Roberto Baggio torna in campo a Novara e si commuove davanti a ...
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E’ l’ultimo ad entrare in campo sulle note di Cesare Cremonini: “Da quando Baggio non gioca più non è più domenica”. E’ una domenica speciale, invece, allo stadio Piola di Novara perché Roberto Baggio torna in campo – anche solo per una passerella – a 20 anni dall’ultima partita ufficiale. E gran parte dei 12 mila spettatori che gremiscono curva e tribuna – nello stadio dedicato ad un altro mito della Nazionale come Piola - sono lì per lui. Lui che è l’ultimo ad entrare al raduno di «Operazione nostalgia», la reunion di campioni e altri ex giocatori che hanno fatto la storia del calcio italiano tra gli Anni '90 e 2000. Lui per cui l’applauso è più forte e sembra non finire più, dura ben più di cinque minuti.
Tutto il pubblico si alza in piedi e scandisce ripetutamente il suo nome. Baggio non parla, ma i suoi occhi, le lacrime e la commozione dicono più di mille parole. Le mani prima giunte, poi alzate al cielo a ringraziare. E’ stata la prima uscita dopo la brutale rapina in villa subita due settimane fa mentre il fuoriclasse stava assistendo con la famiglia alla partita dell'Italia in tv. Un fatto che aveva messo in dubbio il suo arrivo a Novara. Giovedì ha però confermato di esserci, all’annuncio della sua presenza le prevendite avevano avuto un’impennata.
Baggio fa tutto il giro del campo dove sono davvero molti gli spettatori con le sue magliette d’antan: della Juventus, di Milan, Inter, Brescia e poi della Nazionale, di Italia ‘90 e di Usa 94. Molti gli striscioni: “Dio esiste e ha il codino”. Anche i campioni del passato fanno la coda per una foto o una abbraccio don l’ex Pallone d’oro: gli ex compagni in azzurro (da Apolloni, a Fuser a Eranio), i rivali di tante battaglie e i molti che in serie A sono arrivati dopo di lui inseguendo il suo mito. Una festa nella festa. Poi comincia la partita e la palla passa a molti campioni che hanno fatto la storia degli anni d’oro del calcio italiano: da Zanetti a Shevchenko, da Dida a Di Natale, da Aldair a Fuser. I ritmi non sono altimissimi, ma le giocate di qualità, la tecnica sopraffina e il pubblico apprezza, applaude e si diverta. Il risultato non conta. E’ una festa con un grande protagonista in panchina ad ammirare: Roberto Baggio.