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Miriam Leone: «Una donna ha sempre il diritto di scegliere se ...

Miriam Leone Una donna ha sempre il diritto di scegliere se
Dopo essere stata madre tante volte per lavoro, ora Miriam Leone lo sarà per davvero. Qui parla di libera scelta, delle domande innocenti da non fare, delle strade interiori da seguire. E a noi dice: «Sono felicissima, ed ero felice anche prima, in un m

Questa intervista a Miriam Leone è pubblicata sul numero 32-33 di Vanity Fair in edicola fino al 15 agosto 2023

Qualche anno fa Miriam Leone rilasciò un’intervista in cui disse che la famiglia e i figli non erano nel suo orizzonte. La cosa fece abbastanza rumore soprattutto perché aggiunse un pezzo in più: il diritto sacrosanto di affermarlo a voce alta. Disse: «Bisogna smetterla di considerare la maternità come un destino obbligato». Quando le ricordo queste parole, sorride e si mette una mano sulla pancia dentro cui da quattro mesi prende forma un orizzonte diverso. Poi torna seria e dice: «Lo penso ancora. Una donna deve avere sempre il diritto di scegliere se diventare madre oppure no. Io ho avuto la fortuna di poter decidere». Racconta di essersi accorta di essere incinta, prima di qualsiasi test di gravidanza, da alcune foto che le hanno scattato: «Avevo questa pancetta, mai vista prima. Ma soprattutto era da un po’ che tutto quello che mi diceva la gente non mi sfiorava più di tanto, in una beatitudine costante. Strano, stranissimo».

Abito in maglia Fendi. Orologio in oro giallo e diamanti Omega. Slingback Gianvito Rossi.

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Che cosa le ha fatto cambiare idea sulla maternità?«Semplicemente la vita, le cose che accadono. Noi siamo un fiume che non passa mai due volte nello stesso punto. Forse essere più in pace con la mia femminilità mi ha aiutata. Forse aver cambiato il mio modo di lottare anche. Per tutta la vita ho lottato per la mia indipendenza e per raggiungerla ho dovuto usare la mia energia femminile, ma anche quella maschile. Poi, quando ho cambiato questo approccio, quando sono stata più in pace con me stessa, ho apprezzato di più il mio essere donna».

Quando dice che ha lottato, parla della sua carriera?«Io ho voluto realizzare la mia carriera perché è stato un modo per realizzare la mia persona. Ho avuto bisogno di generare me stessa prima di poter generare qualcun altro. In mezzo alla confusione della mia vita fatta di frammenti di passioni, strade, viaggi, oggi mi sento una nuova me. E, in quest’inizio di gestazione, sto nascendo anche io. Sono contenta di avere l’opportunità di conoscere questa nuova Miriam, ma continuo a pensare che non sia il compimento di una vita. Sono davvero felicissima, questo è un figlio desiderato, ed ero felice anche prima, in un modo diverso. Per questo sono convinta che una donna deve essere tutelata sempre nel suo diritto di avere o non avere un figlio. Ogni storia riguardo alla maternità può nascondere una gioia, una sofferenza, o una pacifica indifferenza. Nessuno lo sa e nessuno ha il diritto di dire che cosa è giusto e che cosa sbagliato».

Primi desideri di questa nuova versione di sé?«È un momento in cui sento di avere bisogno dell’energia delle altre donne, dei loro racconti, di stare insieme a scambiarsi il mistero. Prima io questo mistero non sapevo nemmeno esistesse, ho scoperto un aspetto del femminile che mi ha fatta innamorare di nuovo delle donne. Del nostro potere creatore che spesso è sottovalutato, spesso messo a tacere, spesso violato».

Si era mai immaginata madre da bambina?«Credo di sì. Ma più che altro sono stata madre molte volte, grazie al mio lavoro. Quello a cui ti aprono i bambini è la virtù più grande che l’essere umano ha, ed è la tenerezza. Quando tieni un bambino in braccio senti quanto conti su di te, e probabilmente ti si accende una memoria inconscia di ciò che sei stato, di una purezza, di un bisogno, di un’innocenza. Sul set, con un bambino in braccio mi sono chiesta se un giorno sarei diventata madre, ma mai con la sensazione che se non fosse accaduto la mia vita sarebbe stata meno bella. Perché ho sempre avuto, e ho, tanti figli che sono i doni che la vita stessa mi ha dato».

Quando ha fatto il test di gravidanza a cosa ha pensato?«Immediatamente a mia madre. Si è attivata una specie di riconnessione con la linea femminile fino alla preistoria».

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