Caso Paragon, Nordio: "Nessun intercettato dalla Polizia"
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Nonostante l’annuncio dell’esecutivo di mantenere il riserbo sull’uso di Graphite, il ministro della Giustizia oggi ha risposto all’interrogazione di Italia Viva. Nella stessa giornata un altro colpo di scena: l’attivista Casarini è sorvegliato da un anno.
Al question time alla Camera di mercoledì 19 febbraio, sul caso Paragon, si è sciolto il “silenzio” che il governo aveva invocato soltanto 24 ore prima, appellandosi all’articolo 131 della Camera e marchiando il caso come “classificato”, ovvero di competenza del Copasir. A rispondere all’interrogazione di Italia Viva è stato il ministro della giustizia, Carlo Nordio, il quale ha confermato che, “nessuna persona è mai stata intercettata da strutture finanziate dal ministero della Giustizia nel 2024 e nessuna persona è mai stata intercettata dalla polizia penitenziaria”.
Come riporta Milano Finanza, il ministro ha aggiunto: “Lo svolgimento delle attività di intercettazioni, anche quelle condotte sia dal Nucleo investigativo centrale che dal Gruppo operativo mobile, è sempre delegato dall’autorità giudiziaria nel rispetto e con le modalità previste dal codice di procedura penale”.
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Nordio ha poi chiarito: “Le spese liquidate per le intercettazioni sono liquidate direttamente dall’autorità giudiziaria e successivamente comunicate al ministero della Giustizia, pertanto nessuna competenza in merito è del Dap e i relativi contratti sono direttamente stipulati dall’autorità giudiziaria procedente”. Ha quindi concluso assicurando che, “nessun contratto è mai stato stipulato dal Dap e/o dalle Dipendenti direzioni generali con qualsivoglia società. Le intercettazioni si fanno solo su autorizzazioni dell’autorità giudiziaria”.
Caso Paragoni: le prime rivelazioni
Il caso Paragon – come è noto – è scoppiato a inizio febbraio, quando Francesco Cancellato, il direttore di Fanpage, testata giornalistica investigativa online, ha rivelato per primo di essere tra le 90 persone, avvisate tramite Meta Platforms, di avere il cellulare sotto controllo, compromesso probabilmente da Graphite. Il software di hacking targato Paragon è infatti in grado di insinuarsi in un telefono, senza che l’utente lo sappia. È sufficiente aprire un documento o un link infetto.
Dopo Cancellato, anche Luca Casarini, fondatore e capomissione di Mediterranea Saving Humans, l’ong impegnata nelle attività di ricerca e soccorso dei migranti in difficoltà, ha rivelato di aver subito lo stesso tipo di hackeraggio. Nel mirino anche altre persone a lui vicine, alcuni immigrati e due suoi colleghi.
Casarini spiato da un anno
Nella vivace giornata di mercoledì 19 febbraio, è emerso inoltre che le attività di spionaggio su Casarini non sono iniziate di recente, bensì esattamente un anno fa. È il primo dato che emerge dall’analisi condotta dal CitizenLab dell’Università di Toronto, realtà al lavoro, ormai da settimane, su alcuni dei 90 telefoni hackerati dallo spyware Graphite.
A rivelarlo è stata la stessaong Mediterranea Saving Humans: “L’analisi del telefono in uso a Luca Casarini ha rilevato che nel mese di febbraio 2024, quindi molti mesi prima dell’individuazione del warm Graphite, un’entità non ancora identificata, ha operato un attacco software di tipo ‘sofisticato’, con tentativo di forzatura degli account del quale la società Meta ha dato rilievo”, si legge nella nota.
In un primo momento, le attività di sorveglianza hanno raggiunto le persone che erano in stretto contatto con all’attivista. È il caso ad esempio dei deputati Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni di Avs, che hanno chiesto: “Il governo dica se anche noi siamo spiati”.
Paragon: contratto con il governo italiano sospeso?
Un altro aspetto controverso della vicenda riguarda la presunta rescissione del contratto con l’Italia, da parte della Paragon, dopo la notizia che lo spyware sarebbe stato utilizzato per sorvegliare illecitamente decine di cittadini, tra cui appunto Francesco Cancellato e Luca Casarini. L’utilizzo in questi termini avrebbe violato le norme etiche presenti nel contratto.
Il fatto, pubblicato dal The Guardian e ripresa da Il fatto Quotidiano, è stata smentita dal governo italiano, mercoledì 12 febbraio: “Servizio mai sospeso, il contratto non è stato rescisso”, aveva assicurato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani.
Pochi giorni dopo però, è emerso che l’Intelligence italiana e Paragon Solutions hanno concordato di sospendere l’operatività del sistema di spyware fino al termine della procedura di due diligence condotta dal Copasir e dall’Agenzia nazionale per la cybersicurezza.
La questione ha naturalmente scatenato numerose polemiche nelle opposizioni. “È una clamorosa smentita di quello che il Governo aveva detto 48 ore prima in Parlamento. Hanno già cambiato versione”, ha commentato Matteo Renzi su X.