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Rosalba Piccinni, tra musica, fiori... e Mina: "È stata una donna in ...

Rosalba Piccinni tra musica fiori e Mina È stata una donna in
La cantafiorista Rosalba Piccinni si divide tra i suoi negozi e i palcoscenici dei locali più esigenti. Ora dedica un disco al suo mito. «Che è anche mia cliente»

Rosalba Piccinni, bergamasca, voce d’usignolo e tempra d’acciaio, è riuscita a conciliare le sue due grandi passioni, i fiori e la musica, e a farne uno stile di vita. Oggi la cantafiorista ha due negozi, a Bergamo e a Milano, e un locale milanese, il Potafiori, in cui si mangia e si ascolta musica tra i fiori, e dove capita d’incontrare (e ascoltare in mini-concerti improvvisati) Al Bano, Belén, Mika.

MINA SU TUTTI – Il suo idolo assoluto è Mina, cui ha dedicato 21 concerti (tutti sold out) al Blue Note, il tempio milanese del jazz. Adesso esce con un album dedicato proprio a Mina, presentato con un concerto al Teatro Franco Parenti di Milano

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Il suo vinile s’intitola Rosa che s’inchina. Che cosa significa? «Agli inizi di agosto 2023 mi sono trovata con Mauro Balletti (responsabile dell’immagine di Mina da oltre mezzo secolo, ndr), che ha ideato la cover del disco, e quando mi sono vista immersa tra i fiori mi è tornata in mente una canzone di Ivano Fossati, Unica rosa. Io mi chiamo Rosalba e in quel brano a un certo punto si parla di una “rosa che s’inchina”. Ecco: quella rosa sono io, che m’inchino umilmente alla divina per eccellenza: Mina».

A quando risale il suo amore per Mina? «Sono cresciuta con lei e il suo talento irraggiungibile. È la voce più bella del mondo, insieme a quella di Ella Fitzgerald. Inoltre, mi hanno sempre molto colpito il suo coraggio e le sue scelte controcorrente. È stata una donna enormemente in anticipo sui tempi».

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Il disco nasce grazie a un gruppo edile. «Un giorno un imprenditore è venuto in negozio, ha sentito questa musica e mi ha chiesto: “Ma chi è che canta Mina così?”. “Io”. “Voglio regalare ai miei clienti questo disco!”. “Ma non esiste nessun disco, sono solo mie incisioni”. “E allora facciamolo!”. L’idea è partita lì. Poi sono arrivati Mauro Balletti con la copertina e la casa discografica Warner per la distribuzione».

Mina l’ha mai sentita? «No, ma abbiamo alcuni musicisti in comune, e mi è capitato più volte di ascoltare la sua voce nei messaggi vocali agli amici. Quando parla, è ancora più straordinaria di quando canta».

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Tra voi c’è un altro punto di contatto inaspettato. «Il suo fioraio di Lugano si rivolge sempre a noi quando Mina lo chiama. I suoi gusti? Ama i ciclamini, le stelle di Natale, i fiori bianchi: cose semplici, composizioni non elaborate».

Lei quando ha iniziato a interessarsi di fiori? «Sono la settima di otto figli, e ho iniziato a lavorare a 13 anni. A 16 sono capitata per caso in un negozio di fiori, e lì ho capito, inaspettatamente, che sono la mia vita. Dopo 11 anni l’ho rilevato, e nel 2009 ne ho aperto un altro a Milano. Fino al Potafiori nel 2015, dove ci sono cucina e piante: si mangia e si ascolta musica immersi nel verde».

Si è inventata anche le serenate a domicilio, come quella ad Antonella Clerici. «L’idea è stata del fidanzato Vittorio Garrone. Mi chiamò e mi disse, senza rivelare la sua identità: “Mi sono innamorato di una donna speciale, e voglio regalarle dei fiori”. Partii da Milano per Roma in treno con il mio chitarrista e un mazzo di 100 rose rosse. Durante il viaggio Vittorio mi chiamò per dirmi che la loro canzone era Io vorrei…Non vorrei… Ma se vuoi di Battisti. Non l’avevo mai cantata, e la studiai in treno. Quando siamo entrati nella casa di Roma di Antonella, lei era incredula. Adesso facciamo anche le serenate col QR Code: viene consegnato il mazzo di fiori accompagnato da un codice da inquadrare con il telefonino, e nel video ci sono io che canto o recito una poesia».

Chi ha avuto l’idea di ribattezzarla “la cantafiorista”? «Una sera stavo scendendo dal palco del Blue Note quando un mio amico, Franco Fabrizio Baldi, mi ha buttato lì: “Devi smetterla di dire che sei la fiorista che canta o la cantante che vende i fiori, è troppo complicato. Tu sei la cantafiorista”».

Aldo Dalla Vecchia

Oggi ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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