Temi caldi chiudere

Papa Francesco, in libreria una "biografia politica" che non gli fa sconti

Papa Francesco in libreria una biografia politica che non gli fa sconti
Loris Zanatta, docente all'università di Bologna, analizza la figura di Jorge Mario Bergoglio in campo politico, per i primi 77 anni su scala argentina, poi globale. Non ne esce un papa di destra o di sinistra perché, assicura l'autore, «sono critico

Già vent’anni fa fu a un passo dal soglio di Pietro: «Dal Conclave del 2005 poco ci mancò che Bergoglio uscisse papa. Gli avversari di Ratzinger puntavano su di lui: uomo di Wojtyla, poteva strappargli voti. Le cose andarono infine come i bookmaker avevano previsto. Bergoglio pregò i cardinali di non votarlo, recita la versione ufficiale. Può darsi. Nel dubbio ne trapelò l’intenzione di chiamarsi Giovanni. Il governo argentino cercò di sbarrargli la strada: trasmise agli elettori ispanici le accuse di aver tradito Yorio e Jalics (due gesuiti, teologi della liberazione, sequestrati dai militari nel 1976, che l’allora padre provinciale dei Gesuiti riuscì a far rilasciare dopo cinque mesi, ndr). Rientrato, prese lezioni d’italiano. Voleva parlarlo meglio. Se fosse ripassato il treno del pontificato».

Così Loris Zanatta, docente di Storia dell’America Latina all’Università di Bologna, ricostruisce uno dei passaggi fondamentali della vicenda di papa Francesco nel libro Bergoglio. Una biografia politica, fresco di stampa per i tipi di Laterza (euro 19, pagg. 320).

Per Zanatta, che si professa non credente, non appartiene ad alcuna Chiesa, ma studia la storia politica della Chiesa argentina dal 1989, «non è dunque abusivo scrivere la storia politica di Jorge Mario Bergoglio. Una storia argentina per i primi 77 anni di vita, poi globale». Fin dalla prefazione, anzi dalle “istruzioni per l’uso”, l’autore mette le mani avanti: non spiegherà se Bergoglio è di destra o di sinistra. «Sono critico ma non sadico! Non gli farò il torto di rinchiuderlo in gabbie così anguste, di imporgli etichette così dozzinali. Merita uno scenario più vasto e ambizioso. Locale e universale, la sua storia politica è un pettine dove s’intrecciano i grandi nodi della storia contemporanea».

Quali erano, secondo Zanatta, le convinzioni del futuro papa, che nel 1959 scelse la Compagnia di Gesù, l’avamposto della Chiesa? «Difendere la cristianità, combattere il secolarismo: il programma politico di Bergoglio era scritto, non cambiò mai. Entrò in trincea, ne sposò lo spirito militare e la disciplina»

Dopo la crisi del 2001, che la Chiesa argentina superò a pieni voti, Bergoglio fu invitato al “gruppo di San Gallo”, il consesso di cardinali che puntava a una successione “progressista” a Giovanni Paolo II. Il primate d’Argentina  «non gradiva che lo definissero “conservatore”: trascendeva correnti e partiti, spaziava dall’Opus Dei ai teologi della liberazione, dal peronismo al comunismo creolo, faceva corrente a sé. Nella sua ottica nazional cattolica, Wojtyla era un papa affine. Ratzinger, candidato a succedergli, no: era un tedesco razionalista. L’Europa che detestava. L’infornata di porpore latinoamericane scatenò una ridda di voci: si stava incubando un papa dell’America Latina». 

Ed eccoci al conclave del marzo 2013. Il pontificato di Bergoglio, che arrivò con pochi bagagli e non aveva pensato al nome, non nacque – sostiene Zanatta - sotto un cavolo. «Si stava cucinando da tempo: vi lavoravano amici e alleati, i sodali del dialogo interreligioso ne peroravano la causa negli Stati Uniti, lui stesso sentì i cardinali latinoamericani». E poi, otto anni prima, era stato il più votato dopo Ratzinger. «A 76 anni l’età poteva essere un problema. Ma stava bene e in quegli anni era diventato più noto e potente. Chi voleva un pontificato molto lungo? La Chiesa argentina era molto influente a Roma e la più italiana delle non italiane: un vantaggio»

Dopo l’elezione al quinto scrutinio l’impatto è semplicemente travolgente. «Bergoglio sfoderò il suo repertorio: era “vescovo di Roma” prima che papa, stava a Santa Marta non a Palazzo. L’abito rammendato, le scarpe consumate, la cartella consunta, l’utilitaria: Rivoluzione, si alzò il coro. Disse di amare il calcio, così popolare, disertò un concerto sinfonico, così elitario: è “uno di noi, uno del popolo"». 

