Ragazze elettriche, recensione della serie di Prime Video: Quando ...
Basato sul romanzo di Naomi Alderman 'The Power', il drama distopico immagina un mondo in cui le donne sviluppano il potere di generare elettricità, accendendo i riflettori su tematiche calde come il gender gap e la paura del "diverso": la nostra recensione di Ragazze elettriche.
Immaginate un mondo in cui il patriarcato sia messo alle strette non solo a parole ma con i fatti. Un mondo in cui le donne possano davvero farsi valere e lo facciano con la forza, o meglio con il Potere. Un Potere con la P maiuscola come è quello di The Power, il romanzo distopico di Naomi Alderman diventato un bestseller in tutto il mondo e ora adattato nella serie di Prime Video Ragazze Elettriche, disponibile da oggi in streaming con i primi tre episodi (la prima stagione ne conta 9 che saranno disponibili a cadenza settimanale fino al 12 maggio). Nel mondo di Ragazze elettriche le adolescenti sviluppano la capacità di generare elettricità dalla punta delle dita; un'abilità che consente loro di avere un'arma sempre a disposizione e finisce per sconvolgere gli equilibri di un'intera società. Come tutte le serie distopiche, anche questa rende sottilissima la linea che separa la realtà dalla finzione e ci fa chiedere: "Non succede, ma se poi succede?". Difficile darsi una risposta, soprattutto considerato che questa serie spiega con argomentazioni pseudo scientifiche verosimili l'origine di questo potere (ed è uno degli aspetti più affascinanti della storia). Ma ci sentiamo di dire in questa recensione, dopo aver visto i primi tre episodi, che Ragazze elettriche porta quanto meno a fare una riflessione su disparità di genere, oppressione e giustizia.
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Ragazze elettriche, la trama: La rivoluzione parte da una scintillaIn Ragazze elettriche improvvisamente, e senza preavviso, le adolescenti di tutto il mondo sviluppano il potere di folgorare gli altri a piacere. All'inizio non riescono a capire come controllarlo, ma presto capiscono di avere la possibilità di proteggersi e di esprimere finalmente sentimenti repressi per molto tempo. I personaggi che animano la serie, sviluppata da Raelle Tucker, Naomi Alderman e Sarah Quintrell, sono molteplici. Ci sono Margot Cleary Lopez (Toni Collette), il sindaco di Seattle che deve affrontare le ramificazioni politiche di questo nuovo potere; Jos (Auli'i Cravalho), sua figlia che è in piena ribellione adolescenziale; Roxy (Ria Zmitrowicz), la figlia adolescente di un malavitoso britannico che vorrebbe lavorare per suo padre; Allie (Halle Bush), una giovane che si sottrae a una famiglia affidataria violenta e intraprende un nuovo viaggio alla scoperta di sé; Tatiana (Zrinka Cvitešić), la moglie di un dittatore sessista; e Tunde (Toheeb Jimoh), un giornalista nigeriano che per primo diffonde la notizia di questo evento all'apparenza soprannaturale che coinvolge migliaia di donne.
Tutte le protagoniste hanno un motivo per essere arrabbiate, frustrate o confuse perché oppresse dagli obblighi imposti da una società patriarcale. Margot, per esempio, è costretta a soffrire sui tacchi alti perché così impone il suo ruolo. Allie è cresciuta subendo violenza da parte di un uomo e segue una voce interiore che le fa scoprire il suo potere; è la voce di Dio, che per lei è una donna. Tatiana ha un passato difficile e, dopo essere fuggita da una famiglia che le imponeva la perfezione, ora è incastrata in un matrimonio con uno degli uomini più crudeli del mondo. Il Potere, per tutte loro, rappresenta uno strumenti di riscatto, la giusta ricompensa dopo secoli di oppressione subita dalle donne.
Recensione di Ragazze elettriche: Un inizio promettenteRagazze elettriche si inserisce nel filone delle serie distopiche a stampo femminista, come The Handmaid's Tale o la breve Y: L'ultimo uomo e trova un antenato illustre, se vogliamo, nell'utopia protofemminista delle commedie di Aristofane. Come a dire, in fondo Alderman non si è inventata niente. A differenza di altre storie, tuttavia, questa racconta una rivoluzione partendo dall'inizio, cioè da quando il mondo si accorge di questo grande cambiamento e deve farci i conti, e si prende il tempo che serve. I primi episodi introducono le storie di tutti i personaggi, e per questo possono sembrare un po' lenti. Ma la serie ha molto potenziale (anche perché il romanzo di Alderman è ricco di spunti) e l'impressione è che solo negli episodi successivi possa fare il grande salto mostrando le conseguenze di una ribellione che è solo l'inizio di un nuovo ordine mondiale. Ultimamente Prime Video non si è dimostrato molto clemente verso i suoi titoli fortemente ancorati a tematiche di genere (vedi la cancellazione di Paper Girls o il rinnovo-contentino per pochi episodi di Ragazze Vincenti). La speranza è che con Ragazze elettriche sia più lungimirante.
Il merito di una serie come Ragazze elettriche è quello di riportare l'attenzione su problemi su cui non si deve smettere di insistere. Come le ingiustizie subite dalle donne alle quali spesso viene chiesto di rimanere al loro posto, di stare un passo indietro, di essere sempre carine ed educate, di diventare madri senza potersi lamentare del dolore, di sottomettersi a un "sistema che si aspetta che le donne lavorino come se non avessero figli e facessero figli come se non lavorassero", come ha giustamente osservato Michela Murgia. A differenza di The Handmaid's Tale, questa serie si concentra più sulla possibilità di riscatto conferita loro dal Potere che sulla tirannia maschile. E il fatto che nella serie siano le adolescenti a manifestare per prime la scossa della ribellione è un grande messaggio di speranza verso le nuove generazioni: che siano loro a cambiare le cose, una scintilla alla volta.
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