Nuovo Dpcm, quando parla Conte oggi?
Il governo si prepara a varare un nuovo Decreto della presidenza del Consiglio dei ministri, con misure più stringenti per combattere la diffusione del virus Sars-CoV-2.
Il decreto — che in un primo tempo era in programma per lunedì sera — dovrebbe essere invece firmato domani, martedì3 novembre.
Ma a che ora arriveranno comunicazioni ufficiali in merito? E quando il presidente del Consiglio Giuseppe Conte parlerà di questo provvedimento?
Gli orari delle comunicazioni del premier al Parlamento sono questi: oggi, 2 novembre, alle 12 alla Camera, e alle 17 in Senato.
Dopo le comunicazioni, Montecitorio e Palazzo Madama voteranno le risoluzioni della maggioranza e dell’opposizione, con il centrodestra intenzionato a presentare un documento unitario. Si prevede che i lavori del Senato si concluderanno intorno alle 20.
Non è escluso che ci possa essere anche una conferenza stampa del premier, dai tempi però ancora tutti da definire.
Le comunicazioni si concentreranno sulle misure che l’esecutivo — dopo un confronto con gli Enti locali, che si è ripetuto lunedì — intende mettere in campo per piegare la curva dei nuovi contagi e, ancor di più, dei nuovi ricoveri. (Nella giornata di domenica, i dati parlavano di 29.907 nuovi casi, con 208 morti).
Di fronte a numeri che il ministro della Salute Roberto Speranza, in una intervista al Corriere, ha definito «terrificanti», il governo aveva ipotizzato in un primo momento di mettere in campo tre ordini di nuove misure:
- chiusura dei confini tra le Regioni per provare a rallentare la corsa del virus; - chiusura dei centri commerciali durante il fine settimana - richiesta alle Regioni con gli indici di contagio più elevati di indicare una serie di «zone rosse» locali e di attività da limitare.
Le Regioni, però, durante il confronto con i ministri Speranza e Boccia avvenuto domenica mattina, hanno detto no all’ipotesi di lockdown locali (niente «zone rosse» dunque, almeno secondo i desiderata delle Regioni) e hanno portato avanti una serie di controproposte.
Il governo ha scartato quella, avanzata dai governatori di Liguria (Toti), Lombardia (Fontana) e Piemonte (Cirio), di limitare gli spostamenti degli over 70, e sta lavorando su una serie di misure che possano scattare in automatico a seconda degli indici di contagio.
Il governo potrebbe dunque varare un decreto «cornice» contenente
— il «coprifuoco» nazionale anticipato in tutta Italia (l’orario è da definire, potrebbe essere alle 18 o alle 21);— il blocco della mobilità tra Regioni (se non per comprovate esigenze: motivi di lavoro, salute o emergenze, da provare con una autocertificazione);— la chiusura dei centri commerciali nei week end;— lo stop ai corner giochi nei bar e nelle tabaccherie; — Nelle aree considerate più a rischio (Lombardia, Piemonte e Calabria, per ora) bar e ristoranti chiusi anche a pranzo, chiusura delle attività commerciali e per la cura alla persona (salvo farmacie, parafarmacie e alimentari), chiusura dei musei, stop ai distributori automatici, didattica a distanza dalla seconda media.
Spetterebbe poi alle Regioni, secondo questo schema, decidere l’eventuale chiusura di città o aree metropolitane (delineando eventuali «zone rosse») o delle strutture scolastiche.