Percy Jackson: la serie TV Disney rende finalmente giustizia ai ...
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Ci sono saghe nate sotto una buona stella. Tipo Harry Potter, che dopo il clamoroso fenomeno editoriale ha avuto anche un corso cinematografico non perfetto, ma fortunato sotto tutti i punti di vista. E poi ci sono quei progetti che definirei "maledetti". Di quelli che il cinema ci prova a trasformare nella nuova grande hit del momento, ma non ce la fa. Perché mancano le risorse, le idee, o semplicemente una visione. Ho ancora gli incubi su Eragon, tanto per dire (Eragon dimostra come non si costruisce un buon franchise, se ricordate). O, per l'appunto, su Percy Jackson.
Ho amato la saga letteraria di Rick Riordan da ragazzino. Fu una di quelle congiunzioni astrali miracolose tra età giusta e gusti personali. Ma soprattutto perché, al netto del suo target di riferimento, Percy Jackson è una saga di romanzi avvincente e soprattutto ben scritta. Un bel racconto di formazione in salsa fantasy che, sulla scia di un certo maghetto occhialuto, contamina il mondo reale con il folklore - in questo caso la mitologia greca antica. E quindi, più di 10 anni dopo un adattamento cinematografico che vorremmo dimenticare, arriva la serie TV prodotta da Disney e finalmente disponibile su Disney+. Un progetto per il quale, prima di raccontarvi come sono i primi due episodi che ho visto in anteprima, occorre fare una grande premessa di fondo: ovvero che Rick Riordan, l'autore dei romanzi, ne è produttore, co-showrunner e supervisore. E si vede.
Tra prof di matematica disintegrate e signori supremi del bagnoLe prime due puntate di Percy Jackson seguono fedelmente il medesimo incipit dei libri, con tanto di narratore interno - il piccolo Percy per l'appunto - che introduce al mondo e agli eventi della storia. Percy è un ragazzino newyorkese di dodici anni, disadattato e problematico: negli ultimi anni ha cambiato scuola più volte a causa del suo comportamento e dei bizzarri eventi che lo circondano, che in più di un'occasione lo hanno messo inspiegabilmente nei guai.
Cose da poco, tipo disintegrare una prof di matematica o scaraventare con forza inaudita una compagna di classe nella fontana di un museo. Il giovane è anche tormentato da visioni e disfunzioni della vista. Credendo di essere sbagliato, di avere qualcosa di rotto dentro di sé, Percy soffre come non mai, riparandosi nel conforto di una madre dolce e comprensiva. Ma solo ad un certo punto il protagonista capisce la verità: quando l'insegnante di matematica si rivela per quel che è, ovvero una mostruosa creatura munita di ali e artigli, Jackson apprende finalmente di essere parte di qualcosa di più grande. Ovvero di essere un semidio, figlio di un misterioso padre sovrannaturale che non ha mai conosciuto, e che tutti gli eventi fuori dal comune che gli capitano attorno non sono altro che la manifestazione dei suoi poteri.
Ma in quanto mezzosangue, come scoprirà a sue spese alla fine del primo episodio, si trova in pericolo: creature ben più terrificanti dell'arpia che credeva fosse la sua prof sono sulle sue tracce, ragion per cui Percy trova rifugio presso il Campo Mezzosangue. Un luogo in cui incontra altri suoi simili, tra amici e mentori, e in cui apprende il suo destino, la sua eredità e le imprese che sarà chiamato a compiere.
L'inizio di qualcosaLe prime due puntate della serie TV di Percy Jackson riadattano con cura i primi capitoli del primo romanzo della saga, "Il ladro di fulmini". E lo fanno con cura maniacale, senza tralasciare troppi dettagli, ma concedendosi le giuste libertà per allinearsi al linguaggio televisivo.
L'apporto di Riordan alla produzione, in tal senso, è palese: la serie sembra cogliere piuttosto bene lo spirito dei romanzi, trasponendone la scrittura e lo stile dal cartaceo all'audiovisivo. E non solo per la titolazione degli episodi, che riprende quella di alcuni dei capitoli più rappresentativi del libro, ma per l'intera narrazione. Che utilizza a sua volta la voce di Percy come soggetto narrante, ma soprattutto coglie quel mix estremamente riuscito tra autoironia e malinconia che rende ancora oggi la saga letteraria fresca e piacevole. A tutto ciò aggiungiamoci un cast scelto con attenzione dallo stesso Riordan (sappiate che una star di Percy Jackson è stata scelta personalmente dall'autore): tutto, dai protagonisti ai comprimari, sembra esattamente al posto giusto, proprio come un lettore dei romanzi ha sempre immaginato. Walker Scobell, Leah Jeffries e Aryan Simhadri (che sono rispettivamente Percy, Annabeth e Grover) si caricano sin da subito il peso di tutta la storia, ma sono ben supportati dai già moltissimi (e validi) comprimari.
Le sensazioni positive valgono anche per la direzione artistica, per le creature e le ambientazioni. Stando alle prime due puntate, infatti, Percy Jackson mette in mostra valori produttivi più che soddisfacenti. Gli effetti speciali sembrano in linea con gli standard di una produzione televisiva Disney ad alto budget. Complice, soprattutto, una regia intelligente, che mostra quando deve mostrare e nasconde il superfluo, senza tuttavia risparmiarsi nelle sequenze più importanti e concedendosi comunque una pienezza estetica appagante.