violi per attentatore. Nel 2021 sarebbe stato accostato all'attentato di Kongsberg, in Norvegia, con il nome di Marek Al-Viol: se ne trova traccia, oltre che sui social, proprio su uno dei siti di cui Violi è responsabile, romagiallorossa.it.
14 luglio 2024 ( modifica il 14 luglio 2024 | 14:37)
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