Per lo storico dell’ateneo petroniano Bergoglio iniziò a proiettare sul piano globale la “parabola populista” che l’aveva guidato su quello nazionale: «Dio e popolo, economia e teologia, politica e fede. La sua agenda politica era sempre stata quella. Rimaneva da definire chi, di volta in volta, fosse il popolo puro e chi l’élite corrotta. Ridotta all’osso, la politica del papa era la religione. Perché la religione non doveva essere politica?». 

E nello Stivale cos’è accaduto? «Come in Argentina, anche in Italia – sottolinea il prof. Zanatta – la devozione per Bergoglio andò di pari passo con la sfiducia nelle istituzioni. Tutti se lo disputavano e rinfacciavano. La sinistra se ne impossessò come la destra, che a sua volta riscoprì le radici cristiane. I sindacalisti l’agitarono contro i politici, i sindaci se lo litigarono coi governatori e i governatori coi rettori: venga da noi Santità. Gli bastava un gesto per orientare, una parola per influenzare, una telefonata per emozionare: Roma era talmente simile a Buenos Aires!». E ancora: «Strizzava l’occhio alle due grandi tradizioni popolari italiane, la cattolica e la comunista: quel che in Argentina aveva unito il peronismo, si chiamava in Italia cattocomunismo». «Al Bergoglio anziano – punta il dito Zanatta – piace si pensi a un giovane Bergoglio amico dei lavoratori e nemico dei fascisti. Vantando origini operaie cancellava lo stigma del “peronista di destra”, con le credenziali antifasciste si scrollava di dosso quello fascista del peronismo e basta».

Attualissimo appare – ora che il tycoon è tornato alla Casa Bianca – il ricordo delle prime schermaglie con Donald Trump, allorché il pontefice si schierò contro l’erezione di un muro sul Rio Grande per fermare i migranti. Alle lamentele di Trump («Bergoglio fa politica!»), la risposta non fu da meno: «Quest’uomo non è cristiano». Quando poi la scelta fu fra Trump e Kamala Harris, candidata progressista, il pontefice fece sapere «che erano uno peggio dell’altro» e invitò gli americani a scegliere «il male minore». 

Con particolare attenzione l’autore punta poi la sua lente sul papa mediatico. «È papabile, si diceva di Bergoglio dal 2005. Ha solo un tallone d’Achille: è timido coi media. Da papa, la timidezza svanì. Pare che “non ci ami”, gli disse una giornalista al primo viaggio. “Io non do interviste”, si schermì, “per me è un po’ faticoso”, io “non sono abituato alle masse”». Ma ne aveva arringate di oceaniche. «Al ritorno parlò però a lungo con la stampa, inaugurò un genere, l’intervista aeronautica, diventato rito»

Ma perché, si chiede alla fine Zanatta, che certo non fa sconti al pontefice, papa Bergoglio piace così tanto agli europei latini, che lo considerano “progressista”? «Perché ricorda loro ciò che furono e ch’egli accusa di non essere più: “un popolo cristiano”. Ne fustiga le colpe dello sviluppo e della prosperità, promette loro espiazione e purificazione: la storia è degenerazione, la vita peccato. Perché, altrimenti, il continente che più ama è quello che più maltratta?”».

Simili scatti
  • ULTIME NOTIZIE Come sta REALMENTE Papa Francesco dopo il ricovero in ospedale GUARDA ORA
Archivio notizie
  • Cuore
    Cuore
    Nata con il 'cuore a metà' diventa mamma di due gemelli Ospedale ...
    14 Feb 2024
    6
  • Umberto_balsamo
    Umberto_balsamo
    Umberto Balsamo chi è? Con “Balla” a Arena 60 70 80/ 'E' il mio orgoglio più grande'
    18 Set 2022
    1
  • Gino Strada Calabria
    Gino Strada Calabria
    Calabria, Gino Strada in campo: «Accordo tra Emergency e Protezione civile». Gaudio rinuncia
    17 Nov 2020
    1
  • Alberta Ferretti
    Alberta Ferretti
    Alberta Ferretti lascia la direzione creativa del suo brand: "Scelta ...
    24 Set 2024
    2
  • Cybertruck
    Cybertruck
    Debutta sul mercato il Cybertruck di Tesla. In vendita a partire da ...
    1 Dic 2023
    4
Scatti più popolari di questa settimana