Djokovic, avviso ai giovani leoni: Nole il vecchio è in grande forma
Eccolo qui, che lotta per riprendersi il territorio sul quale ha regnato, quasi incontrastato, per diciassette anni. Al suo terzo combattimento agli Australian Open 2025, Novak Djokovic usa le unghie e i denti fin dal primo minuto, mettendo in soggezione un avversario annunciato come agguerrito e affamato. Tomas Machac, 24 anni, ATP 25 (ranking ufficiale) ha buone ragioni per vendere cara la pelle: finora ha sempre perso i confronti con i Top 10 negli slam, e due volte gli è capitato a Melbourne, contro l’allora numero 10 Matteo Berrettini nel secondo turno del 2021 e contro il numero 3 Casper Ruud nel primo turno del 2023. Ma era ancora un ragazzo, adesso vuole essere riconosciuto come un temibile avversario per chiunque.
Australian Open, da Sonego a Sinner: gli italiani in campo sabato e a che ora giocano
17 Gennaio 2025Djokovic non intende andare per le lunghe, ché il suo punto debole è la tenuta fisica: ha 37 anni e 240 giorni, appena 7 in meno dell’impassibile scozzese che lo osserva dal suo box, il nuovo coach ed ex arcinemico Andy Murray, costretto dagli acciacchi al ritiro. Nel primo set Nole sfoggia un tennis perfetto, estasiando buona parte del pubblico della Rod Laver Arena che l’ha visto trionfare dieci volte (non c’è l’unanimità perché ci sono ovunque sparuti gruppi di incalliti contestatori del serbo). Nel secondo set corre qualche minimo rischio, che si toglie di dosso come un vecchio leone con le mosche. Nel terzo parziale esercita un controllo totale, sfruttando il servizio che il lavoro di anni ha portato alla quasi perfezione. È un punteggio classico, 6-1 6-4 6-4, a garantire a Djokovic, dopo due ore e 22 minuti, il quarto passaggio annuale su questo campo, dove lo attenderà un altro ceco, Jiri Lehecka, che ha eliminato in scioltezza il francese Benjamin Bonzi (6-2 6-3 6-3).
I due eventuali futuri avversari dell’ex numero 1 nei quarti e in semifinale, Carlos Alcaraz e Alexander Zverev, si liberano facilmente di Nuno Borges e Jacob Fearnley. Lo spagnolo cede un set al portoghese (6-2 6-4 6-7 6-2), il tedesco fa un buon allenamento con il britannico (6-3 6-4 6-4).
L’equa spartizione dei bottino di slam e Masters ATP nel 2024 alimenta la sensazione collettiva che nei prossimi anni saranno Alcaraz e Jannik Sinner a dominare il circuito maschile. Non è affatto detto vada così: peraltro, a contrastare la diarchia dei formidabili campioni Roger Federer e Rafael Nadal arrivò prima Djokovic, poi si presero i loro spazi Murray e Stan Wawrinka. Aspiranti concorrenti del murciano e del sudtirolese sono ragazzi come Learner Tien, che ha 19 anni e 46 giorni, Joao Fonseca, 18 anni e 149 giorni, e Jakub Mensik, 19 anni e 138 giorni. Il primo, americano di famiglia vietnamita, ieri ha eliminato a notte fonda in cinque set (6-3 7-6 6-7 1-6 7-6) il finalista dell’anno scorso Daniil Medvedev. Sempre ieri, Fonseca, brasiliano di Rio, ha ceduto sotto i colpi di Lorenzo Sonego dopo un braccio di ferro di quasi quattro ore (6-7 6-3 6-1 3-6 6-3). Oggi Mensik sfiora il successo nel tie break del terzo set contro lo spagnolo Alejandro Davidovich Fokina, cedendo poi nel finale forse a causa di qualche problema di mobilità per crampi (4-6 4-6 7-6 6-4 6-2). Al di là dei risultati, il più attrezzato fisicamente mi sembra il ceco Mensik, mentre impressiona la tecnica di Fonseca e di Tien. Tutti e tre hanno molto da imparare, ma non difettano certo di convinzione nei propri mezzi. Per loro fortuna, la scuola degli slam vale come un master.
Dopo l’ingorgo di ieri, oggi non erano programmati match con singolaristi italiani. Poco male, l’età dell’oro del tennis azzurro non ha come esclusivi Jannik Sinner e Jasmine Paolini e come comprimari Musetti, Berrettini e gli altri. Non sottovalutate i doppisti: vedrete che al Foro Italico, in maggio, per Sara Errani e per Jasmine ci saranno i pienoni come al Melbourne Park. Agli Internazionali faticherete a trovare un posto anche per le partite di Simone Bolelli e Andrea Vavassori, che oggi hanno eliminato con un doppio 7-6 la coppia italoargentina-ecuadoriana formata da Luciano Darderi e Diego Hidalgo.
Camporese: “Sinner ha un team perfetto, ora ci sarà la fila per allenarlo”
di Cosimo Cito 17 Gennaio 2025Le nostre sorridenti campionesse olimpiche sono assai popolari nel paese dei canguri, dei nuotatori e dei tennisti, che si vanta delle 0,67 medaglie d’oro per milione di abitanti conquistate l’anno scorso a Parigi. Non importa se oggi pomeriggio il pubblico del campo 3 sostiene a gran voce le giocatrici di casa Daria Gavrilova (nata in Russia, preferisce il cognome del marito Luke Saville, ottimo doppista) e Priscilla Hon: le attrazioni sono loro, Sara e Jasmine, the Italian champions. Il confronto sembra impari nel primo set ma produce buoni scambi ed emozioni nel secondo, risolto dall’autoritario break ottenuto dalla romagnola e dalla lucchese nell’undicesimo game (6-1 6-4). Poi sono solo sorrisi.