Morto Madoff, cala il sipario sulla grande tragedia di Wall Street
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NEW YORK - La morte di Bernie Madoff fa calare il sipario sulla grande tragedia di Wall Street - il crollo del 2008, innescato dal fallimento della Lehman Brothers, causa di devastazione per tutta l’economia mondiale - che fece emergere una serie di gravi patologie del capitalismo finanziario americano. L’estrema spregiudicatezza nell’assumere rischi enormi e l’inadeguatezza dei controllo lasciarono spazio a personaggi senza scrupoli fino ad arrivare alla maxitruffa di Madoff divenuta il simbolo tragico, ma con aspetti farseschi, di un’era di eccessi e di avidità.
Il finanziere, morto ieri per l’aggravamento della sua malattia renale nel carcere di Butner, in North Carolina, dove stava scontando una condanna a 150 anni di detenzione, aveva 82 anni. La sua gigantesca truffa - un buco inizialmente stimato in 65 miliardi di dollari - scoperta quando il crollo di Wall Street gli fece improvvisamente mancare la liquidità necessaria per sostenerla, fu costruita con pazienza certosina e con un incredibile lavoro artigianale da Madoff nell’arco di decenni: creò anche una contabilità parallela in uffici collocati in un piano diverso dalla sede ufficiale della sua società, in un grattacielo della terza Avenue di Manhattan.
La cecità dei controllori
Tutto scritto e registrato a mano su registri cartacei senza lasciare tracce in reti informatiche
E, intanto, grazie al grande prestigio che aveva saputo costruirsi, poggiato su una facciata di successo e rispettabilità dietro la quale c’era il nulla, continuava a ricevere il denaro di pochi, selezionati clienti assai ricchi e anche di prestigiosi fondi d’investimento degli Stati Uniti, ma anche svizzeri, mediorientali e sudamericani. Con questo denaro pagava profitti succulenti ai vecchi investitori che, felicissimi, non ritiravano quasi mai i loro fondi. Un classicoPonzi scheme(in Italia parleremmo di vendite piramidali o di una catena di S. Antonio finanziaria) emerso solo quando, con la crisi del 2008, molti investitori chiesero all’improvviso di riavere i loro soldi. Una truffa costruita con pazienza, cura certosina per i dettagli e col coinvolgimento - più o meno consapevole - di tutta la famiglia. E, infatti, la saga di Madoff è anche una grande tragedia familiare, segnata da suicidi, divorzi e arresti di parenti. Una saga immortalata in film e serie televisive nelle quali Madoff è stato interpretato da Robert De Niro e Richard Dreyfuss, mentre la moglie Ruth - l’unica sopravvissuta a tutta questa devastazione - ha avuto, sugli schermi, il volto di Michelle Pfeiffer.
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Madoff, la fotostoria del più grande truffatore della storia: il processo, l?arresto, la vita da recluso-
Madoff, la fotostoria del più grande truffatore della storia: il processo, l?arresto, la vita da recluso
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Madoff, la fotostoria del più grande truffatore della storia: il processo, l?arresto, la vita da recluso
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Madoff, la fotostoria del più grande truffatore della storia: il processo, l?arresto, la vita da recluso
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Madoff, la fotostoria del più grande truffatore della storia: il processo, l?arresto, la vita da recluso
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Madoff, la fotostoria del più grande truffatore della storia: il processo, l?arresto, la vita da recluso
Una sera di dicembre del 2008 Madoff, non più in grado di controllare il gioco che aveva messo in piedi, confessò ai figli Mark e Andrew che lavoravano con lui ma apparentemente non sapevano nulla, che la potente finanziaria di famiglia era, in realtà, solo un castello di carte. La mattina dopo i due, per evitare di essere incriminati come complici, denunciarono il padre che fu subito arrestato. Era l’11 dicembre: l’inizio della grande tragedia finanziaria che in un attimo gettò nella povertà migliaia di ricchi borghesi che persero tutto il loro patrimonio, molti anche la casa. Una tempesta di indignazione che, più che su Bernie, ormai rassegnato a subire una punizione «esemplare» (il giudice che condannò il detenuto n. 61727/054 gli comunicò con una certa enfasi la data del suo rilascio, nel 2137, quando Bernie avrebbe avuto 201 anni), si abbattè sulla famiglia: il fratello Peter confessò la sua complicità ed ebbe una condanna a 10 anni mentre Ruth, pur avendo firmato quasi tutti gli assegni emessi dalla società e avendo gestito i suoi libri contabili, non fu mai incriminata. Come i figli che, però, vissero tra angoscia, rimorsi e l’odio dei tanti della loro stessa comunità mandati in rovina da Bernie e convinti della complicità di tutta la famiglia. Mark, il figlio maggiore, si suicidò nel 2010, nel secondo anniversario dell’arresto del padre. Andrew morì nel 2014 di cancro, a 48 anni. Ruth, alla quale i giudici sequestrarono tutti i beni, lasciandole un patrimonio di 2,5 milioni di dollari (probabilmente il prezzo della sua collaborazione alle indagini), oggi vive da sola in un miniappartamento a Old Greenwich, in Connecticut. Isolata e detestata dalla sua comunità anche perché si è rifiutata di ripudiare il marito.
Che, in carcere, all’inizio subì violenze da altri detenuti ma poi fu trattato con rispetto. Lo raccontò lui stesso alla nuora: «Mi trattano come un boss di Mafia». Forse anche perché l’ultimo che mise le mani addosso a Madoff, poi uscì assai malconcio da un confronto con un altro detenuto: Carmine Persico, un mafioso. Bernie ha vissuto dal carcere tutte le tragedie familiari e non si è mai lamentato della vita in cella. L’anno scorso, quando i medici sentenziarono che gli restavano pochi mesi di vita, chiese di poter morire a casa. Nulla da fare. L’America è fatta così: dietro una facciata di grande solidità può avere fragilità enormi (quello di Madoff è stato lo scandalo più grave dei 75 anni di storia della SEC: un fallimento che ha scosso profondamente l’ente di sorveglianza), ma il colpevole che viene individuato e condannato va poi punito in modo feroce per dare l’esempio: non c’è spazio per l’umana pietà.
14 aprile 2021 (modifica il 15 aprile 2021 | 09:04)
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